Gregory Porter non è un giorno che prova a raggiungere il successo.
Nasce a L.A. e si batte potentemente contro un mercato che sembra ignorarlo
o non sembra offrirgli le chances giuste.
Ma Porter è caparbio e tiene duro.
Attraverso un immaginifico rapporto con Nat “King” Cole,
Porter realizza uno spettacolo teatral-musicale
su questo suo modello di riferimento maschile che, da piccolo,
supplisce nella sua fantasia, ad una situazione molto frequente
nelle famiglie afro-americane: la mancanza del padre.
Realizza qualche disco, anche di prestigio e viene notato da Hubert Laws,
un gigante del flauto jazz che lo spinge verso le conoscenze che gli permetteranno di fare il
“grande salto”.
Poi, la nomination al Grammy nella categoria vocalist jazz maschili,
lo fa emergere dal buio.
Porter non può essere considerato soltanto un cantante di Jazz,
ma un musicista che conosce il Jazz
e lo usa, implementandone la potenza espressiva nel suo stile che é
comunque composto da molti elementi aggiunti… Il Soul ad esempio,
ma anche la musica post-Coltraniana di matrice fortemente evocativa.
Lo conosceremo presto anche in Italia, visto che Umbria Jazz
lo ha coinvolto nella sua programmazione come “Artist in residence”.
Dopo la pubblicazione del suo album di debutto nel 2010, “Water” (Motema 233170),
Gregory Porter è esploso sulla scena musicale internazionale
collezionando riconoscimenti e premi.
Ha ottenuto una nomination al Grammy come “Best Jazz Vocal”
(evento raro per un debutto discografico), ha raggiunto il primo posto nelle classifiche di iTunes
e Amazon nel Regno Unito, Jazz Wise Magazine ha decretato “Water”
Miglior album Jazz del 2011 (la prima volta per un album vocale).
Mentre la sua fama internazionale continua a crescere,
Porter presenta oggi il suo nuovo lavoro intitolato “Be Good”.
Ancora una volta il cantante propone la sua raffinata combinazione di soul e jazz
spaziando da delicate ballads a ritmi incalzanti, passando per energici brani con influenze blues.
Al suo fianco troviamo Chip Crawford al piano, Aaron James al basso,
Emanuel Harrold alla batteria e Yosuke Sato al sax contralto.