Camillo di Christian RoccaArchivio blog – Dicembre 2006

Raccolta mensile del blog


Il botto di fine anno

Sergio D’Elia, parlamentare
della Rosa nel Pugno (a proposito di botti, però di
metà
anno), ha chiesto le dimissioni di George Bush. Cin Cin.
Meanwhile, siamo riusciti a
farci spiegare lo stato di diritto da
Al
Maliki

31 dicembre


Una Rotonda sul Mare/5


E’ stato appena ripubblicato
uno dei dischi folk-rock più belli di tutti i tempi “If
I could remember my name
” di David Crosby, anno domini 1971.
Non perdetevelo.

31 dicembre


Morte di un dittatore

Non mi avete mai sentito
appassionato alla pena di morte nei confronti di Saddam, né
in
un senso né in un altro, perché credo che la sua
morte
sia una cosa abbastanza irrilevante e, per me, assolutamente non
interessante. La cosa rilevante è stata toglierlo di mezzo e
poi
catturarlo. L’altra cosa rilevante mi pare il fatto che sia stato
giudicato dagli iracheni, cioè dalle sue vittime e non da me
o
da Michele Serra. Infine sono felice che sia stato punito, sia pure con
la
morte, dopo un processo regolare, invece che fucilato su due piedi e
poi
appeso al contrario  insieme con l’amante nel Piazzale Loreto
di
Milano (a proposito: di tutti i buoni curatori della vita di Saddam
c’è qualcuno pronto a spiegare che bisognava salvare la vita
a
Mussolini?). Oggi, questo concetto dell’irrilevanza della morte di
Saddam, lo spiega meglio di come l’avrei fatto io il
primo editoriale del Los Angeles Times
,
dal quale traggo due frasi: “No one really expects Hussein’s execution,
which took place today, to change much in Iraq” e “It is absurd to
regret the death of a man so brutal”. Quest’ultima frase è
per
Marco Pannella, passato da staccare la spina al povero Welby a volerla
riattaccare a Saddam. Mah.

30 dicembre


Premio peggior editorialista 2006 dei giornali borghesi

Avevo pensato di premiare Gad
Lerner, per l’opera omnia e in particolare per quel memorabile
editoriale in cui spiegava che le proteste mediorientali anti vignette
di Maometto erano un’invenzione dei giornali occidentali. Ma con un
colpo di genio oggi è arrivato Michele Serra a bruciare
l’amico
Gad sul traguardo. Il pezzo di oggi è un capolavoro.
“Per
buona parte del mondo islamico Saddam diventerà un martire.
E
non è necessario essere laureati alla Sorbona per capirlo,
basterebbe il buon senso, basterebbe fare zapping su televisioni di
altre province, non solo della nostra. La morte è un bonus
politico davvero immeritato per un ducetto locale che solo
l´infinita stoltezza dell´amministrazione Bush (che
disgrazia per il povero pianeta Terra) ha deciso di identificare con il
terrorismo islamista. Sbagliando analisi, sbagliando tattica e
strategia, credendo ciecamente nelle proprie bugie e nelle proprie
ossessioni, regalando ai santuari dei fanatici un leader inesistente,
un santino da inalberare nei cortei furenti di folle inferocite e
ignoranti.

Terribile
momento, terribili prospettive: questa guerra maledetta e mendace ha
allungato di molti chilometri la miccia dell´odio religioso,
ha
rafforzato nel mondo povero l´idea funesta di un Occidente
invasore e neocolonialista, che vuole fare il padrone in casa altrui,
imporre le proprie leggi, insediare governi “amici”. Globalizzazione
vuol dire, anche, che pagheremo tutti, anche chi è
innocente, il
prezzo dello sguardo fesso di George W. Bush. Lo sguardo più
antiamericano della storia”.

Ora, a parte le
stupidaggini e le falsità contenute nell’articolo e
l’ignoranza
palese delle cose di cui scrive, vorrei far notare questa cosa del Bush
fesso. E’ considerato normale sostenere che Bush sia scemo. Io non so
Michele Serra, ma Bush si è laureato in STORIA a Yale (con
voti
migliori di quelli di John Kerry), ha fatto il master in business
administration ad Harvard, ha vinto due elezioni da governatore in uno
degli Stati più importanti d’America e di salda
tradizione democratica e poi due, anzi tre con le midterm del
2002, elezioni nazionali nel paese più potente del mondo.
Però è fesso. E dovete crederci se lo dice un
intelligentone – nonché teorico della superiorità
antropologica della razza di sinistra – che nella vita ha diretto un
inserto di barzellette allegato al giornale del Partito Comunista.

29 dicembre


I wish you were here

Con
i
fondamentali Barone e Comotto del Toro diventano 15, in 19 giornate, i
calciatori di squadre avversarie che grazie a diffide e squalifiche
preventive nella domenica precendete non hanno incontrato e non
scenderanno in campo contro gli indossatori di scudetti altrui. Vuol
dire che c’è del marcio? Sì, ma non nel calcio.
Piuttosto
nei giornali italiani che su cose come queste, anzi inferiori a queste,
hanno costruito la farsa di calciopoli e ora non scrivono una
parola.

29 dicembre


Il paese di Dolce&Gabbana

Mentre Luca Sofri, a
mo’
di paradosso, ne fa l’elogio politico, io li considero il peggio del
nostro paese e senza alcun paradosso. Le ragioni sono mille, ma nessuna
supera la notizia secondo cui i due giovanotti avrebbero tolto la loro
pubblicità al Sole 24 Ore a causa di una recensione
negativa della cotoletta servita nel loro nuovo ristorante
milanese, Gold. A Camilla Baresani non era piaciuta la loro cotoletta e
loro hanno tolto al Sole la pubblicità della loro griffe di
moda. Molto elegante.
27 dicembre

Libri

Sto finendo di leggere tre libri di quest’anno, uno americano, uno italiano
e uno, come direbbe Totò, napoletano.
Quello
americano è “America Alone” di
Mark Steyn. Pensate a un libro fallaciano, senza quella rabbia, ma
pieno di ironia, scritto benissimo, centrato sulla demografia e con
cento trovate e cose interessanti.


Quello italiano è “Dio,
Patria, Ricchezza – Inchiesta
sull’America. La
falange
religiosa, il potere delle lobby, l’imperativo del profitto, il culto
dell’inovazione, storie e personaggi di un paese in crisi di
identità” di
Massimo Gaggi. Un libro agile che – a parte il titolo e
soprattutto il sottotitolo più da allegato al Manifesto che
da
casa editrice dei padroni – è una delle cose
migliori e
più interessanti scritte in italiano sugli Stati Uniti di
oggi.


Quello napoletano è “Gomorra”
di Roberto Saviano, un
reportage
sull’impero economico della Camorra che – a parte le ingenue
velleità letterarie e un vetero marxismo di fondo
dell’autore
– è un libro-inchiesta formidabile.

27 dicembre


E per domani l’editoriale di Zucconi è fatto

Secondo l’Associated Press ora
il numero dei morti americani in Iraq ha superato quello delle Torri
Gemelle

26 dicembre


Notizie poco natalizie

1) Gli
americani hanno arrestato 4 senior officers iraniani che combattevano
in Iraq. Sono stati catturati nel compound di Hakim

2) E’
morto James Brown

3)
L’integerrimo, diciamo così, deputato democratico Jack
Murtha
è stato beccato in attività non proprio
limpidissime
(è non è la prima volta)

4)
La balla che a Washington si sapeva di Mohammed Atta prima dell’11
settembre era una balla, ora certificata dal Senato americano
.

25 dicembre


Cobolli Gigli a Filadelfia

No,
non ce ne siamo liberati. C’è che il presidente della mia
squadra di basket, i Philadelphia 76ers, ha deciso di vendere il
formidabile Allen Iverson. E stiamo parlando di una società
che
in passato ha venduto Wilt Chamberlain, Moses Malone e Charles Barkley,
in cambio di Carini, Burdisso e Pistone or the likes.

22 dicembre


L’ultima di Caretto

Oggi
scrive un pezzo per raccontare come, parole sue, “teocon” e “neocon”
siano contrari alla candidatura di Rudy Giuliani alla Casa Bianca. I
neocon contro Giuliani?!? Una parte importante dei neocon
– sempre ammesso che esistano – 
sta con Giuliani
apertamente e dichiaratamente. Norman Podhoretz, uno dei due grandi
vecchi del movimento, è schierato apertamente a favore di
Giuliani. Suo figlio John, editorialista del NY Post e critico del
Weekly Standard, ha addirittura scritto un libro per spiegare che solo
Giuliani può battere Hillary. Io ne conosco almeno un altro
paio
che stanno con Giuliani, gli altri di cui so stanno con McCain (e
guardano con attenzione a Mitt Romney), ma sono certo che se tra i due
dovesse prevalere Giuliani si schiereranno con lui. Al solito, Caretto
non sa chi siano i neocon e ora fa pure confusione con i “teocon” che,
a parte scriversi con l’h (“theocon”) non
sono quelli
di cui parla lui. I theocon in America sono un gruppo ben definito di
cattolici ex di sinistra, diventati conservatori, e rintracciabili
nella misconosciuta rivista Firts Thing. Sono 4 in totale, Novak,
Neuhaus, Weigel. Forse sono tre. Non sono gli evangelici, non c’entrano
nulla. Mamma mia.

20 dicembre


La Commissione più pazza del mondo

L’ultimo
video-presa in giro
demenziale di David Zucker, stavolta sulla Commissione Baker

20 dicembre


Verdelli, così si può

In
realtà la palla potrebbe anche non essere entrata del tutto,
ma
l’unica cosa sicura è che dalle immagini – come ha spiegato
benissimo oggi Padovan – non c’è per niente certezza

dell’una né dell’altra ipotesi, al contrario del solito
titolazzo del giornale rosa che si trova sui banconi del gelato nei bar
dello sporto. Era, invece, da rigore il fallo di Buffon

(grazie a la cinzia)

20 dicembre


Dopo la pubblicità globale data da Camillo

Led Zeppelin, Doors, Grateful
Dead e Carlos Santana e altri querelano il sito delle
meraviglie

19 dicembre


Campagna per le dimissioni di Camogli Gigli

La
Stampa di oggi – a proposito della consegna, ieri, al presidente degli
indossatori di scudetti altrui della coppa di proprietà
della
Juventus – ha scritto: “Chi era in sala giura che al momento della
premiazione il presidente bianconero non ha lesinato applausi al
collega interista”.

19 dicembre


Ma chi scrive gli editoriali della Stampa e del Corriere?

La stupidaggine dello sciopero
delle firme consente di scrivere cose abominevoli, senza essere
scoperti. L’articolo
della Stampa

a commento della situazione in medio oriente è talmente
ridicolo
che non vale nemmeno la pena di commentarlo, basta l’analisi che ne fa
la Informazione
Corretta di Angelo Pezzana
.
Mi chiedo solo chi l’abbia scritto: forse la nuova editorialista
Loretta Napoleoni, quella che spiegava che Zarqawi era un onesto
“proletario” diventato cattivo per colpa degli americani? Quello del
Corriere (nessun link, perché trovarlo è
più
complicato che arricchire l’uranio) è, invece, un pezzo
geniale,
potrebbe essere sia di Sergio Romano sia di Franco Venturini. Tra le
altre cose sostiene che la decisione di Abu Mazen di sciogliere il
Parlamento ingovernabile di Hamas sia sulla stessa scia del golpe
militare che ha impedito (non il risultato democratico, caro anonimo
corrierista) il ballottaggio algerino del 1992, dopo la vittoria dei
fondamentalisti del Fis. Cioè al Corriere paragonano lo
scioglimento di un Parlamento e la successiva nuova chiamata alle urne
a un golpe militare. Stupendo, no? Del resto l’editorialista
scioperante del Corriere è convinto che l’Iran sia una
democrazia, ma evidentemente non sa che i candidati alle cariche
politiche sono scelti dagli ayatollah. Non si rende conto,
evidentemente, che se considera democratica la teocrazia iraniana
allora, per lo stesso motivo, erano democrazie anche l’Italia fascista
e i paesi comunisti.

17 dicembre


Same here

Un
paio di giorni fa mi è capitata la stessa identica
esperienza di questo
giornalista di Slate
.
Sono andato in un negozio per comprare un bel televisore ultra piatto.
Non sapevo nulla di lcd o plasma, né di hdready o full hd.
Insomma, esattamente come John Dickerson, ho scoperto che quasi tutti i
nuovi televisori sono delle sòle, tranne un fantastico Pioneer
da 50 pollici al plasma
. Però costa 8500 euro
(7900 dollari in America). Né io né John
l’abbiamo comprato

15 dicembre


Time has come today

Il
concerto del giorno: The Chambers Brothers, live at Fillmore
Auditorium, San Francisco, 29 maggio 1968 (omaggio al Groove
Calabratown dell’avvocato Intrieri).

15 dicembre


Il
primo
spot di Obama presidente

Le
parole che
sentite le ha pronunciate alla Convention di Boston del 2004. Tra gli
applausi che sentite, si riconosce chiaramente il mio.

14 dicembre


Anno 1994

Ho
visto per la prima
volta la trasmissione di Santoro, ma avrei preferito di no. Mentre il
governo di centrosinistra sbanda e viene fischiato da chiunque, Santoro
ha organizzato una trasmissione contro, indovinate chi?, Berlusconi. E’
stato accusato di aver chiuso Raiot (quanti anni fa?) ed è
stato
pure letto il famoso “resistere, resistere, resistere” del giudice
della federazione di Antonio Matarrese. Ma il Cav. è stato
accusato
anche di essere la causa primaria del
degrado Billionaire che ha colpito l’Italia. A un certo punto Franca
Rame ha citato dati sugli
sprechi del 1992, ha parlato di “certi film del 700” e, dopo aver messo
nel calderone del degrado italiano anche l’offerta premium di Sky, ha
suggerito – per risolvere il problema morale del paese – l’introduzione
in Italia dell’avveniristico “tac” americano che permette di “tac”
bloccare la visione di film per sporcaccioni. Cioè ha
chiesto di
importare in Italia il Parental
Control, possibilità che il telecomando di Sky, e
prima
Telepiù, offrono da almeno un decennio.

14 dicembre


E c’era chi lo voleva presidente

Non contento di aver
ogni possibile disastro in patria, il senatore John Kerry è
andato in Egitto, mica a chiedere il rilascio degli oppositori
democratici, no, è andato a lodare la saggezza di Mubarak in
occasione della difesa di Saddam. Ora Kerry va dal dittatore siriano,
ad Amman. Poi, però, torna

14 dicembre


Il Concerto del giorno

Crosby Still Nash
& Young, set acustico al Fillmore East di New York il 6 giugno
1970

14 dicembre


Luca Sofri cone Nanni Moretti, io peggio

Con
una sparata ben poco terzista (perché quanno ce vo’ ce vo’),
Luca Sofri dice chiaramente e bruscamente che “con questi dirigenti ”
non cambieranno mai le cose. Io sono molto d’accordo, ma allargo il
quadro di Luca. Con questi dirigenti, sia chiaro che io intendo sia di
destra sia di sinistra, figli delle ideologie della prima repubblica
– socialiste, democristiane e comuniste
–  non si
va da nessuna parte, non si avrà mai modernità,
liberalismo e non si starà mai al passo coi tempi. Ma non
è soltanto questione di dirigenti, figuriamoci. E’ una
questione
di ideologie. Servirebbero a nulla, al contrario di quanto dice Luca, i
trentenni e i quarantenni, se poi questi giovani (oddio, i giovani)
scimmiottassero le idee della concertazione, del Vaticano, di Vattimo,
dei sindacati e della guerra fredda. L’altra sera, da Daria Bignardi,
mi sono venuti i brividi alla schiena a sentire Liva Turco spiegare che
il nascituro Partito Democratico si propone di coagulare l’esperienza
comunista e la tradizione cattolica, le due ideologie che nel passato
si sono combattute e che ora si mettono finalmente insieme per far
rivivere lo spirito del compromesso storico (l’ha detto, l’ha detto, ha
detto anche “lo spirito del compromesso storico”). Insomma, Luca, non
è che con questi dirigenti non si va avanti, non si va
avanti
con le carcasse ideologiche del passato, siano esse comuniste,
socialiste, fasciste o democristiane. Ci fosse qui Guzzanti direbbe che
ci vuole la rivoluzione liberale.


13 dicembre


Poi non dite che non sapete che cosa regalarmi a Natale

(Solo
prime edizioni, mi raccomando)






13 dicembre


A Horse with no name

Oggi dall’archivio di Wolfgang
sento un concerto degli America a Cleveland nel 1982.

13 dicembre


Sito dell’anno (e forse di più)

Formidabile
archivio di concerti
degli anni Settanta. Ma anche di poster
originali e memorabilia. Il sito è del 2003, ma io l’ho
scoperto adesso. Ve l’ho detto che è formidabile?

12 dicembre


Berlin, live a Brooklyn

Lou Reed suona per la prima
volta live Berlin, il suo disco-capolavoro del 1973. Diretto da Julian
Schnabel.

12 dicembre


31

Notiamo
sempre come il gradimento degli americani nei confronti di Bush sia ai
minimi storici di tutti i tempi (solo Truman, il grande Truman, aveva
indici di gradimento inferiori a Bush). Oggi Bush è a un
incredibile 36% di gradimento e su questo si scrivono editoriali e
analisi di ogni tipo. Il Corriere della Sera di oggi, sondaggio di
Mannheimer, dice che il gradimento del governo Prodi è… al
31%.

12 dicembre


Al motorshow di Teheran

“Morte al tiranno”, studenti
iraniani contro il dittatore islamo-nazista Ahmadinejad

11 dicembre


Ci siamo

I migliori 11 dischi del 2006

  • Damaged – Lambchop
  • The Crane Wife – Decemberists
  • Songs for Christmas – Sufjan Stevens
  • 9 – Damien Rice

  • Johanna Newsom – Ys
  • Nuclear Daydream – Joseph Arthur
  • Time Without Consequence – Alexi Murdoch
  • Coal – Devastations
  • Till the sun turns black- Ray Lamontagne
  • Riverside battle songs – Ollabelle
  • How to grow a woman from the ground – Chris Thile

Tra i vecchi, meglio di Bob Dylan e degli Who

  • We shall overcome – Bruce Springsteen
  • Living with war – Neil Young
  • Jazz
  • Piano Solo – Stefano Bollani
  • Goodbye – Bobo Stenson
  • Martin Speake – Change of heart
  • Lontano – Tomasz Stanko
  • Live at Carnegie Hall – Keith Jarrett

Cofanetti

  • The complete Atlantic Sessions – Willie Nelson

Covers

  • In the Sun (di Joseph Arthur) – Michael Stipe & Coldplay
  • Um Homen precisa de uma empregada (A man neeeds a maid di Neil Young) – Mosquitos
  • After a gold rush (di Neil Young) – Thom Yorke

11 dicembre


“Dictatorship and double standards”

Se qualcuno non avesse ancora
compreso il senso dell’articolo su Commentary del 1979 di Jeane
Kirkpatrick ecco un esempio recente, anzi di oggi, che lo spiega
perfettamente.Come sapete oggi è morto l’ex
dittatore di destra Augusto
Pinochet. Repubblica titola in prima pagina (online) così:

“Cile, è
morto Pinochet
dittatore sanguinario” 

Quando, nel 1976, è morto il
ben più sanguinario
dittatore comunista Mao Tse Tung, Repubblica invece aveva titolato
così:

“E’
morto il grande Mao”. 

Il grande. Né
dittatore né sanguinario, il grande.


10 dicembre


La Voce d’Italia su CAMBIARE REGIME

9 dicembre


Il peggior ex presidente di tutti i tempi

Nessuno
poteva immaginare che Jimmy Carter potesse diventare un ex presidente
peggiore rispetto a quando era presidente in carica. Eppure lui
c’è riuscito, non a caso gli hanno comminato u n Nobel per
la
Pace. Ora ha combinato parecchi guai col suo nuovo libro. Prima
un suo collaboratore s’è dimesso
, accusandolo di
antisemitismo e di aver scritto cose palesemente flase (oggi
Carter risponde
), ma ora lo stimato inviato di Clinton in
Medio Oriente,
Dennis Ross, lo accusa di aver copiato – senza riconoscerlo –
alcune cartine del medio oriente pubblicate nel suo libro che nessun
altro poteva avere
.


8 dicembre


Ciao, grande Kirkpatrick


8 dicembre


Le cose che vanno dette

Considero
questo governo addirittura peggiore del precedente, però due
cose moderne e potenzialmente rivoluzionarie sono state annunciate. La
privatizzazione (parziale) dell’Alitalia e il progetto di legge sulle
coppie di fatto (anche se difficilmente a gennaio lo faranno passare).
Ah, una terza. A babbo morto, Prodi ha riconosciuto che i nostri
militari a Nassiryah non erano forza d’occupazione.

8 dicembre


Il mondo di Wolfie

Il
blog americano di Alberto
Simoni, di Avvenire. Indovinate chi è Wolfie.

7 dicembre


“Siculo-milanese”

7 dicembre


Faster, please

7 dicembre


I giornali non stanno vincendo

In
Iraq non stiamo vincendo, titolano oggi i giornali di tutto il mondo
riportando la frase di Bob Gates al Senato (in realtà era un
yes, sir a
una domanda del senatore Levin). Bene. Peccato si siano dimenticati di
riportare anche il seguito del pensiero di Gates. Qui la trascrizione:

SEN.
JAMES INHOFE (R-OK): You were asked the question, “Are we winning in
Iraq?” General Pace was asked that question yesterday. He said, no,
we’re not winning, but we’re not losing. Do you
agree with General Pace?

MR. GATES: Yes, sir, at this point


6 dicembre


La mappetta del Corriere sui neocon

Ne vogliamo parlare? Io non
ridevo tanto dalla visione di Borat. Praticamente non c’è
una, dico una, informazione esatta.

PS
Anche
Repubblica non è male: pezzo perfetto di Flores D’Arcais,
con titolo “Bush perde un altro neocon”.

5 dicembre


Edonismo reaganiano

Il mio sito preferito di questi
tempi di stallo dello scontro di civiltà.

4 dicembre


Oggi si legge questo


Naturalmente sul Foglio.
Autore: Claudio Cerasa

2 dicembre


Barack Hussein Obama

L’aveva
scritto, per prima, Jennifer Senor sul New York Magazine che il secondo
nome di Barack Obama era “Hussein”, come Saddam. Oggi Maureen Dowd nota
come i repubblicani stiano cominciando a chiamare il senatore
dell’Illinois con il nome completo, come fece ai bei tempi Cossiga con
Leoluca Orlando Cascio.

2 dicembre


Monsieur Dean

Howard
Dean parla in francese al congreso dei Liberal canadesi e dice “non
piacerà alla Fox. Capita però che la Fox era
l’unica tv americana con
giornalista al seguito, che ha risposto. In francese.

2 dicembre


Formigli s’arrabbia

Avevo scritto su Style questo
articolo su Fox news e SkyTg24
, Corrado Formigli se
l’è presa, ma chissà perché. Qui
la risposta di Formigli e la mia breve replica.
Style – Il
Corriere della Sera, dicembre


Ieri sera a Otto e mezzo

Il
titolare è stato ospite di Armeni-Ferrara con Timothy Garton
Ash,
Monica Maggioni e Vittorio Emanuele Parsi. Tema: il caos in medio
oriente. Migliore battuta del titolare: la commissione Baker
è come la
commissione Mitrokhin. O era Potemkin?
(purtroppo ci sono soltanto i
primi venti minuti)

1 dicembre


Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

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