Camillo di Christian RoccaAmericana – Le nomine di Bush, Rathergate, la fiction di Dick Clarke

Bush ha scelto Michael Chertoff come segretario del Dipartimento della Sicurezza nazionale. E’ una delle teste d’uovo di Washington che ha contribuito a elaborare la risposta giuridica americana agli attacchi dell’11 settembre. Chertoff è giudice della Corte d’appello di Washington ed è stato procuratore del New Jersey negli anni 90, ma si è occupato di lotta al terrorismo tra il 2001 e il 2003 come capo del Dipartimento criminale del ministero della Giustizia. I critici lo accusano di far parte della stessa cerchia neocon degli amici di Israele. Certo è che il nuovo ministro è fermamente convinto che l’America si difende combattendo i terroristi in casa loro. Due anni fa scrisse un articolo sul Weekly Standard per spiegare come si fa a conciliare la sicurezza nazionale con la salvaguardia dei diritti civili: "Al Qaida ha attaccato formalmente gli Stati Uniti alla fine degli anni 90, solo che la maggior parte dell’opinione pubblica americana non se ne accorse"; "l’obiettivo dichiarato dei nostri nemici, nonostante sia irrealistico, è quello di distruggere gli Stati Uniti"; "siccome questa è una guerra sul suolo americano, la difesa nazionale richiede una risposta interna ma anche fuori dai nostri confini"; "abbiamo bisogno di idee fuori dal normale, ma non fuori dalla Costituzione". Entusiasti i commenti dei conservatori, mugugni sul fronte liberal. Chertoff dovrà passare il vaglio del Senato, ma la sua conferma non è a rischio. Sarà curioso seguire l’atteggiamento della senatrice Hillary Clinton: Chertoff è stato consigliere legale dei repubblicani alla Commissione sul caso Whitewater, l’inchiesta sulle presunte irregolarità immobiliari dei Clinton in Arkansas.

Allan B. Hubbard è il nuovo consigliere economico di George W. Bush. E’ un uomo d’affari dell’Indiana, occuperà il ruolo di direttore del Consiglio economico nazionale, cioè dell’organo che coordina la politica economica e fiscale dentro l’Amministrazione. Hubbard, 57 anni, è stato uno dei finanziatori della campagna elettorale di Bush con 400 mila dollari. In passato ha lavorato nell’Amministrazione di Bush padre: era, infatti, il vice di Bill Kristol quando il giornalista neoconservatore guidava lo staff del vicepresidente Dan Quayle. Questa nomina è sulla stessa linea delle altre di questo secondo mandato di Bush che comincia il 20 gennaio. Sia per la politica estera sia per quella economica, Bush nomina collaboratori fedeli alla sua linea politica e alle promesse fatte in campagna elettorale. Hubbard avrà il compito di coordinare la semplificazione delle leggi fiscali e, onere più gravoso, la riforma della previdenza sociale. La ristrutturazione della Social Security consiste nell’agevolare l’apertura di conti-pensione privati legati all’andamento dei titoli di Borsa. La nomina ha ricevuto l’approvazione di Grover Norquist, presidente dell’Americans for Tax Reform, la lobby che si batte per la riduzione delle tasse: "E’ un repubblicano reaganian-bushiano di ferro".

In America chi sbaglia paga o, al massimo, va in pensione anticipata. La Commissione indipendente della Cbs che ha indagato sul falso scoop anti Bush trasmesso due mesi prima delle elezioni da Dan Rather ha presentato la sua relazione finale. Il presidente del network ha licenziato quattro dirigenti di "60 Minutes", la trasmissione che aveva mostrato i documenti che avrebbero dovuto provare i favoritismi ricevuti da Bush jr durante il suo servizio militare. Poche ore dopo, alcuni weblog dimostrarono la maldestra falsificazione di quei documenti scritti con Microsoft Word, un programma inesistente all’epoca dei fatti. Per quattro giorni, Dan Rather, detto Don per i suoi modi da capobastone, ha negato di aver preso un abbaglio e ha accusato i blog di essere degli agenti dei repubblicani. Ma alla fine Rather è stato costretto prima a scusarsi e poi ad annunciare anticipatamente le sue dimissioni, formalmente per raggiunti limiti di età. Rather lascerà la conduzione a marzo, ma lunedì il presidente della Cbs, licenziando quattro dirigenti del programma ritenuti responsabili, ha per la prima volta legato l’addio di Rather al falso scoop. Dick Thornburgh, ex ministro della Giustizia, e Louis D. Boccardi, presidente dell’Associated Press, nel loro rapporto hanno valutato gli errori personali e di gestione dentro la redazione del programma. Rather si è fidato di Mary Mapes, la producer che aveva appena fatto due grandi colpi giornalistici, prima scoprendo la figlia illegittima che l’ex senatore segregazionista Strom Thurmond aveva avuto dalla sua cameriera di colore, poi riuscendo a trovare, per prima, le foto degli abusi ad Abu Ghraib. Il rapporto nega che il falso scoop sia nato da un pregiudizio politico di Rather e della sua redazione. Certo è che la credibilità e l’audience del telegiornale ne hanno risentito parecchio. Un redattore di Cbs News ha detto al New York Times: "Stiamo morendo, e questa cosa certo non ci aiuta. Qualcuno crede che tra cinque anni Cbs News non esisterà più".

Dick Clarke immagina un futuro di attacchi islamici ai centri commerciali e alle linee ferroviarie americane nei prossimi sei anni. L’ex capo dell’antiterrorismo, oggi uno dei più autorevoli critici della politica di Bush, ha scritto un articolo sul numero in edicola dell’Atlantic Monthly. Clarke sostiene che, a causa di questi attacchi, il governo federale arresterà decine di migliaia di musulmani, l’economia crollerà, i diritti civili saranno in pericolo, diventerà obbligatoria la carta d’identità, il petrolio raggiungerà gli 80 dollari a barile, l’Iran avrà la bomba nucleare e al Qaida prenderà il potere in Arabia Saudita. L’articolo è scritto come se fosse la trascrizione di una conferenza tenuta l’11 settembre del 2011, nel decennale dell’attacco alle Torri: "Nessuno oggi può dire che l’America abbia vinto la guerra al terrorismo". Insomma, è fiction.

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