La fanfara freneticaPetra Magoni, Musica Nuda e la Crisi dal suo punto di Vista

Mai come ora si percepisce chiaramente che le cose sono cambiate.. quotidianamente a tutti noi capita di sentire che una piccola parte del nostro lavoro è eroso da elementi esterni che non contr...

Mai come ora si percepisce chiaramente che le cose sono cambiate..
quotidianamente a tutti noi capita di sentire che una piccola parte
del nostro lavoro è eroso da elementi esterni che non controlliamo..
il festival che sapevamo sarebbe continuato anche quest’anno,
misteriosamente scompare e viene cancellato per sempre..
il club che faceva buona musica è costretto a chiamare cover band per rimpolpare
la programmazione, il musicista che aveva 200 concerti all’anno,
si trova a farne 50, se gli va bene.. cosa si può fare per uscire da questa grave crisi?

Il punto di vista di vari artisti è aperto da Petra Magoni, cantante extraordinaire…

io credo che purtroppo nel corso degli anni sia proprio l’importanza della musica ad essere diminuita.
partendo da lontano, quando la musica non poteva essere riprodotta su un supporto
e quindi esisteva solo nel momento esatto in cui veniva eseguita era un’arte che conservava un qualcosa di magico,
affascinava a prescindere. nel corso dei decenni questa magia è diminuita,
il valore della musica è diventato inversamente proporzionale alla sua diffusione.

oggi c’è troppa musica, ovunque, e troppo spesso in situazioni e luoghi rumorosi
o non consoni (centri commerciali, ristoranti, ascensori…) tanto da diventare a sua volta rumore, qualsiasi essa sia.
il lavoro del musicista parte da anni di studio e dedizione, ma troppo spesso continua ad essere considerato un hobby.

con Ferruccio Spinetti, co-leader di Musica Nuda

è giusto che anche chi per le cause piu’ disparate si trova a vivere facendo un altro lavoro possa avere la possibilita’
di coltivare la sua passione per la musica, ma non si puo’ lasciar passare l’idea che non si riesca a vivere della propria passione,
la musica in questo caso, o che ci si possa improvvisare artisti senza una preparazione.

io credo quindi che per tentare di vedere un miglioramento in questa situazione di crisi si debba guardare molto avanti,
e cominciare a lavorare oggi per qualcosa che forse noi stessi non faremo neanche in tempo a raccogliere
e cioè ridare importanza e dignita’ alla musica stessa e di conseguenza a tutti quelli che la fanno.

come si puo’ sostenere che 15 euro per un cd o 20 euro per il biglietto di un concerto
sono troppi e allo stesso tempo dire che “in quel ristorante abbiam speso solo 35 euro” oppure ” questa maglia costa solo 50 euro”?

eppure è cosi’ che ragiona la maggior parte della gente, ed è li che bisogna cominciare ad agire, cercando di fare dischi di qualita’,
con onesta’ e non solo per vendere. la responsabilita’ è ovviamente anche delle istituzioni, che non considerano
quanto la musica e la cultura in generale possano giovare al bene anche economico di una nazione,
della scuola, che non contribuisce abbastanza a formare nuovo potenziale pubblico, dei comuni ecc
che spesso spendono denaro pubblico in cose inutili e non sostengono affatto le realta’ culturali
che per vera passione qualcuno cerca di portare avanti.

per quanto riguarda l’immediato penso che dobbiamo tutti “stringere un po’ la cinghia”
ma anche che si debba tener duro su quello che è il valore del nostro lavoro, senza svendersi. è giusto,
e personalmente l’ho gia’ fatto e continuero’ a farlo, aiutare realta’ locali in crisi.

non dimentico i piccoli club e le associazioni che per primi mi hanno dato la possibilita’ di far conoscere
il mio progetto con ferruccio, e proprio per fare in modo che altri abbiano la stessa possibilita’ mi impegno,
compatibilmente con tutto il resto, a dare una mano. personalmente non ho risentito della crisi,
qualche anno fa lavoravo pochissimo e guadagnavo ancora di meno mentre adesso fortunatamente
ho tanti concerti e bei progetti da portare avanti.
le vendite dei miei dischi sono stabili, questo
vuol dire che è aumentato il bacino d’utenza, perchè le vendite in generale sono crollate un po’ per tutti.

che le major siano in crisi è una conseguenza abbastanza naturale delle scelte sconsiderate
che hanno portato avanti per anni, spendendo troppo in progetti a breve durata, cercando copie di artisti gia’ affermati
anzichè puntare sulle novita’, continuando a seguire percorsi troppo vecchi fatti di disco-sanremo-promozione
che chi è riuscito ad annusare l’aria per tempo, qualche anno fa, ha accuratamente evitato.

 https://www.youtube.com/embed/pFvYLvRZr9M/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

che la pacchia non potesse durare era abbastanza evidente gia’ una quindicina d’anni fa.
in realta’ oggi assistiamo ad una fase di “scrematura” che a lungo termine potrebbe anche rivelarsi positiva.

e poi….è utopia sperare che la si smetta, tutti, con le invidie gli egoismi che affogano il nostro settore?

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