Anche l’ultimissima spiaggia dei segugi di Repubblica, il più volte citato ex capo della Cia in Europa che di nome fa Tyler Drumheller, ha confermato in un’intervista a Marco Bardazzi dell’Ansa che il cosiddetto Nigergate tanto caro al quotidiano di Largo Fochetti altro non è se non una barzelletta. Drumheller, più volte citato a proprio favore da Repubblica, ha detto chiaramente “non c’è alcun mistero in questa storia” e soprattutto che “non sono stati i servizi italiani a ‘spingere’ quelle notizie” contenute nel dossier falso sull’acquisto iracheno di uranio del Niger. L’ex capo della Cia in Europa dal 2001 al 2005 – che accusa la Casa Bianca di aver ignorato altre informazioni d’intelligence che escludevano la presenza di armi di distruzione di massa in Iraq – ha detto che le informazioni sull’uranio nigerino “non erano una creazione dell’intelligence italiana, c’era un certo numero di servizi che aveva accesso a questi dati: i francesi, i britannici, noi”. Drumheller sta per pubblicare un libro su questa vicende e all’Ansa ha detto che lo scenario più plausibile è quello accertato dall’Fbi e mai accettato da Repubblica: “Si è parlato di un’iniziativa di gente che cercava di influenzare le scelte sulla guerra, ma francamente le persone che avessero tentato di fare una cosa del genere, avrebbero fatto un lavoro assai più sofisticato, senza commettere tutti gli errori che ci sono stati. Alla fine, si trattava invece solo di gente che voleva fare soldi e questo è purtroppo tipico nel nostro mondo”. Drumheller crede che anche i britannici abbiano quelle informazioni, ma il governo inglese e un’inchiesta ufficiale citata dal Sunday Times sostengono di no. In ogni caso, secondo Drumheller, è da escludere ogni coinvolgimento italiano: “Nessuno dal Sismi è venuto da noi a dirci: ‘Guardate che grandi informazioni abbiamo’. Se ci avessero creduto, ci avrebbero detto che non potevamo ignorare informazioni del genere. Ma non hanno mai fatto una cosa simile. Penso non ci credessero neppure loro”. Infine: “E’ una questione politica americana, non ha niente a che fare con ciò che accadeva in Italia. Con il Sismi, peraltro, abbiamo avuto rapporti eccellenti e l’Italia ha giocato un ruolo enorme soprattutto nelle nostre operazioni con la Libia”.
13 Maggio 2006