A lunedì 3 luglio
25 giugno
Sì
25 giugno
“Reato non previsto dalla giustizia sportiva”
Condanneranno la Juve ugualmente, ma io ve lo ripeto da un mese: da quelle intercettazioni non c’è il reato di illecito sportivo. Ora lo dice anche l’ex presidente del Bologna Gazzoni, grande accusatore e vittima del sistema calcio di questi anni. Concorda con l’ex capo dell’Ufficio Indagini, Corrado De Biase: “Non vede dimostrazioni di illecito e dice che e’ tutta una manovra? Da un lato ha ragione. In effetti l’illecito sportivo significa comprare una partita, mentre il reato commesso attraverso la ragnatela di interessi creata da Moggi e Giraudo non e’ previsto dalla giustizia sportiva. Non c’e’ dubbio, però, che il campionato sia stato falsato”. Il punto è esattamente questo. Da quello che sappiamo, il reato di illecito sportivo della cupola non c’è. Gazzoni aggiunge che, comunque, il campionato è stato falsato. Prove però non ne ha e resta il fatto che, stando a quanto ha presentato Palazzi, l’articolo 6 non è stato violato.
24 giugno
Moggi l’avrebbe già preso
In questi mondiali ho visto un solo nuovo grande giocatore, Maxi Rodriguez, il nuovo Nedved.
24 giugno
Ho letto il provvedimento di Palazzi
Da un lato dà ragione a Corrado De Biase, spiega cioè che per configurare l’illecito sportivo non ci si può aggrappare a ipotesi di associazione, cupola, illecito strutturato eccetera. Sulla base di questo ragionamento, Palazzi “salva” il Milan dall’accusa che gli aveva mosso Borrelli (e oggi Borrelli reagisce male: basta leggersi le prime pagine di Corriere e Repubblica e i loro editoriali). Palazzi in sostanza dice che bisogna andare a vedere partita per partita se l’illecito o il tentativo di illecito ci sono stati. Per tre quarti del provvedimento procede effettivamente e lodevolmente così, anche nella formulazione dei capitoletti dei singoli capi d’imputazione. Cioè parla della Lazio e dice che in relazione alla partita X (e sono più d’una quella imputate alla Lazio) c’è stata una telefonata prima della partita con richiesta di arbitri aiuti e favori, poi c’è stata la partita con evidenti favoritismi (Palazzi si addentra come un moviolista sui momenti caldi della partita) e, infine, c’è una telefonata successiva di reciproci complimenti per l’esito. Procede così sulla Fiorentina, però con una punta di complottismo (non spiega come mai l’arbitro che avrebbe dovuto pilotare Lazio-Fiorentina a favore delal Fiorentina abbia negato alla Fiorentina il più clamoroso ed evidente rigore della storia del calcio: parata di Zauri), e sul Milan dove accerta che Meani agiva per conto di Galliani quando ha chiesto, e ottenuto, i guardalinee amici. E per questo deferisce il Milan per responsabilità diretta oggettiva ex articolo 2. Contemporaneamente, Palazzi scrive che non c’è la prova che le successive disposizioni di Meani ai medesimi guardalinee (alza la bandierina a favore nostro quando c’è il dubbio) siano state concordate con Galliani. Giusto, ma anche bizzarro visto che tutta l’impalcatura delle accuse alla Juventus sembrano di natura presuntiva. Non c’è indicata nemmeno una gara che la Juve avrebbe comprato o che sul campo sia stata modificata. (Caro Liguori, Roma-Juve non è stata taroccata nemmento per l’accusa, rassegnati: le avete buscate sul campo). Non c’è nemmeno una telefonata di Moggi con richieste di favori per una partita. C’è, però, la presunzione complottistica che le 7 cene in un anno tra moggi e giraudo e i designatori e poi le schede estere e lo sconto a pairetto per l’acquisto di una fiat sottintendano un disegno criminale che poggia anche su De Santis (del quale però non c’è nessun collegamento probatorio o telefonico con la Juve). Palazzi si deve, inoltre, arrampicare su un’interpretazione dell’articolo 6 contraria alla legge 401/89, quella che “fa esclusivo riferimento alle finalità distorsive dell’intervento esterno sul corretto e leale svolgimento della competizione, cioè della singola gara”. Siccome Palazzi non ha prova di illecito su una singola gara, come dice di averla per Lazio, Fiorentina e Samp, scrive che le responsabilità disciplinari della Juve riguardardano “anche le ipotesi in cui le condotte accertate non incidono direttamente sullo svolgimento e sul risultato di una gara, ma sono dirette ad assicurare un vantaggio in classifica”. La differenza non mi è chiara, visto che “per assicurare un vantaggio in classifica” ci devono essere condotte dirette a incidere sul risultato di una gara, a meno che la differenza non sia: non abbiamo le prove che la Juve abbia taroccato nessuna gara, quindi deve necessariamente aver condizionato tutto il campionato. Le prove non ci sono, se non le cene e le sim estere, chiare violazioni dei principi di lealtà sportiva. Ma se si punta soltanto su questo, su cene in cui non si sa di che cosa si sia parlato e su telefonate sconosciute su cellulari non intercettati, abbiate il coraggio di dire che tutto ciò che si è pubblicato fin qui, tutte quelle intercettazioni, erano fuffa.
Queste sono le incongruenze dell’accusa, ammesso che le circostanze siano provate e non possano essere confutate. Ma per queste ora tocca alla difesa.
24 giugno
Mezzo mandato di fuoco
Le strategie e i colpi bassi di democratici e repubblicani per conquistare il Congresso e vincere in Iraq
(Passeggiate Americane – 5)
24 giugno
Peter Beinart per Massimo D’Alema
Modelli americani
Style – Il Corriere della Sera, giugno
Botte da orbi
A Fahrenheit, Radio 3, con l’interlocuotore Danilo Zolo.
24 giugno
Un libro tira l’altro
Cambiare Regime a Radio 24 domenica scorsa
24 giugno
Il deferimento è rotondo
Il Foglio, 23 giugno
Proposta di linea difensiva per la Juve
Suggerita da Piergiorgio:
“Conversazione estrapolata durante la partita Cekia – Italia.
CIVOLI: Petr Cech, uno dei più grandi portieri al mondo… Adesso è al Chelsea, ma, pochi lo sanno, due anni fa era vicinissimo all’Inter.
MAZZOLA: Sì, è vero, era stato seguito a lungo, poi gli osservatori hanno preferito… ma rivediamo il gol!
CIVOLI: No, no, Sandro, stavi dicendo: poi gli hanno preferito…?
MAZZOLA: (con un filo di voce) …Ehm… Julio Cesar…
E non c’è neanche bisogno dell’intercettazione telefonica!”
22 giugno
Sempre più comico
Il procuratore federale deferisce le 4 squadre e 30 persone per violazione dell’art. 1 e/o 6, ma non specifica chi ha violato cosa e non fa i nomi degli indagati per TUTELARE LA LORO PRIVACY.
22 giugno
Gol della Gea e di Pippo, migliori in campo Cannavaro, Buffon e Nedved. In panchina mister Lippi. Peggiore in campo, al solito, Totti (quello del cucchiaio sul raccordo anulare). Ci fosse stato anche Iuliano saremmo stati perfetti
22 giugno
Il capo ufficio indagini del calcio scommesse
Corrado De Biase, oggi, al Foglio:
““Si parla di illecito strutturato. Ma che cos’è? Non esiste. Si vuol far capire che c’è qualcosa di diverso, di anomalo. Ma illecito strutturato proprio no. Esiste l’illecito sportivo. Non si può parlare di cose che non esistono nell’ordinamento giudiziario sportivo”.
E, ancora:
“Io devo dire una cosa. Abbiamo visto e letto di tutto, ma manca un elemento. La dimostrazione dell’illecito sportivo io ancora non l’ho vista. Si parla di partite, tante partite che sarebbero state truccate. Ma nessuno ci ha detto come. Io almeno non l’ho visto. Tutto questo credo ci sarà nella relazione del capo Ufficio indagini e nei deferimenti del procuratore federale. Fino a oggi quello che vedo io è la violazione dell’articolo uno del codice di giustizia sportiva, che impone ai tesserati di comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità. Questo c’è di sicuro, così come c’è una condotta irresponsabile: le telefonate ai designatori ne sono un esempio. Però quello che abbiamo letto fino a oggi a me non dimostra che c’è stato il tentativo di alterare una partita”.
22 giugno
Al direttore
Mentre fuggiamo a gambe levate dall’Iraq, ci prepariamo a un’altra figuraccia in Afghanistan, mostriamo la faccia feroce appena usciti dal dipartimento di stato, invitiamo a Roma chi esporta l’islam col terrorismo e presto con la Bomba, riceviamo il Frente sandinista del Nicaragua, facciamo affaroni con l’amico Putin come neanche ai bei tempi del Cav., incontriamo quel gran bollito di Chirac e mandiamo Patrizia Sentinelli da Paul Wolfowitz (che Dio ci perdoni), mi chiedo quali attività produttive stiano escogitando gli amici radicali che un tempo frequentavano l’American Enterprise Institute?
Christian Rocca
Il Foglio, 22 giugno
Non si può chiedere di chiudere Guantanamo
Senza proporre un’alternativa sullo status giuridico dei nemici combattenti
22 giugno
Il formidabile Daw spiega con parole chiare la nuova Costituzione
22 giugno
Il terzo partito e i suoi leader di destra e di sinistra
Le strategie liberal di McCain, Bloomberg, Hillary, Giuliani e la benedizione di Greenspan a favore di un candidato indipendente
(Passeggiate Americane, 4)
21 giugno
Oggi le comiche
Avete visto Matrix con l’arbitro De Santis? Mentana è stato bravo e imparziale. La solita compagnia di torquemada romanisti più un altro imbarazzante vice della Gazzetta (ma dove li pigliano ‘sti vicedirettori) roteava la spada e dimostrava nulla. Per una volta, anziché le chiacchiere, Mentana ha fatto vedere le partite sospette di cui tanto si è parlato nelle intercettazioni e, dopo attenta disamina, De Santis è stato assolto con lode e bacio sulla fronte. Nessun errore, nessuna decisione clamorosa, tutto o quasi perfetto. A un certo punto la prova regina contro la Juve è diventata quella che De Santis nell’anno incriminato avrebbe sfavorito la Juve. Una comica. La cosa straordinaria è che la redazione non è riuscita a trovare una partita sospetta della Juventus, nessuna. E, di più, De Santis ha detto di non aver mai parlato con Moggi e Giraudo in vita sua (ma di aver visto più volte Caselli, che ha confermato) se non nelle occasioni istituzionali e infine ha spiegato a) che i dirigenti possono entrare negli spogliatoi b) che tutti i dirigenti di tutte le squadre entravano negli spogliatoi. Il direttore del Romanista alla fine ha detto che forse non c’è illecito sportivo ma un problema etico. In mano non hanno niente, il campo ha dimostrato che non c’è stato nulla di anormale, se non gli errori. E’ una comica. Se c’è un giudice alla Caf, il prossimo anno c’è la terza stella.
21 giugno
Cose che voi umani
Il sottosegretario no-global Patrizia Sentinelli il 26 giugno incontra Paul Wolfowitz a Washington. Che Dio ci perdoni.
20 giugno
Zapatero necesita leer un libro
Un giornalista spagnolo suggerisce al premier spagnolo di leggere “Cambiar el Régimen La izquierda y los últimos 45 dictadores”
20 giugno
Il NO oligarchico di Pannella
20 giugno
L’Italia ce la può fare
Io ho aderito all’ottimo appello di Daniele Capezzone, anche se dubito che con questa maggioranza (e questa magistratura) l’Italia ce la possa fare
20 giugno
Il miglior giocatore del mondo (dopo Moggi)
E’ questo qui. Peccato sia titolare del sito web più bruttodella storia. (Peccato, però, sia un omonino)
19 giugno
A che server?
Sabato e domenica di black out. Ma al Foglio siamo fatti così, quando si fanno pulizie non avvisiamo.
18 giugno
Il blocco del raccordo anulare
Una volta c’era il blocco Juve. Ora come capita da tempo c’è la questione dell’impresentabilità dei giocatori della Roma (et similia) fuori dal raccordo anulare. Totti, già peggiore in campo alla prima, si è ripetuto contro gli Usa. Sbaglia Lippi a metterlo in campo, se non sta in piedi. Sbaglia il doppio se per farlo giocare è costretto a mettere due mediani che corrano al suo posto e a escludere un’ala che faccia i cross a toni e gilardino. La questione del raccordo anulare vale a maggior ragione per De Rossi. Noto che la sindrome Moratti ha colpito ancora. Già l’altra volta ha sgonfiato Grosso, appena acquistato. Ora è toccato a Toni.
18 giugno
Una bella figura
New York Times e Washington Post non hanno scritto una riga, dicasi una riga, della visita di Max D’Alema a Washington. (Oggi Scalfari scrive che con Berlusconi l’Italia era irrilevante all’estero).
Visto il contenuto del colloquio, però abbiamo fatto una bella figura.
18 giugno
L’orrore nel pugno
Sabato una militante di un tavolo della Rosa nel pugno mi ha dato due volantini a favore del no al referendum. L’orrore non sta in un posizione conservatrice e contraria a una riforma che per quanto pasticciata contiene il succo di tutto ciò per cui i radicali si sono battuti dal 1987 all’altro ieri…, l’orrore sta che i due volantini erano la quintessenza dell’antipannellismo e invitavano a una manifestazione di giovedì con Elena Paciotti e Oscar Luigi Scalfaro. Buone attività produttive.
18 giugno
Zig zag Max
La visita di D’Alema a Washington preceduta da qualche cambio di linea.
17 giugno
Alla domanda di Luca rispondo
E’ peggio la pubblicazione
18 giugno
La balla delle ammonizioni por Juve smontata scientificamente da un genio della statistica
16 giugno
Le semiguerre culturali su aborto e matrimoni gay
La sinistra cade di nuovo nella trappola dei valori. Quasi quasi le conviene che Bush riesca a far cancellare la sentenza Roe vs. Wade
(Passeggiate americane, 3)
16 giugno
Leggere, ritagliare e conservare
Le prime due colonne del Foglio dal titolo “Palla tonda, moralista tonto”. Autore: Giu. Fer.
16 giugno
Valter Vecellio su Notizie Radicali
Recensisce Cambiare Regime
16 giugno
Smoking bread
Oggi Repubblica inchioda definitivamente Luciano Moggi: pare che a Torino, durante le partite della Juve, stava sempre a bordo campo e “si comportava come il vero padrone di casa”. Non solo, “sul terreno di gioco era presente quasi sempre il suo fornaio: un uomo abbastanza grosso che non passava inosservato”.
16 giugno
Ari-metodo Moggi
Dopo lo scudetto Primavera della settimana scorsa, ieri la Juventus ha vinto anche il campionato Allievi.
16 giugno
“Discovery”
L’articolo di Bonini e D’Avanzo di oggi è l’esempio sommo dello stato del giornalismo italiano e della magistratura italiana. La sintesi perfetta tra il declino della cultura del diritto e l’esaltazione della cultura del sospetto. Difficile eguagliarlo in tempi brevi.
15 giugno
Chi voleva lasciare mille soldati in Iraq? Il Cav.? Martino? No, D’Alema
Per giustificare il tutti-a-casa in Iraq, ieri Massimo D’Alema ha detto al Senato di aver scoperto solo di recente, e con un certo fastidio, che l’ipotesi di lasciare civili italiani a Nassiriyah nascondesse in realtà la trappola della presenza di 800-1000 militari a loro protezione. Peccato non sia vero. Basta fare una semplice ricerca su Google per scoprire, anche sui siti ufficiali dell’Unione, che questa ipotesi non solo era ben a conoscenza di D’Alema, ma addirittura – prima di cedere a Bertinotti – anche la sua linea ufficiale oltre che del ministro Parisi. Segnalo, giusto per fare un solo esempio, la puntata del 23 maggio di Ballarò. A una domanda di Giulio Anselmi sull’ipotesi di lasciare in Iraq 800-1000 persone a protezione dei civili, D’Alema ha risposto: “Intendiamo ritirare le nostre forze, ma nello stesso tempo vogliamo rafforzare la nostra presenza civile di sostegno alla ricostruzione democratica di quel paese. Ora serve un piano concreto, ma non c’è dubbio che una presenza civile ha bisogno di una protezione, diciamo. Credo che nel giro di pochi giorni diremo che cosa faremo, quante persone saranno impegnate in questo programma e che tipo di protezione avranno”. Nel giro di pochi giorni ce l’ha spiegato in castigliano.
Christian Rocca
15 giugno
Un asterisco (mediocre)
Stavolta Internazionale concede a un libro del titolare un asterisco, evvai. Ma il titolare se lo è meritato oppure è merito del Segretario Generale del Partito? Chissà.
15 giugno
As american as apple pie
Nel numero di Vanity Fair Usa che contiene il comico reportage sul Nigergate e la sua origine in Gladio, P2 e forse anche nella tragedia di Vermicino (illustrato con gigantografie di bush, rumsfeld, cheney, carlo rossella, francesco pazienza, michael ledeen e – poteva mancare? – licio gelli) c’è un coltissimo pezzo di Christopher Hitchens intitolato “as american as apple pie” sulle implicazioni libertarie, le influenze sulla letteratura e sullo spirito americano del… pompino.
14 giugno
Sistema Moggi-Giraudo, Meani-Galliani o squadra di pippe?
Provate a confrontare le formazioni titolari di Juve, Milan e Inter e date un occhio alle parentesi:
Juve
Buffon (titolare Italia), Zambrotta (titolare Italia), Thuram (titolare Francia) Cannavaro (capitano Italia) Chiellini (titolare Italia under 21), Camoranesi (semi-titolare Italia) Viera (capitano Francia) Emerson (titolare Brasile) Nedved (capitano Repubblica Ceca) Trezeguet (chevvelodicoafare dopo ieri, Francia) Ibrahimovic (titolare Svezia)
Milan
Dida (titolare Brasile) Cafu (capitano Brasile) Nesta (titolare Italia) Kaladze (squadra non qualificata) Jankulovski (titolare Rep. Ceca) Pirlo (titolare Italia) Gattuso (semi-titolare Italia) Seedorf (non convocato Olanda) Kaka (titolare Brasile) Sheva (titolare Ucraina) Gilardino (titolare Italia)
E ora l’Inter
Toldo (non convocato Italia) Zanetti (non convocato Argentina) Cordoba (squadra non qualificata) Samuel (non convocato Argentina) Favalli (non convocato Italia) Figo (capitano Portogallo) Veron (non convocato Argentina) Cambiasso (titolare Argentina) Stankovic (capitano Serbia) Cruz/Martins (riserva Argentina/squadra non qualificata) Adriano (paracarro Brasile)
14 giugno
La grande stampa italiana
Non una riga, dico: nemmeno una, sulla conferma ufficiale che Karl Rove non è mai entrato né ci entrerà nell’inchiesta Ciagate che tanti frisson aveva provocato ai giornali italiani negli ultimi mesi. Nemmeno una riga, dopo mesi di balle. Complimenti.
14 giugno
Quest’uomo è stato votato dai rosapugnoni
13 giugno
La Francia non segna ai mondiali da otto anni
13 giugno
The world according to Hitch
Strepitosa intervista-ritratto di Christopher Hitchens, specie su aborto e temi religiosi. Hitch è più laico di chiunque altro al mondo, ma le sue riflessioni dovrebbero far riflettere i laicisti del pugno. Con una curiosità sulla pericolosità sociale di Maureen Dowd.
13 giugno
Nadagate (o Nigerbarzelletta US side)
WASHINGTON, June 13 — The prosecutor in the C.I.A. leak case on Monday advised Karl Rove, the senior White House adviser, that he would not be charged with any wrongdoing, effectively ending the nearly three-year criminal investigation that had at times focused intensely on Mr. Rove.
13 giugno
Consiglio
Leggetevi sulla prima pagina del Foglio le quotidiane cronache delle partite dei mondiali
13 giugno
Oggi Diliberto
Sul Corriere chiama il Kosovo “la Serbia del Sud”.
13 giugno
Giovanni De Luna recensisce Cambiare Regime (o forse un altro libro) in un’intera pagina della Stampa
13 giugno
Il grande scisma liberal
I democratici americani hanno l’opportunità di riconquistare il Congresso, ma le due anime del partito si dividono sulla strategia radical o centrista e rischiano di far rivincere Bush
(Passeggiate americane 2)
13 giugno
Sto metodo Moggi era una sòla
Un geniale lettore, Gabriele, ha smontato uno dei cardini dell’accusa al sistema Moggi. Questo: “L’azione attuata con modalità pressochè sistematica diretta ad assicurare alla Juventus la posizione di un preventivo quanto illegittimo vantaggio ottenuto a danno delle altre squadre competitrici […] Situazione di fatto raggiunta con il proditorio indebolimento delle squadre avversarie prima ancora che queste hanno gareggiato con la Juventus, conseguito con l’iniquo arbitraggio del direttore di gara che sfrutta circostanze propizie per ammonire o espellere i giocatori del club che nel turno seguente deve affrontare la squadra bianconera”. Insomma la questione dei cartellini ai diffidati che la settimana successiva avrebbero incontrato la Juventus.
Ebbene, Gabriele ha stilato la classifica realtiva al campionato incriminato con il numero di squalificati che non hanno potuto affrontare una squadra.
La classifica è questa:
Atalanta 31
Bologna 27
Reggina 26
Juve 25
Brescia e Lecce 24
Lazio e Parma 23
Inter, Doria e Udinese 22
Cagliari e Siena 21
Milan 20
Livorno 19
Chievo e Messina 18
Palermo 15
Fiorentina 13
Roma 11
Noterete che la Juve è la quarta favorita della Serie A, con 3 squalificati in più dell’Inter e 5 del Milan. Ma noterete anche che le prime due favorite, Atalanta e Bologna, sono retrocesse. A dimostrazione che è tutta una roba che con i risultati sul campo non c’entra nulla.
13 giugno
Anche la Samp indagata
A oggi, applicando l’interpretazione ampia dell’articolo 6 sull’illecito sportivo, in serie B andrebbero:
Juve, Milan, Lazio, Fiorentina, Udinese, Samp, Siena, Reggina. E, peraltro, non si capisce perché non ci debbano andare anche gli unici che sono stati già condannati per aver falsificato il torneo. l’Inter (cioè Recoba e Oriali) che è stata condannata penalmente per il falso passaporto di Recoba. E ora sta per arrivare la sentenza per la Roma (Sensi e Cafu): assolti, però.
13 giugno
Attenzione, è già cominciata la beatificazione del sistema Moggi
Nei talk show della notte. E’ stata sufficiente una vittoria contro il Ghana.
13 giugno
Il sistema Moggi (e il controsistema Meani, Della Valle eccetera) ha funzionato molto bene
Due rigori negati ai nostri avversari ed espulsione non comminata a De Rossi, sicché i primi tre punti portati a casa. L’Italia ha giocato bene, molto bene: 2 a 0. Mi è sembrata una delle migliori squadre viste fin qui. L’ex allenatore della Juve di Moggi, Marcello Lippi, è stato il più bravo di tutti. Scelte indovinate, tranne Totti (il peggiore in campo come spesso gli capita quando esce dal raccordo anulare). Ottimo Andrea Pirlo (sistema Meani), autore anche di un fantastico gol. Bene anche l’uomo Gea Vincenzo Iaquinta, autore del secondo gol. Con Pirlo, i migliori in campo sono stati Luca Toni (sistema Della Valle, una traversa), Gilardino (sistema Meani, un palo), Perrotta (scoperto da Moggi) e Zaccardo. Bene e molto attenti i due centrali Cannavaro (sistema Moggi), Nesta (uomo Gea e sistema Meani) e il portiere Buffon (scommettitore, sistema Moggi). Male soltanto Grosso, probabilmente perché l’ha appena preso l’Inter per sostituire Robero Carlos.
12 giugno
Oggi l’articolo da leggere è l’intervista al dissidente iraniano Ganji sul Corriere
Peccato solo che il Corriere abbia titolato male lo splendido pezzo.
12 giugno
Recuperi
Ecco, grazie a un uomo pio, la recensione di Panorama, del Diario e la segnalazione su A di Cambiare Regime
12 giugno
Appello a Repubblica, non fatelo più
Luca Sofri non si incazza mai e quasi mai prende posizioni decise e assolute e definitive, tranne quando i critici musicali di Repubblica producono il loro inutile e bimestrale articolo sulla grandezza dei vecchi rockers tipo Dylan, Jagger, Gilmour rispetto alle giovani leve (di cui loro non parlano mai)
11 giugno
Moggiopoli o Gazzettopoli?
Dunque con l’arbitro De Santis, nell’anno incriminato, la Juventus ha fatto 7 punti su 15 (su 18 se ci mettiamo anche la Coppa). La Juve ha vinto con l’Atalanta e il Lecce, ha pareggiato con il Parma (pareggio di Marchionni a 4 minuti dalla fine con partenza in fuorigioco) e perso con l’Inter e con il Palermo. Un’associazione a delinquere non molto efficace. Così poco efficace che durante Juventus-Inter a poche giornate dalla fine (ah, la partita fu vinta immeritatamente dall’Inter e i pali ancora tremano) ci fu la mezza gomitata di Ibrahimovic a Cordoba. De Santis non la vide, ma se fosse stato parte del disegno criminoso di Moggi intanto avremmo vinto, poi nello specifico della gomitata avrebbe dovuto scrivere nel referto di averla vista ma di non averla giudicata punibile per non far scattare la prova televisiva. Invece non lo fece. Risultato? Ibrahimovic fu squalificato per tre delle ultime giornate di campionato, compresa quella decisiva con il Milan a Milano (quella i cui arbitri e i guardalinee, sempre stando alle intercettazioni, sarebbero stati scelti di persona personalmente dall’addetto agli arbitri del Milan). La Juve fece naturalmente ricorso, ma i sodali della Federazione forse erano andati in ferie, sicché il nostro più formidabile attaccante non giocò la partita decisiva dell’anno più altre due. Sul campo, senza Ibra e senza De Santis e senza la Federazione amica anzi con la terna arbitrale “scelta” dagli avversari, vinse la Juve.
De Santis, inoltre, è l’arbitro della Supercoppa italiana giocata a Torino, sempre contro l’Inter. Regalò sei rigori alla Juve, annullò 15 gol regolari a Stankovic e fece vincere l’ennesimo trofeo rubato alla Juventus? No, sullo 0-0 annullò un gol valido a Trezeguet. E, sul campo, la coppa andò all’Inter. (Ma solo perché in porta c’era Chimenti, sennò gli avremmo fatto un mazzo così. Come sempre, tranne quando ci arbitra De Santis).
11 giugno
Il Corriere della Sera
Oggi il miglior grande giornale italiano pubblica in prima pagina i due peggiori editoriali di politica estera del giorno. Il primo di Venturini, il secondo di Biagi.
11 giugno
Romanzo dell’antitirannide
Giulio Meotti recensisce Cambiare Regime su Tempi
10 giugno
Massimiliano Parente recensisce Cambiare Regime sul Domenicale
Non online
10 giugno
La truffa dei mondiali
Siamo nel 2006, eppure le immagini dei mondiali sono geometriche, con pochi replay e – soprattuto – soltanto in sedici noni. Sulla Rai trasmettono come quei vecchi film western degli anni Settanta, con la fascia nera in alto e in basso. Tutto rimpicciolito e per vedere ci vuole il binocolo. Su Sky, le immagini sono tagliate a destra e sinistra. La Rai non mette nemmeno una grafica per far capire che partita si sta giocando, il risultato e i minuti. Che vergogna, poi se la pigliano con Moggi.
10 giugno
L’Espresso su Cambiare Regime
Dibattiti di gran classe, da Fassino a Paul Berman, da Sofri a Ferrara, sul pamphlet del momento, ‘Cambiare regime’ di Christian Rocca (Einaudi), ben scritto, pieno di spunti graffianti sulla sinistra liberale, i neocon e l’export di democrazia. Solo un’amnesia nelle pagine su Vladimir Putin, al 15 posto tra i 45 dittatori viventi censiti da Freedom House. Autocrate in patria, imperialista ai confini, Putin governa attraverso Gazprom, sbatte in carcere i dissidenti, controlla la tv di Stato, censura i massacri in Cecenia. Ha segato i partiti di opposizione e i giornalisti scomodi, abolito le elezioni regionali, distrutto la società Yukos. Manca un dettaglio gigantesco, nell’elenco di Rocca: il più fervido amico e sostenitore in Europa di questo campione di autoritarismo è il nostro ex premier Berlusconi (più di Schröder). Non una riga, neanche mezza. (E.A.)
10 giugno
Il miglior commento sulla morte di Zarqawi
Christopher Hitchens, ovviamente.
9 giugno
Cronaca Vera
“Oggi dedico questa rubrica all’io. Per farmi capire meglio lo scriverò con la maiuscola: Io”
Eugenio Scalfari sull’Espresso di oggi
9 giugno
Caretto oggi
Si stupisce che un destro come Daniel Pipes commenti la morte di Zarqawi esattamente come il radical Sy Hersh e che il liberal Thomas Friedman “condivida l’analisi dei neocon”. Caretto non ha ancora capito che Pipes è scettico e pessimista perché era scettico e contrario all’idea di democratizzare il medio oriente, mentre Friedman “condivide le analisi dei neocon” perché era ed è favorevole alla strategia di democratizzare il medio oriente. Non è difficile.
9 giugno
La democrazia e il tutti a casa
9 giugno
Oggi Cambiare Regime è recensito sull’Espresso e su Diario
Elogi e una critica sull’Espresso. Alto tasso etilico nelle due pagine del mio amico Mauro Suttora su Diario.
9 giugno
MicroMatrix
A Matrix c’è Paolo Bergamo, il quale facilmente (ripeto: facilmente e in modo imbarazzante per i giustizialisti assetati di sangue) smonta tutte le ipotesi complottistiche sulla cupola e sui sorteggi e sulle griglie. Della figuraccia del vice Torquemada presente in studio non mi occupo, ma Mentana? Cioè, Bergamo gli dice che la storia della telefonata di Moggi sulla griglia era una cosa normalissima che capitava spesso anche con Facchetti e con Galliani e con Meani e con tutti gli altri… e Mentana che cosa fa? Passa all’altra domanda? E sulla telefonata con Carraro, dove l’unica cosa chiara è che Carraro ribadisce di essersi raccomandato che le scelte dubbie fossero tutte contro la Juve? Mentana non gli chiede perché. E quando Bergamo, del quale apprendiamo la sua iscrizione al Pci, spiega che le 2 famose cene con Moggi e Giraudo non sono state l’eccezione perché spesso riceveva e ospitava a casa il suo grande amico Facchetti? Mentana passa ad altra domanda. Boh.
PS
Dell’articolo di Liguori oggi su Panorama in patetica difesa di Galliani, taccio per carità di patria.
9 giugno
Panorama e A recensiscono e segnalano Cambiare Regime
Sempre non online, quantomeno non ho voglia di cercarle
9 giugno
Metodo Moggi
La Juventus Primavera ha vinto lo scudetto 2006 battendo in finale la Fiorentina 2 a 0
8 giugno
I dolori di George W. Truman
Gli ultimi due anni e mezzo di Bush alla Casa Bianca (quasi quanto l’intera presidenza Kennedy) sospesi tra un posto nella storia e il tracollo alle elezioni di metà mandato. (Passeggiate americane – 1)
8 giugno
L’hanno preso bene
“Al Zarqawi has been terminated”. La dichiarazione del nuovo premier iracheno in diretta tv a proposito del bombardamento americano sul capo di Al Qaida in Iraq.
8 giugno
L’hanno presa bene
Titolo di Apertura del giornale comunista Liberazione:
“Agguato al Senato a Lidia MEnapace. Esclusa da fascisti, militari e un dipietrista”
8 giugno
Cambiare Regime recensito su Giornale d’Italia e Avanti
Non online, peccato.
8 giugno
Cambiare Regime su Normblog
Sintesi della presentazione romana a cursa di un blogger d’eccezione, John Lloyd. (Io però non mi definisco “socialdemocratico”)
7 giugno
Elogio del centrosinistra
La maggioranza dimostra di avere delle idee sbagliate, ma di saperle difendere
7 giugno
Daniele Capezzone presidente della Commissione parlamentare sulle Attività Produttive.
Complimenti e auguri. E’ il secondo radicale della storia (dopo Taradash alla Vigilanza Rai) a presiedere una Commissione. Eliovo Vito è diventato presidente della Giunta per le elezioni, già da deputato forzista. Ora speriamo che Capezzone limiti le pazzotiche dichiarazioni su Zeman.
7 giugno
Perché la sinistra ha dimenticato le idee di sinistra
Gli interventi (sbobinati dalla traduzione simultanea e non rivisti dagli autori) di Paul Berman, Christopher Hitchens, John Lloyd alla presentazione del libro Cambiare Regime
Il Foglio, 6 giugno
“La provocazione di Rocca”
L’Avvenire su Cambiare Regime
5 giugno
Cambiare Regime è entrato nella classifica dei libri più venduti pubblicata dal Corriere
14esimo posto nella settimana dal 22 al 28 maggio (ma il libro è uscito soltanto il 24 maggio)
4 giugno
Che cosa vuole fare l’America sull’Iran
3 giugno
L’aver portato D’Alema al governo gli ha dato alla testa
Ieri al Comitato politico dei radicali italiani, il mio amico Capezzone ha detto che Giuliano Ferrara mi dà ordini per picchiare sui radicali in un unico disegno criminoso volto a sostenere Massimo D’Alema, il quale – va ricordato – è al governo grazie al medesimo Capezzone e non a me che ho votato Berlusconi.
(Grazie, comunque, per i complimenti al libro)
3 giugno
Questo blog sta con il suo amico Sergio D’Elia
3 giugno
“E’ emerso, in quest’incontro, che Rocca è di sinistra”
Il quotidiano Europa ben recensisce Cambiare Regime e il dibattito del Capranichetta
3 giugno
L’intervento di Piero Fassino
Alla presentazione di CAMBIARE REGIME
3 giugno
“Qui siamo tutti di sinistra, perfino Christian Rocca”
L’intervento di Adriano Sofri parte Iparte II
Alla presentazione di CAMBIARE REGIME
3 giugno
Recuperi/3
Marta Dassù stronca Cambiare Regime sul Foglio
SDM tra i liberators stronca l’autore di Cambiare Regime sempre sul Foglio
3 giugno
Recuperi/2
Ci ritiriamo? Forse, ma da dove? Dall’Iraq, da Kabul o dai Balcani?
Tornano i neocon, ma nel partito di Clinton
3 giugno
Il video della presentazione di CAMBIARE REGIME
Sul sito di
2 giugno
Recuperi/1
Sono usciti parecchi articoli sulla presentazione di CAMBIARE REGIME e, in particolare, sulla presenza di Adriano Sofri. Segnalo oggi Mattia Feltri sulla Stampa, Dino Martirano sul Corriere, Goffredo De Marchis su Repubblica, ma anche il Manifesto eccetera.
Anche nei giorni scorsi sia il Corriere sia La Stampa hanno dato ampio spazio. (mancano molti link, chi li trova è bravo)
2 giugno
Il Tg3
Ieri il Tg3 delle 19 ha dato la seguente notizia: “Giuliano Ferrara ha presentato il suo ultimo libro: Promuovere la democrazia”
2 giugno
Query: Who wrote the following paragraph? The Heritage Foundation? Some fundamentalist neo-cons? The Weekly Standard?
Lo Euston Manifesto sbarca in America (ancora nessuna notizia in Italia)
1 giugno
Radio 3 Mondo
Cambiare Regime discusso alla trasmissione di Oscar Giannino con Sergio Romano, Antonio Polito, Massimo Teodori e Gianni Riotta
1 giugno