Perché alcuni Artisti sono riconosciuti immediatamente ed altri, di pari valore,
sono semplicemente ignorati?
Risultati alla mano, sembra che ad alcuni sia impossibile ottenere una visibilità
ed un riconoscimento che ad altri, arriva automaticamente.
Nella mia esperienza di creatore di orchestre, attribuisco questa condizione,
che si manifesta spesso, primariamente al carattere dell’Artista in questione.
Nel mio campo, una persona amabile, gentile e disponibile, che sa “muoversi”
nell’ambiente senza suscitare invidie e gelosie, ottiene più facilmente lo spazio che merita.
Di contro, i malmostosi, i nevrotici e gli scontenti a priori, che criticano
tutti e rilasciano dichiarazioni spiazzanti e sprezzanti, sono allontanati in maniera automatica
dall’ambiente dei colleghi.
Questo a prescindere dalla qualità musicale espressa dal soggetto in questione che può essere altissima.
Ma talvolta, ed è il caso di Eva Cassidy, non c’è davvero una spiegazione logica.
Il campo artistico è pieno di “Unsung Heroes”, eroi non celebrati che, rapidamente, cadono nel dimenticatoio.
Eppure le condizioni artistiche di partenza , come nel caso che vi presento oggi, ci sono tutte.
Ma andiamo per gradi.
Su consiglio di una cantante , mi sono avvicinato a Eva Cassidy che non conoscevo affatto
e debbo dire che già il primissimo ascolto di “Fields of Gold” , mi ha letteralmente messo KO.
Il mio sistema di percezione, fisico, emotivo e spirituale, si è immerso in una sorta di estasi che rare volte, mi è capitato di provare.
Se non la conoscete,fate come ho fatto io.. ascoltate “Fields of Gold” e poi continuate la lettura.
Questa cantante straordinaria, che definire sfortunata
è un eufemismo, durante la sua non brevissima carriera,
non è neanche riuscita ad avere uno straccio di contratto discografico,
che la lanciasse, come meritava, nei “Campi Elisi” dello Stardom internazionale..
Cassidy non si è mai allontanata dall’Aera di Washington e ,
incredibilmente, non ha ottenuto alcun tipo di riconoscimento finché è vissuta.
La cosa può sembrare impossibile lo so.. un’ingiustizia di queste proporzioni
fa venire una rabbia profonda, offende la nostra intelligenza
e il nostro senso di giustizia, ma.. così è.
Eva nasce da una famiglia della piccola borghesia intellettuale del Maryland, nell’area di Washington e suo padre,
anche se amatorialmente, è interessato alla musica e alle arti plastiche.
Eva sin dalla sua adolescenza, suona con band di ragazzi e si esibisce ,
spesso controvoglia, vista la sua grande timidezza,a cerimonie sociali di vario tipo,
dai matrimoni alle feste private e soprattutto si fa le ossa nei numerosissimi Pubs della zona.
Indubitabilmente il suo talento si manifesta immediatamente ma,
nonostante Eva avesse già raggiunto una maturità stilistica piena, sin dall’inizio dela carriera,
viene bellamente ignorata dalle case discografiche.
Questo trend negativo dura per tutti i 33 anni della sua NON breve vita.
Mi sono chiesto migliaia di volte perché.
Non vi è alcun tipo di elemento che impedisse a questa ragazza,
forse non bellissima ma certamente dotata di un fascino e di un’immagine particolare,
di sfondare nel mondo del Pop sofisticato.
Eppure non ottiene nessun contratto discografico a nome suo e non firma con nessuna etichetta.
La nostra possibilità di ascoltarla proviene da album autoprodotti da lei e dai suoi lungimiranti collaboratori .
Il più significativo, “Live at the Blues Alley”, permette di godere di un patrimonio ingentissimo
di classici che Eva re interpreta magistralmente.
La sfortuna che piaga la carriera della Cassidy, si manifesta in eventi anche secondari;
ad esempio, la registrazione di una delle due serate che fa al Blues Alley, è danneggiata da un problema tecnico
e in entrambe le sere, la Cassidy ha un fastidioso raffreddore, che ne intacca la performance.
Purtroppo , anche l’unica casa discografica che si dimostrò disponibile a farle un contratto, la Apollo, fallisce…
Per fortuna nostra, Eva registrò a sue spese altre tracce, che rimarranno a testimonianza di un talento senza eguali.
Il destino che infierisce senza pietà sulla sua vita, la porta ad una morte rapida e dolorosa.
Un melanoma la stronca in pochi mesi.
con Biondo il suo collaboratore principale
Sei anni dopo la sua morte, nel 2002, la pattinatrice Michelle Kwan usò “Fields of Gold”
come background music ad una sua coreografia di pattinaggio artistico, facendo impennare
le vendite del disco di Eva “Songbird”, che già nel 2000 aveva avuto
l’onore di entrare nella classifica inglese Top of the Pops.
Da dopo la sua morte si sono replicate mille volte le attestazioni di stima,
oltremodo e drammaticamente tardive, al suo immenso talento.
Il melanoma che l’ha uccisa ci lascia una infinita serie di domande,
a cui non potremo mai dare una risposta.