Mingus muore a 56 anni.
Nello stesso istante, 56 balene si spiaggiano per morire sulla costa del Messico.
Coincidenza? Chissà.
Mingus è un musicista esoterico, legato a doppio filo alla tradizione
afro americana del Voodoo e delle pratiche magiche.
Lavora con i suoi musicisti e senza parlare, li dirige dove vuole.
Nasce il 22 aprile di 90 anni fa a Nogales, Arizona.
L’anello di congiunzione musicale fra Ellington e Ornette Coleman,
fra la tradizione e la modernità, l’iconoclasta che rompe e ricostruisce
tutto quello che lo precede e si ritaglia, d’imperio, un ruolo solo suo.
Mingus, disturbato da insicurezze covate sin dall’infanzia,
è uno dei maestri assoluti del 900.
Mingus è immediatamente un genio.
MA è anche creatura politica, che si scaglia contro il razzismo
ed in particolare contro le Major discografiche, ed in questo, è il primo.
Fonda una delle prime etichette indipendenti, la Debut e registra i grandi dell’epoca,
e un Festival alternativo a quello di Newport.
Un “frutto” della Debut The Quintet “Live at Massey Hall”
Suona magistralmente il violoncello ma si può dimenticare
di poter entrare in un’orchestra “Classica” bianca,
visto che non solo è nero ma è anche cinese.
E’ “peggio di un bastardo” e per questo non trova sponda
né fra gli afroamericani, né fra i bianchi.
Passa al contrabbasso e vuole diventare il più grande di tutti.
Studia forsenatamente.
Vince.
Ed inizia quel percorso devastante e sublime che, chi lo ama,
vive con le palpitazioni ogni volta che lo ripercorre.
Si percepisce una rabbia devastante nel suo lavoro
ma la stessa, contrasta con una straordinaria dolcezza.
Mingus, partecipa sin da giovane ai cenacoli
più esclusivi del Bop…
Mingus Monk Haynes Parker
…nello stesso tempo, con la stima
e il supporto delle istituzioni “classiche”;
realizza sintesi geniali fra la sua musica
e quella “bianca” contemporanea dell’ epoca,
realizzando esperimenti di Third Stream Music,
“Musica della Terza Corrente”, grazie al cornista e compositore
Gunther Schuller, anch’egli in eterna ricerca di quella sintesi “americana “
che si affranchi dai modelli compositivi europei.
Mingus ha patito enormi fallimenti, che ora sono meno ricordati.
Immagina mondi musicali armonicamente e ritmicamente complessi,
li porta a musicisti che non hanno ancora maturato la sua consapevolezza
e che non riescono ad espandere la loro tecnica e la loro capacità esecutiva
in un mondo visionario come il suo o perlomeno… non riescono a farlo istantaneamente…
come Mingus pretende.
E Mingus cade.. come nel caso di Epitaph…
Le prove.. eterno problema dei compositori…pochissime.
Veleno mortale per la nuova musica..
Poche prove e informazioni confuse,
risultarono in una debacle da cui si risollevò con difficoltà.
Eppure Mingus, nonostante i fallimenti, eclatanti come i suoi trionfi,
ha sempre ricominciato a lottare.
Ma sono questi fallimenti e la mancanza di riconoscimento che,
secondo me, lo fanno grande.
Mingus ha rischiato sempre tutto ed oltre ogni livello…
si é sempre buttato corpo ed anima in un percorso di ricerca,
che utilizza tutti i materiali emotivi ed espressivi di cui dispone.
L’abuso di psicofarmaci lo mina profondamente e lo rende
difficile da gestire sia umanamente che artisticamente..
in questo senso fioccano gli aneddoti…
La pistola sul leggio alle prove,
il cazzotto all’adorato trombonista Jimmy Knepper…
Ma nessuno può dimenticare il suo straordinario senso dell’umorismo,
acre e spesso abrasivo e talvolta assurdo..
come quando inventa la toilette per gatti.. che amava..
Pussycat Dues.. è un omaggio a questo suo compagno di vita, adoratissimo…
Nightlife.. il suo gattino.
Mingus eccelle quando lavora per lungo tempo con lo stesso gruppo.
Quello che segue è di sicuro uno dei gruppi in assoluto
più importanti della storia del jazz
al pari degli Hot Five e al Quintetto di Davis con Coltrane…
Una potenza ed un interplay che ancora oggi fa da punto di riferimento per tutti.
Per ora, imbattuto.
Una delle sue migliori formazioni in assoluto con
Dolphy, Coles, Richmond, Jordan, Byard
Qui Mingus può usare quella “telepatia” che lo collegava con i suoi musicisti
ed in particolare col suo “Braccio Destro“, il dimenticatissimo, ma geniale Dannie Richmond.
Tanti grandi nelle sue orchestre.
Ma anche “minori” che non sono riusciti a spiccare il volo dopo la loro esperienza mingusiana.
Tuttavia, ancora oggi, non si comprende appieno la sua grandezza.
MIngus è equiparabile a Ellington e proprio con il Duca
riesce a trovare il contatto che sancisce il passaggio del testimone,
in un disco storico: “Money Jungle”.
Ovvio che Ellington comprende e sostiene la poetica del “giovane ribelle”.
Sentite quà…
Mi sono reso conto che Mingus in realtà è campato davvero pochissimo.
Ma che ha realizzato un corpo di lavoro davvero difficile da contenere in una sola vita.
Nelle foto lo vediamo grosso ed invecchiato ma ha solo 56 anni quando muore..
e ora avrebbe solo 90 anni…
Voglio ricordare un evento che ci riguarda..
Fu chiamato da un produttore italiano a realizzare la colonna sonora
di Todo Modo di Elio Petri su consiglio del musicologo ( e non solo..) Filippo Bianchi.
Mingus con Filippo Bianchi in studio
Mingus giunse a Roma e realizzò con il concorso di alcuni eccellenti musicisti italiani
la colonna sonora.. che poi fu scartata e realizzata ex novo da Morricone.
Ora, Cumbia and Jazz Fusion rimane a testimoniare la miopia
di un’italietta che purtroppo ancora c’é tutta..
Mingus… The Sound Of The Struggle…
Auguri Maestro assoluto.