Benoit a Parigi è una garanzia, fin dal 1912. Bistrot classico ma elegante, l’unico premiato con una stella Michelin, è un locale che nel tempo è riuscito a mantenere una linea coerente, in perfetto e non facile equilibrio tra solida tradizione, raffinatezza e un’atmosfera suggestiva e confortevole. In pieno centro, vicino all’ Hôtel de Ville, al Centre Pompidou e alla Torre Saint-Jacques, è un piccolo mondo antico. I rivestimenti in legno, le banquette di velluto rosso, le discrete dorature e le colonne di stucco, le lampade in ottone, le finestre in vetro inciso, i grandi specchi, il vasto bancone, le stoviglie d’epoca e i tavoli apparecchiati con cura contribuiscono a restituire l’atmosfera unica della Parigi della Belle Époque.
L’affiliazione alla maison Ducasse, nel 2005, infatti, non ha tradito lo spirito del fondatore, Benoit Matray, macellaio e bon vivant, ugualmente pronto ad accogliere nel suo locale, con cordiale disinvoltura, i colleghi commercianti del vicino e popolare mercato coperto di Les Halles, progettato interamente in ferro e vetro da Victor Baltard e immortalato da Emile Zola nel “Ventre di Parigi”, oggi trasformato in una sorta di anonimo centro commerciale; ma anche gli estrosi artisti della Bohème, o l’élite cittadina in cerca di emozioni.
Nel 1961 suo nipote, Michel Petit, non appena conclusa la scuola alberghiera, prende in mano il locale e dà il via ad alcuni cambiamenti: una sala privata al primo piano, il completo rinnovo delle cucine, l’ampliamento delle sale. In cucina torna l’anziana madre, Marie, autrice di molte delle ricette, che, raccolte in un libro, hanno contribuito nel tempo al successo del ristorante. La moglie, Catherine, si occupa delle decorazioni dei piatti e dei trompe-l’oeil della sala e, insieme all’incisore Lesage, affezionato cliente, dei disegni che decorano il menu tuttora in uso.
Il passaggio dalla conduzione familiare alla gestione imprenditoriale di Ducasse ha implicato qualche cambiamento negli arredi e nella logistica, ma si è cercato di mantenere intatto lo spirito del luogo e le sue caratteristiche, e soprattutto, di non modificare la formula vincente di Benoit: proporre la tipica cucina francese e regionale ravvivata da qualche piccola innovazione e accompagnata da un’ottima lista di vini nazionali, tra cui naturalmente Beaujolais, Bourgogne e Vallée du Rhône, ma anche stranieri, con ottimi vini bianchi austriaci e tedeschi, serviti al bicchiere, alla caraffa o alla bottiglia.
Dal 2022, depositaria di questo impegnativo retaggio è Kelly Jolivet, chef ventottenne che ha lavorato al Louis XV-Alain Ducasse di Monaco e al Ducasse sur Seine di Parigi, e che ha aggiunto il suo tocco creativo e personale al menu del bistrot.
I grandi classici sono, da tempo, la tartare di manzo con pommes gaufrettes, la tartina ai funghi di bosco, lingua di vitello, paté in crosta, lumache in guscio con burro all’aglio ed erbe fini, sanguinaccio con le mele, la famosa testa di vitello tigre bio in ravigote o il sauté gourmet di animelle di vitello, creste e rognoni di gallo, foie gras, jus di tartufo, e per dessert, la classica millefoglie alla vaniglia o i profiteroles. Con qualche incursione nella cucina atlantica, con deliziose capesante accompagnate da indivia belga e scalogni.
Piatti presenti anche nei menu per il pranzo, e che rappresentano un’alternativa più economica alla scelta serale che comunque resta, nel rapporto qualità-prezzo, abbordabile rispetto alla media parigina di pari livello.
La gestione Ducasse ha dato il via anche ai cloni internazionali: nel settembre 2005 è stato aperto un bistrot Benoit a Tokyo e un altro nel 2008 a New York.