Complimenti al governo di centrosinistra. Le idee ci sono, anche se spesso molto sbagliate. Ma al di là dei giudizi di merito il punto è che la squadra dei ministri di Prodi sembra capace di realizzarle queste idee, quantomeno sembra in grado di dettare l’agenda politica italiana, non di subirla. Certo, la grande stampa è simpatetica, i poteri forti fiancheggiano, quelli intermedi parteggiano, tutto questo senza dubbio aiuta. Ma ricordatevi i primi e anche gli ultimi passi del governo Berlusconi. Pensate al balletto sulle tasse, quando è bastata l’opposizione di un Follini per mandare tutto a monte. Quasi mai il centrodestra è riuscito a guidare il dibattito pubblico nei suoi anni di governo, neanche quando è riuscito a imprimere svolte vere come in politica estera e sulla bioetica. Il pallino è comunque rimasto in mano agli avversari e al governo non restava che difendersi. Di rado il centrodestra ha fatto ciò che aveva progettato e quando c’è riuscito – dalla riforma delle pensioni a quella del lavoro a quella della scuola a quella costituzionale – i fari sono rimasti spenti, quasi non se ne è accorto nessuno se non quando l’opposizione ha deciso di dare battaglia.
Il nuovo governo Prodi non avrà la sfrontatezza guascona di Zapatero, uno che quanto a capacità di realizzare follie di vario genere è il campione mondiale, però i primi passi sono incoraggianti. “They deliver”, come dicono a Washington, questi fanno davvero ciò che dicono. In politica questa è una qualità. Il ritiro dall’Iraq, bello e pronto senza alcun tentennamento (anzi con possibile allargamento all’Afghanistan). L’amnistia e l’indulto, ecco Mastella. La grazia a Bompressi in un lampo. Fabio Mussi ha ritirato subito la firma che voleva ritirare sul no alla ricerca embrionale. Sono seguite polemiche ma la firma non c’è più. E sulla bioteca è nato all’istante un coordinamento ministeriale, criticabile ma c’è. Sui conti pubblici Padoa-Schioppa è già pronto con la manovra bis ed è già avvolto da applausi e consensi europei. Il ministro Gentiloni ha annunciato i limiti antitrust alle frequenze televisive, come da programma. E se all’inizio qualcuno è scivolato su qualche buccia di banana, per il resto non si sono lasciati sfuggire nemmeno una carica istituzionale, malgrado l’esiguo margine di maggioranza. Sono più capaci, meritano un elogio. Ma è un’aggravante, ora c’è il rischio concreto che anche il resto delle loro idee sbagliate vengano realizzate.
7 Giugno 2006