La fanfara freneticaUna encomiabile attitudine imprenditoriale: Abeat si prende il rischio di suo e produce dischi!

Mario Caccia è un imprenditore culturale, uno dei pochissimi che investe, di suo, nella musica e dà spazio e possibilità ai nuovi talenti. foto dal giornale JAZZIT foto dal giornale  JAZZIT Son...

Mario Caccia è un imprenditore culturale,
uno dei pochissimi che investe,
di suo, nella musica e dà spazio e possibilità ai nuovi talenti.

foto dal giornale JAZZIT
foto dal giornale JAZZIT

Sono molti anni che lo fa e soprattutto lo fa adesso
che non c’é più molto da guadagnare nella discografia.

Ma è più forte di lui.

Bassista, vive suonando musica commerciale
e ha sempre condiviso la passione per il Jazz
con la moglie Marina Barbensi,
la graphic designer delle copertine della sua etichetta discografica.
Lo conobbi anni addietro attraverso Ada Montellanico,
la cantante specializzata nel “jazzare” il repertorio italiano.

Lo intervisto perché rappresenta uno dei pochi casi di fruttifero investimento
sulla creatività, che mi è capitato di incontrare.

1
Quanto conta la passione nel tuo progetto?
Moltissimo… sono ( anche ) musicista e come tale abituato
da sempre ad avere un approccio emozionale a tutto ciò che mi circonda..
Come per le note musicali : sulla carta sono tutte uguali
ma non è così !
se non hai entusiasmo quando le suoni
( o desiderio intimo di dire qualcosa) le note …suonano… meno bene.
Pur consapevole del fatto che questa modalità poco razionale
possa rappresentare un limite (e forse anche una virtù in certi casi) ,
tuttavia non riesco a farne a meno

2
come nasce l’etichetta Abeat?
Come tutte le cose della mia vita.. per caso.
Ho sempre intensamente immaginato che “nulla succede per caso “,
come ebbe a dire Robert Hopcke in un suo celebre saggio,
così in qualche modo ho forse seguito una vocazione…

3
come ti finanzi?
Ci autofinanziamo ! Non abbiamo mai contato
su sussidi o appoggi istituzionali, se così intendi domandarmi…

4
ci guadagni o è un’impresa in remissione?
Sono partito 11 anni fa , con altri soci e quando il mercato
era tutto sommato ancora vivace, pubblicando
senza aspettative particolari e nella speranza di non rimetterci soldi.
Abbiamo avuto la fortuna di azzeccare da subito alcuni titoli
che hanno compensato le perdite di altri meno fortunati. Ancora oggi è così..
Abbiamo la soddisfazione di esser riusciti ,
nel tempo, ad incrementare le vendite
con un trend esatttamente contrario all’andamento generale del mercato.

A distanza di anni Abeat sta raccogliendo
anche qualche frutto economico che abbiamo deciso
di reinvestire in massima parte per interpretare al meglio
le nuove sfide di mercato e aaccontentare le nostre ambizioni artistiche.
Abeat già da quest’anno opererà una modulazione
editoriale con maggiori investimenti incentrati
in produzioni di grande pregio e con un incremeto della presenza di artisti internazionali…

5
come ti regoli col download gratuito?

Se ti riferisci al fatto che un musicista autoproducendosi
decida di mettere in circolazione e cedere gratuitamente
la propria musica, non ho niente in contrario.
Se intendi riferirti ad un principio di gratuità artistica in generale ti dico,
in maniera che probabilmente non t’aspetteresti da un operatore economico del settore,
che non mi dispiace l’ idea che ciascun individuo possa disporre liberamente e gratuitamente,
in ogni dove ed in ogni luogo, di tutte le manifestazioni dell’ingegno umano.

Sarebbe affascinante.
Ma con altrettanto realismo penso che forse bisognerebbe
mettere sullo stesso piano tutte le opere frutto
dell’applicazione e del lavoro dell’uomo, non solo quelle d’ingegno.
Tutto gratis per tutti… chissà forse un domani….
una splendida utopia.
Adesso puoi capire perchè gli amici mi dipingono come un sognatore ?
anche un po naive e sinanche “avventuriero” ( quest’ultimo aggettivo lo trovo splendido ).
Se invece ti riferisci velatamente al downloading illegale , beh
non mi regolo ! lo subisco.

6
come si fa a fare un disco con la Abeat?

Per coloro che con Abeat non hanno
mai collaborato basta contattarci per email e spedire l’eventuale lavoro.
Per prassi ascolto tutto, ma proprio tutto incrociando le mie opinioni
con quelle del mio socio ( Gianfranco Calvi).
Abbiamo in questa fase di ascolto e riflessione
su una eventaule proposta, dei tempi “tecnici” discretamente lunghi che a volte
risultano estenuanti per chi ci contatta.
ma garantiamo risposta anche se a volte purtroppo, può apparire di circostanza.
Il rapporto con gli artisti la cui collaborazione è ormai rodata
è invece piuttosto particolare e varia da caso a caso.
A volte mi chiamano loro per sottopormi delle idee.
A volte invece ci si interfaccia con entusiasmo,
si immaginano insieme nuovi progetti,
si ipotizzano piani d’azione… spesso si lavoro di fantasia…
sono momenti esaltanti …tutto ciò può avvenire con differenti modalità :
per telefono , oppure condividendo un pranzo, viaggiando per serate,
o trascorrendo ore insieme spesso ascoltando musica…
Poi al momento giusto le cose paiono incanalrsi
con una certa naturalezza e si approda alla fase più concreta della realizzazione,
curandone la produzione in ogni sua componente…

7
quali sono i criteri stilistici di scelta dell’artista?

a noi interessa che la musica abbia una ” propria forza ed identità”.
Naturalmente abbiamo una propensione verso una certa linea piuttosto
che un’altra ma Abeat ha sempre pubblicato musica e progetti s
pesso aprofondamente diversi fra loro ma accomunati, crediamo, da un segno di qualità e carattere
I confini stilistici forse lasciano il tempo che trovano ed in ogni caso non riflettono la mia personalità….
ne tantomeno quella del mio socio.
è imbarazzante tuttavia constatare che quando pubblichiamo dei dischi
diciamo border line, a cavallo tra una genere e l’altro,
oppure di difficile etichettatura, tutto ciò possa disorientare soprattutto
i cosiddetti esperti o addetti ai lavori…

Registro che spesso è l’ascoltatore comune ad avere meno barriere …
Mentre l’esperto o il presunto “opinion leader” arriva …
con qualche anno di ritardo.
Questo è un fenomeno che mi va di rimarcare !
Non so se sia tipicamente italiano e se sia un fatto normale.
Propendo più per la prima comunque…

8
che problemi trovi nel tuo lavoro?

la gestione di molti aspetti in generale ed il fatto di interloquire con molte persone,
qualche volte è estenuante, e può determinare momenti di smarrimamento o stanchezza psicologica.
Tuttavia mi basta qualche piccola buona notizia per innovare la carica….
Non sempre si riesce a fare bene o a soddisfare l’artista
in una impresa che io stesso definisco oggi ” di servizio” ,
visto che la discografia in senso classico è tramontata ;
questo per me personalmente è qualche volta motivo di frustrazione
ma anche di sfida…

9
come vedi la situazione del jazz italiano oggi?

preferirei fare una premessa dapprima generale se mi permetti :
Negli ultimi due anni ci sono stati mutamenti epocali sia economici
che sociali nel mondo. Ci sono stati riflessi negativi anche
da noi ed in certi casi si sono manifestati con maggior vigore che altrove.
Rispetto a qualche anno fa si è fatto largo uno strisciante sentimento
che definirei, con tono forse eccessivamente provocatorio, “regressione culturale”.
Nelle migliori delle ipotesi è un momento di grande stagnazione a tutti i livelli.
Anche il jazz risente d tutto ciò, mi pare.
In realtà verso la musica, ed il jazz in particolare,
nutro grandi aspettative, anzi oggi più che mai …
l’arte, la musica ed il il jazz in particolare
hanno storicamente manifestato una carica dirompente,
di rivalsa culturale, di rottura con il passato e d’ intuizione premonitrice.
Per me questo sta già avvenendo : sono mediamente
i nostri parametri che ancora sono un pochino antiquati e forse non ci rendiamo
ancora conto che cominciano ad esserco delle sorprendenti novità.
Noi di Abeat crediamo ( sperando di non apparire troppo presuntuosi)
di aver individuato alcune cose che rappresentano già un piccolo cambiamento di marcia
rispetto al passato recente…interpreti di un nuovo respiro…
la globalizzazione è un dato di fatto così come la ricchezza
rappresentata dalla propria identità e tutte queste cose sono risorse da sfruttare…
certamente non è l’unica strada ma…
ma sto facendo troppa speculazione e questa pratica non va più di moda …

Passando al jazz italiano : i dischi italiani che mi arrivano per le varie valutazioni ,
mi pare siano meno intensi ed originali che in passato.
Ne deduco che L’Italia in questo momento ha come dire, il “fiato corto” anche culturalmente.
Dall’estero ci arrivano dischi, soprattutto dalla Francia, dal Nord Europa e dall’ America Latina,
che risultano più vivaci e che ci paiono più moderni, audaci ed al passo con i tempi.
Mi rendo conto che siamo nel campo dell’ opinabile… ma per meglio dire o “divertire”
vado a ripescare un’ affermazione a di un noto enologo francese che aveva sentenziato alcuni anni orsono :
ah, les italiens : vigne d’oro e vignaioli d’argento.
Parafrasando potrei dire : musicisti d’oro e musica d’argento.
Ci pare infatti che il potenziale artistico di molti musicisti italiani sia elevatissimo:
abbiamo pianisti ed alcuni strumentisti a fiato che non temono rivali al mondo.
La qualità della nostra proposta musicale invece mi pare leggermente inferiore,
d’argento appunto, ma sono sicuro che tra poco avremo delle grandi sorprese.
L’Italia è sorniona ma poi, quando meno te lo aspetti, si dimostra incredibile…
e la fantasia in genere non ci manca.

Rea ed EMOTICONS’s Crew

10
se fossi Ministro della Cultura che faresti per la musica?

MI farebbero dimettere per manifesta incompetenza nel giro di un paio d’ ore…
Scherzi a parte mi terrei ben stretta la poltrona perchè così
fan tutti in Italia e anzi mi sentirei probabilmente a mio agio in questo momento storico …
( e te lo dice uno che non può contare sulla propria autostima ).
Fuori d’ironia direi :

wow! per me l’Italia è storia, architettura,
grande varietà paesaggistica, enologica , gastronomica, …
in una parola un patrimonio inestimabile di ricchezza culturale in genere.
Punturei su tutto questo, musica inclusa , per far da volano ad una economia
che ha delle potenzialità turistiche gigantesche e mal sfruttate…
Un approccio “etico” nuovo ed un coraggio nell’interpretare le nuove sfide…
Grande auslio di giovani che credo potrebbero dare una svolta
a questo paese di Matusalemme.
In generale infatti anche la generazione della mezza età
( la mia per intenderci) mi pare che da un punto di vista
della responsabilità politica stia fallendo miseramente.

In realtà avrei anche tantissime idee concrete frutto
anche della mia personale esperienza “sul campo ” non solo come musicista.
Ma siamo sicuri che qualcuno abbia voglia e tempo di prestarmi
ascolto, visto che non porto voti a nessuno ?

11
figure importanti della scena italiana che stimi?

tanti, tantissimi… non saprei da dove cominciare e dunque …
lascio perdere anche per non far torti a nessuno…

12
sorprese, novità, nuovi talenti?

Sorprese : Abeat ha un programma
per il 2012 ambizioso e che prevede un ulteriore salto di qualità.
Diversi mercati stranieri si mostrano sempre più interessati alle nostre produzioni ,
in un momento tra l’altro di crisi di mercato in cui la vendita oltrefrontiera è impresa preclusa a molti.
Questo interesse è per noi di grande stimolo e soddisfazione naturalmente.

Novità : cito per ragioni di spazio solotanto i primi dischi che vedranno la luce nel corso di inizio anno2012 :
il nuovo disco di “The cube” ( quintetto capitanato da Dado Moroni con Fioravanti, Dulbecco, Bagnoli, Zirilli + Bob Mintzer e Tom Harrell ).
Il nuovo progetto di Riccardo Fioravanti trio dedicato questa volta a Coltrane, con Bebo Ferra ed Andrea Dulbecco + un tris di trombettisti che rispondono al nome di Giovanni Falzone, Dino Rubino e Fabrizio Bosso, poi Ben Allison, Michael Blake, I Tangospleeen( magnifica formazione latinoamericana),

Nuovi talenti ; in ambito Italiano gli esordienti in questo momento ci danno grande stimolo.
A loro abbiamo dedicato una linea editoriale ( la fast line, che ormai è arrivarta alla nona pubblicazione…. ).

Alcuni nomi : Michele Polga ( il suo disco con Bosso, Bulgarelli,
Cappellato e Mannutza sta avendo un esito incredibile) ,
Simone Daclon ( pianista al suo esrosdio discografico,
32 anni, perfetto balance tra padronanza del linguaggio swing inteso in senso tradizionale
e vera moderna impronta stlistica e compositiva),
Seby Burgio con Tringali e Fidone ( tre siciliani che rinnovano la tradizione di quest’isola meravigliosa: i
l pianista ventunenne è fresco vincitore del premio
Lelio Luttazzi e primo premio della critica al Massimo Urbani lo scorso anno) ,
i MU ( nujazz? tutti ventenni con idee fuori dagli schemi, minimalisti, mantrici, psichedelici, pop, jazz ??),
Claudio Riggio( autore di un originalissimo disco “impressionista” con Tom Harrell) ,
Emoticons ( quintetto di giovani leoni di area romana
che spesso collaborano con Danilo Rea),
Daniele Santimone ( rilettura del repertorio pianistico composto da Bela Bartok nel ciclo di Mikrocosmos ) ,
Necciari-Addabbo-Petreni ( il loro disco appena pubblicato con Avishai Cohen alla tromba
è una delle cose più belle che ci siano capitate negli ultimi tempi)..
solo per citare ( più o meno in ordine temporale ) le mie più recenti pubblicazioni riguardanti i giovani…

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