Il governo americano mobiliterà a breve fino a cinquecento miliardi per lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale (IA), e al Forum economico mondiale di Davos si è parlato (quasi) solo di questa tecnologia. È stato proprio Donald Trump ad annunciare la creazione di una joint venture tra OpenAI, Oracle e SoftBank che si chiamerà Stargate. «Sarà il progetto più importante di questa epoca», ha detto Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI. Google intanto sta per avviare la sperimentazione di un farmaco progettato interamente da un’intelligenza artificiale. «Questa è una nuova rivoluzione industriale», ha commentato il presidente emerito di Harvard e settantunesimo Segretario del tesoro degli Stati Uniti, Lawrence Summers.
L’Europa, al contrario, rimane indietro con appena 1,5 miliardi di euro di investimenti annunciati nel settore, e nessuna grande azienda in grado di competere con le portate degli investimenti americani. «Non è semplicemente un campanello d’allarme, ma uno schiaffo in pieno volto», ha affermato Christian Miele, general partner della società di venture capital Headline, investitrice nella francese Mistral, leader nel settore in Europa per lo sviluppo di Modelli linguistici di grande scala (Llm), considerati in grado di competere a livello globale. L’azienda è stata, non a caso, fondata nell’aprile del 2023 da ex-ingegneri di Google e Meta.
Le complicate sfide energetiche dettate dal quantitativo enorme di energia elettrica destinato ai data center per le intelligenze artificiali complicheranno ulteriormente il settore. E se i costi energetici europei, saliti esponenzialmente dallo scoppio della guerra in Ucraina, potrebbero ostacolare il vecchio continente anche sotto questo aspetto, le politiche di Trump sosterranno invece gli Stati Uniti, che nel suo discorso inaugurale ha annunciato di voler aumentare la produzione di combustibili fossili (ha ribattezzato il Green deal come «Green bluff»)
Nonostante le dichiarazioni del presidente, la sostenibilità energetica dietro all’Ia è al centro dei dibattiti e gioca un ruolo principale nei piani aziendali delle Big Tech, tra cui Microsoft, Google e Amazon, che per bilanciare la crescente domanda di elettricità derivante dall’Ia hanno speso all’incirca duecento milioni di dollari per i carbon credits, gli strumenti utilizzati per compensare le emissioni di gas serra. Tuttavia, i sistemi continuano a ottenere energia principalmente da combustibili quali petrolio, carbone e gas. E con la nuova amministrazione, che punta quinti a ridurre la lotta contro il cambiamento climatico, le cose non cambieranno, anzi.
Sullo sfondo rimane anche la questione etica. Nel 2024, in California, si è cominciato a parlare dell’implementazione del kill switch nell’intelligenza artificiale (Ia), emerso anche a Davos durante un dibattito condotto per Politico. Il kill switch è un meccanismo di disattivazione immediata concepito per fermare un sistema di intelligenza artificiale in situazioni di emergenza, principalmente nel caso si rivelassero sviluppi inaspettati dell’algoritmo, prevenendo quindi potenziali evoluzioni indesiderate. La sua adozione era stata istituzionalmente introdotta per la prima volta da una legge in California, all’ultimo però bloccata dal governatore dello Stato – proprio a causa delle lobby delle Big Tech –, motivata appunto dalla crescente autonomia di questi sistemi, che possono, sempre di più, prendere decisioni complesse.
A differenza dei software tradizionali, che seguono rigide linee guida, l’intelligenza artificiale è in grado di adattarsi autonomamente in base ai dati che analizza, portando spesso a risultati inattesi. In molti casi, come nelle aziende AlphaGo e DeepMind, sorprendendo i suoi stessi creatori con strategie di gioco e di calcolo mai immaginate. Risultati sorprendenti sono stati fatti anche nel campo medico.
Isomorphic Labs, la start-up fondata da Google, ha annunciato che entro la fine dell’anno produrrà il primo farmaco progettato grazie all’intelligenza artificiale. Lo ha dichiarato Sir Demis Hassabis, fondatore della società che domina il settore della ricerca di farmaci attraverso l’uso delle nuove tecnologie, annunciando anche che si potrebbero accelerare i tempi di ricerca di almeno dieci volte.
Hassabis ha inoltre descritto un futuro prossimo, entro tre anni, in cui esisteranno «miliardi di realtà artificiali che negozieranno tra loro a nome del venditore e del cliente», sottolineando che ciò richiederà una riflessione profonda sulla stessa struttura del web e di come concepiamo la comunicazione umana. «Abbiamo superato quel punto con l’intelligenza artificiale, il genio non può più essere rimesso nella bottiglia», ha dichiarato all’intervista al Financial Times durante il Forum economico mondiale, evidenziando purtroppo anche il potenziale per sviluppi incontrollabili.
Ecco quindi l’importanza di dibattere sulla decisione delle Big Tech, tra cui compagnie come Meta e OpenAI – che hanno speso più di duecento miliardi di dollari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nel 2024 –, di opporsi alla legge del kill switch secondo l’ipotesi che l’imposizione di questo dispositivo ostacolerebbe il progresso di queste tecnologie. Trump ha anche revocato l’ordine esecutivo sull’intelligenza artificiale, emanato dall’ex presidente Joe Biden nel 2023, che conteneva disposizioni come l’obbligo per gli sviluppatori dei modelli più avanzati di riferire le proprie attività alle autorità. Sviluppo e progresso sono più importanti della sicurezza: il nuovo turbocapitalismo è qui.