Camillo di Christian RoccaAltra intercettazione Marcenaro-Rocca

Questa è la trascrizione di una seconda telefonata intercettata tra le utenze di Christian Rocca, Juve, e Andrea Marcenaro, Samp. La trascrizione questa volta è di Marcenaro, e si vede.
Christian Rocca – Hai letto Bocca?
Andrea Marcenaro – Letto? Bevuto. Gran garantista. E’ come te. Non fate gli ipocriti con la Juve, da che mondo è mondo le cose vanno così, ah com’era bella la mia Juve, ah, i venti milioni di tifosi della mia Juve, ah, quel giorno che provai alla Juve, ah, ma non c’è calcio senza la Juve, ah, ma questa balla che si comprano le partite, ah, ma io vi dico che non si possono comprare le partite, su, avete rotto le balle.
C. R. – Lui le ha rotte, prego, anzi, tu e lui. Bocca si sveglia con le giustificazioni dopo un decennio da forca e tu ti svegli da forcaiolo dopo un decennio di garanzie. Cosa fate? La corsa nei sacchi?
A. M. – Ci risiamo con la storia di Moggi uguale a Craxi? Guarda che non attacca. Che Calciopoli venga gestito alla Tangentopoli non è nemmeno un rischio, perché è già evidente, ma che Moggi sia il Craxi dei piedi lo racconti a tua sorella.
C. R. – Mai detta una stronzata come questa.
A. M. – L’hai detta, sì.
C. R. – No.
A. M. – Vaffanculo dai.
C. R. – Mai detta e mai pensata. Allora te lo ridico: io spero, senti bene, spero, che Moggi faccia come Craxi quando raccontò il finanziamento illegale della politica e racconti ai magistrati, ai giornali, a mia sorella e alla tua, come funzionava il mondo del pallone.
A. M. – Funzionava di merda.
C. R. – Esatto.
A. M. – Molto di merda.
C. R. – Esatto.
A. M. – E la tua Triade mandava l’odore più charmant.
C. R. – Certamente. Ti spiace se preciso: anche la mia Triade? Oppure, se preferisci: sopra tutto la mia Triade, ma tanfavano un po’ tutti? Ti spiace molto?
A. M. – Godo come un riccio. Sei venuto nel mio vicolo. Così la smetti di menarla che Moggi è un santo.
C. R. – Ma sei una bella testa di cazzo. Io spero che Moggi racconti come il Milan con Dida, l’Inter con Recoba e la Roma con Cafù siano state salvate per la storia dei passaporti falsi.
A. M. – Perfetto, da quella specie di cupola guidata da Moggi e da altri…
C. R. – Giusto, in questo momento mi va di sottolineare quell’“anche da altri”. Tutti gli altri del magico mondo, diciamo all’ingrosso… E di sottolineare che Milan, Inter e Roma lavoravano perciò nel sistema cupolato e ci tiravano fuori il loro piccolo tornaconto.
A. M. – E i giornalisti sportivi ci marciavano, e le trasmissioni sportive ci marciavano, e i furori di oggi erano diciamo più sopiti… E la Federazione ci marciava, e la Lega pure, e sembrava un esercito compatto… Rocca, ti adoro. Non dirmi più che Moggi è come Craxi, poi dimmi quel che vuoi.
C. R. – Poi spero che Moggi racconti ai magistrati, ai giornalisti, a tua sorella e alla mia, come per esempio il sistema della Roma e della Lazio sia stato salvato per la vicenda delle fideiussioni bancarie. Salvato dalla medesima cupola del calcio, io direi a occhio e croce, vale a dire dal diavolo Moggi e dalla diabolica Triade, e dalla Federazione, e dalla Lega, e da chi ci vuoi mettere ci metti, ma l’esercito era sempre in marcia…
A. M. – Moggi è come Craxi?
C. R. – No. Poi io spero che Moggi racconti ai magistrati, ai giornalisti e alle nostre rispettive sorelle il sistema delle plusvalenze false… Di come cioè venne sanato dalla cupola il giochetto delle sopravvalutazioni dei giocatori che finivano poi nei bilanci, con l’effetto di falsarli. La questione ha riguardato Roma, Lazio e Parma… mi pare, ma quel diavolo di cupola che ha riparato il giocattolo può farsene venire in mente molte…
A. M. – Però non fare il furbo. Non contento delle porcate che faceva per sé, per gli altri, e con gli altri, il tuo Moggi si comprava gli arbitri, così vinceva lui. Taroccava le iscrizioni al campionato, poi, buon peso, taroccava le partite per la Juve.
C. R. – E’ falso, non c’è prova che ci sia una partita truccata. Non c’è negli atti, né nelle intercettazioni.
A. M. – Che cacchio dici? Se ha taroccato perfino quella col Brescia per salvare la Fiorentina dell’inclito Della Valle e mandare in B il Bologna?
C. R. – Non c’è l’ombra di una prova. Vuoi chiedere le prove o no?
A. M. – Concordava la famosa “griglia” per gli arbitri. Questi cinque per queste cinque partite, questi altri per queste altre. De Santis qui, Paparesta là, che dici, scherzi?
C. R. – Se questo è vero, è gravissimo. E infatti sono anch’io per azzerare tutto, ma partite truccate, comprate, combinate non ce n’è…
A. M. – Si vede che mandava gli arbitri di qui o di là per motivi turistici…
C. R. – Non c’è prova di partite truccate.
A. M. – Mollate gli scudetti, stronzi.
C. R. – Quelli manco morti. Portino prove.
A. M. – Siamo allo stile Juve.
C. R. – Quello non c’è mai stato, non farmi dire…
A. M. – Lo dico io, dall’Avvocato a John, lo stile Juve è sempre stato quello. I modi nello sport non sembrano così diversi da quelli adoperati a suo tempo dalla Fiat per papparsi la Rizzoli.
C. R. – L’hai detto tu.
A. M. – Poi c’è la Gea dei Moggi e dei Geronzi… Il monopolio dei piedi buoni…
C. R. – Geronzi? Non conosco questo nome.
A. M. – Neanch’io. Ma la Juve andrà in B. Se però ci mandano anche le altre grandi, è fatta. Anche per le televisioni: tutta la A va in B, tutta la B va in A, la B diventa importante e la A farà cacare. Tanto il Genoa resta in C.
C. R. – Avrei un’altra idea. La Juve va in B, presta tutti i giocatori al Siena, o se no all’Ascoli, e le maglie bianconere vincono il 30° scudetto. L’anno successivo, la Juve si ripiglia i giocatori e vince il 31°.
A. M. – Così il popolo vi scanna…

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