La fanfara freneticaMeet Francesco Diodati, Jazz Guitarist!

La Fanfara Frenetica vi presenta musicisti ancora poco conosciuti, ma di cui presto sentirete molto parlare. Francesco Diodati è uno di questi. Nato nel 1983, fa  parte, di diritto, della nuovis...

La Fanfara Frenetica vi presenta musicisti ancora poco conosciuti,
ma di cui presto sentirete molto parlare.

Francesco Diodati è uno di questi.

Nato nel 1983, fa parte, di diritto, della nuovissima generazione.
Interessante capire da dove proviene e dove va.

Notato dalla critica e dal pubblico oltre che da noi musicisti,
Francesco ha un ottimo stile e una notevole capacità strumentale e la sua personalità
si sta delineando come una delle più interessanti della nutrita truppa di “twentysomething”.

Lontano da manieristi e cliché, sostenuto da un gruppo di coetanei molto sensibili e preparati,
Francesco è anche una ottima persona, dotata di uno spirito amabile
e di grande sensibilità umana, cosa che non guasta affatto.

Incontriamolo.

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1
Che suoni a fare?

Non lo so. E’ un po’ come dire “che vivi a fare”?
E’ parte di me, e’ il mio modo di stare al mondo.

2
Perché la chitarra

Perché’ la suonava mio padre e in modo naturale mi ci sono avvicinato.
Ho iniziato andando a vedere le prove del suo gruppo nelle buie salette del tuscolano (Roma).
In realta’ un amico di famiglia mi ha raccontato che fino a 8 anni dicevo che non mi piaceva la chitarra. Poi chissa’, e’ scattato qualcosa…

3
Hai avuto un modello iniziale?

Non proprio, ho sempre ascoltato di tutto.
Fino ai 13 anni soprattutto Rock, Pop.
La collezione di vinili a casa spaziava da De Andre’
a Jimi Hendrix passando per i Deep Purple, Sting e tanti altri.
Poi Roberto Spadoni a 14 anni mi disse: ascolta Kind Of Blue,
prenditi Ah Uhm, senti questo Thelonius e poi prendi qualsiasi cd ti capiti di Jim Hall:
per anni non ho sentito altro che jazz!!
Poi successivamente mi sono ri-aperto a tutto il resto

4
Che succede oggi fra i ventenni riguardo al Jazz, cosa amano di più..

Se ti riferisci a noi che lo suoniamo e lo “viviamo”
vedo una passione per l’approfondimento dei modelli, per lo studio e rigore costante;
sembrano lontani dalla visione edulcorata del jazzista, invece credo che siano proprio alcuni degli elementi fondamentali di questa musica, unito a una volontà’ di andare oltre e creare qualcosa di proprio. Mi viene in mente Coltrane e la sua costanza nello studio unita a un’anima profonda.
Sicuramente anche la possibilità’ di “pescare” da tanti generi diversi e di intraprendere di conseguenza tante strade diverse.

5
Ci sono molti giovani chitarristi che stanno andando in molteplici direzioni…
chi sono i più originali

Kurt Rosenwinkel più’ di 10 anni fa ha sicuramente dato una nuova direzione, sviluppando l’insegnamento dell’asse Metheny-Frisell-Scofield che ha imperversato fino agli ’90.
Lionel Loueke mi ha scioccato, con il suo mondo africano “espanso”.

Fra i giovanissimi mi ha impressionato Julian Lage,
che sembra venga da un altra parte ancora, con il suo mix di Folk e manouche.

Miles Okazaki e’ un altro chitarrista molto interessante,
che unisce una conoscenza della tradizione all’astrazione matematica e alla musica indiana.
Marc Ducret e David Tronzo pur non essendo giovanissimi
hanno ancora tante idee fresche e un utilizzo originale delle possibilità’ espressive della chitarra.
Ho avuto la fortuna di conoscere e confrontarmi con tutti (escluso Julian)
i sopra menzionati, e posso assicurare che aprono letteralmente la testa fornendo una molteplicità’ di stimoli, ognuno in una direzione diversa.

6
La chitarra ha ancora margini di evoluzione dopo tutti i
Grandi che l’hanno manipolata a loro piacimento?

Credo che ognuno possa dare il suo contributo con la propria personalità’ e originalità’.

7
Che sogni per il tuo futuro

Essere me stesso in un mondo migliore di quello che vedo ora.

8
Ti piacerebbe suonare con…?

Mi ritengo fortunato a suonare con i musicisti che mi circondano, imparo cosi tanto!

9
Che ruolo ha avuto la tua famiglia nel tuo essere musicista?

Mi sostengono da sempre in tanti modi, mi sono stati di grande aiuto fin da piccolo e tutt’ora quando possono sono sempre presenti ai miei concerti.
Mi sento davvero fortunato.

 https://www.youtube.com/embed/pieYciBLJ9E/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

10
Il tuo ultimo libro?

Memorie di Adriano della Yourcenar e una raccolta di racconti di Murakami Haruki.

11
Il tuo film dell’anno?

The Artist, ma ho visto L’Avventura di Antonioni per la prima volta
e mi ha folgorato più’ di qualsiasi film visto quest’anno.

12
Il disco che ti ha più trasformato?

Tanti. E risentendoli continuano a trasformarmi,
ogni volta in modo diverso. Non riesco a dirne uno solo…
non so, ne sparo qualcuno: Brilliant Corners di Monk, ESP di Miles Davis,
AH Hum di Mingus, Gillespie con Miles e Monk, This is our Music di Ornette,
The Infinite di Dave Douglas, Next Step di Rosenwinkel,
Textures di Jim Hall, il concerto per Violino di John Adams,
Grace di Jeff Buckley, Voz e Violao di Joao Gilberto….e potrei andare avanti….
Il punto e’ che ci sono molti dischi che mi hanno dato nuovi stimoli e cambiato
il punto di vista, e per fortuna ancora succede.

13
Il gruppo?

Il quintetto di Miles con Shorter probabilmente; l’approccio all’improvvisazione,
i silenzi, il modo di accompagnare e di non accompagnare di Hancock,
la liberta’ espressiva e la chiarezza formale.
Ma anche i Police e più’ tardi i Radiohead: il loro concetto di suono, timbro, la coerenza di una estetica.

14
Il chitarrista?

Jim Hall, ogni volta che lo sento.

15
Che progetti hai?

Registrare il secondo disco con il mio quartetto,
i Neko (con Francesco Bigoni, Francesco Ponticelli ed Ermanno Baron),
sempre per l’Auand di Marco Valente, che dovrebbe uscire entro l’estate
e promuoverlo in lungo e largo! Il primo disco (Purple Bra, del 2010)
ha avuto un ottimo riscontro e spero di fare ancora meglio.
Continuare a lavorare con i gruppi di cui faccio
parte e viaggiare cercando stimoli nuovi in giro per il mondo,
a contatto con culture e musiche diverse.
Poi sto scrivendo musica nuova per un paio di nuove situazioni,
di cui pero’ non svelo nulla per ora..

 https://www.youtube.com/embed/B6SY5Rz-0S0/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Biografia

Francesco è un chitarrista moderno, con una solida preparazione ritmica, che si ispira alla tradizione jazzistica ma guarda anche al rock e alle sperimentazioni più contemporanee per sviluppare un linguaggio personale, che combina l’approccio melodico spontaneo con l’uso sapiente dell’elettronica.
Tutto cio’ si manifesta particolarmente nella sua vena compositiva, in cui la passione per il jazz e la libertà improvvisativa si fonde con un mix di generi e stili eterogenei che crea un universo musicale caratterizzato da eleganza, equilibrio e varietà di atmosfere.

Nato a Roma nel 1983, si è avvicinato presto alla musica e ha iniziato lo studio della chitarra a 12 anni, scoprendo una naturale disposizione alla creatività e all’improvvisazione.
La sua formazione jazzistica è cominciata attraverso l’incontro con Roberto Spadoni e successivamente la frequentazione dei seminari estivi di Siena Jazz nel 2001 e nel 2002.

Grazie a una borsa di studio, Francesco ha seguito fra il 2008 e il 2010 il corso di alto perfezionamento In.Ja.M. di Siena Jazz, durante il quale ha seguito le lezioni di Kurt Rosenwinkel, John Abercrombie,
Hein Van De Geyn, Jeff Ballard, Drew Gress, Seamus Blake, Roberto Cecchetto e molti altri. E’ stato inoltre selezionato fra i migliori allievi del corso per partecipare nel 2010 al Panama Jazz Festival e a un tour negli Stati Uniti quale componente dell’In.Ja.M. 6et. all’interno di un programma di scambio con il Berklee Global Jazz Institute di Boston e il Conservatorio Superiore di Parigi.

Nel 2009 ha ricevuto una delle più alte borse di studio concesse a chitarristi per frequentare la prestigiosa The New School For Jazz and Contemporary Music di New York, dove incontra musicisti come Reggie Workman, Ben Allison, Peter Berstein, Rachel Z e molti altri.

Tra gli importanti riconoscimenti conseguiti nei concorsi di jazz cui ha preso parte con un quintetto a proprio nome, si possono elencare i seguenti: primo premio sezione gruppi a Barga Jazz (2005),
vincitore del concorso Porsche Giovani e Jazz (2005), primo premio del concorso di Jazz & Image (2005), primo premio del concorso Talenti Jazz di Martina Franca (2004), cui si aggiunge il primo premio del concorso di Fara Music Jazz Fest (2009) con il gruppo italo-francese Travelers.

Francesco è leader dei Neko, quartetto di cui fanno parte Francesco Bigoni, Francesco Ponticelli ed Ermanno Baron, che ha esordito nel 2008 e ha effettuato numerosi concerti in Italia e all’estero. Inoltre condivide un quartetto con Alessandro Lanzoni Gabriele Evangelista ed Enrico Morello e fa parte con Ermanno Baron del MAT, trio collettivo diretto da Marcello Allulli.

Nel 2010 è uscito il suo primo album, quale leader dei Neko, dal titolo Purple Bra, per Auand Records, una delle etichette italiane più importanti nell’ambito del jazz contemporaneo.

Nel 2011 Francesco è stato invitato a partecipare con il progetto Neko al festival internazionale 12 Points! a Dublino quale esponente di spicco della nuova scena jazz europea contemporanea.

Molti giornali (La Repubblica, “D” di Repubblica, Corriere del Mezzogiorno, Corriere del Sud, Il Tirreno, Il Giornale di Vicenza, Duemila, Libertà) hanno dedicato un articolo a Francesco e le maggiori riviste specializzate (Jazzit, Musica Jazz, Jazz YearBook, Jazzthetik, la statunitense AllaboutJazz.com, Allaboutjazz.it, Jazzitalia, Axe) hanno recensito Purple Bra con lusinghieri apprezzamenti.

Di rilievo sono anche le collaborazioni con il trio Plutino di Bobby Previte, Jim Black (Special Project 2011), Shane Endsley, Roberta Gambarini, Fabrizio Bosso, Avishai Cohen, Ohad Talmor la cantante portoghese Sofia Ribeiro.

Inoltre in qualità di side man partecipa stabilmente a numerosi progetti fra i quali il quartetto italo-francese Travelers (con i due giovani astri nascenti Guilhem Flouzat e Antonin Tri Hoang e il contrabbassista Matteo Bortone), la Mirko Rubegni Band, il nuovo quartetto di Ada Montellanico, il gruppo P.O.V. di Alessandro Paternesi.

Francesco ha suonato nei più importanti jazz club italiani (Torrione Jazz Club, Panic Jazz Club, Cantina Bentivoglio, Baluardo della Cittadella, Alexanderplatz, Exwide e molti altri) ed ha partecipato a numerose manifestazioni e festival ospite di prestigiose istituzioni come la Casa del Jazz (Roma), Panama Jazz Festival (Panama), OuTonalidades (Spagna e Portogallo), Pescara Jazz Festival, Foligno Young Jazz in Town, Villa Celimontana, Atina Jazz, Gezziamoci (Italia), Zsambeck (Ungheria), Tremplin Jazz D Avignon (Francia), “What If Festival”, Fat Cat (New York).

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