Prendo spunto da una delle solite liste di dischi da portare sull’isola deserta,
per andare a vedere insieme a voi, come viene presentato il Jazz
nel mondo dei grandi Media, in questo caso, americani.
http://blogs.laweekly.com/westcoastsound/2012/05/jazz_records_for_people_who_dont_know_shit.php
Già il titolo è molto colorito, ed infatti il sito offre una analoga lista per l’Hip Hop:
“
Lista di dischi per quelli che non sanno un cazzo di Jazz“.
Brutale ma efficace. E verrebbe da dire,
“ compilata da uno che ne sa ancora meno di voi! “.
Ora, il problema sorge immediatamente poiché l’evoluzione del Jazz,
é molto complessa ed articolata e si dipana in quasi cento anni
( se vogliamo far partire l’inizio del Jazz con l’arrivo di Freddie Keppard a New York
nel 1915 o con Livery Stable Blues di Nick La Rocca nel 1917…)
e attraverso migliaia di dischi, tutti fondamentali per qualche verso.
La lista la smonti subito, anche se non sei un esperto di jazz, in due nanosecondi…
Come può mancare fra i 10 dischi “Kind of Blue” di Miles Davis?
Come può mancare “The Blues and the Abstract Truth” di Oliver Nelson?
Come può mancare una qualsiasi incisione di Tristano?
Come può mancare John Kirby, l’inventore del quintetto jazz moderno con Rex Stewart,
precursore di Dizzy Gillespie almeno quanto Roy Eldridge?
Come può mancare Charlie Parker e Clifford Brown?
E non è che non sia musica spettacolare e fruibile…
Ora, chi scrive, ha una grande responsabilità poiché nel “mainstream” giornalistico,
il Jazz non entra mai;
quindi, il giornalista è tenuto ad informarsi bene.
Pubblicare una lista del genere, e non è la prima ,
sbomballata e totalmente incongrua,
fa male al Jazz e alla sua comprensione, almeno storica.
Per esempio, il compilatore, parla di dischi che sono stati pubblicati dal 1957
in poi, e arriva ad oggi con un salto quantico
che lega Pastorius a Ambrose Akinmusire.
Wow!
Akinmusire è un grandissimo talento sia chiaro, uno dei “nuovi” di cui si parla e a ragion veduta…
ma Winton Marsalis si potrebbe seccare.
Bucare Bud Powell e Jelly Roll Morton,
non considerare quel genio di Earl Hines soprannominato “Fatha”,
“Padre“, per un qualche motivo.
Non mettere Louis Armstrong!
Rollins..!
Holiday!
Fitzgerald!
Aiutoooo! Follia!
E questo, è solo uno dei moltissimi esempi
di questo andazzo irrispettoso e tutto sommato distruttivo,
che si sta attuando nei confronti del Jazz.
Ma tanto non importa a nessuno.