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Carlo Boccadoro è un compositore, pianista, direttore d’orchestra e divulgatore,
che percorre e traccia strade diverse, autonome ed estremamente interessanti.
La sua grande personalità musicale esplora con grande perizia,
luoghi sonori molto diversi e spesso molto distanti,
dal Jazz della Tradizione alla musica Contemporanea più complessa e controversa.
Sentieri Selvaggi è una realtà che ha contribuito a creare con Filippo Del Corno
e Angelo Miotto e rappresenta un vanto per la Cultura musicale italiana nel Mondo.
Vale la pena di conoscerlo meglio.
1
Sei nato percussionista.. quanto ha contato l’indipendenza degli arti
( paradigma della polifonia di pensiero che dimostri di avere..)
nel tuo lavoro successivo?
L’indipendenza degli arti credo nulla,
quella di pensiero per fortuna ho cercato di coltivarla sin dall’inizio.
2
il tuo pensiero musicale è aperto verso molti luoghi..
come ti sei trovato in Italia che, di solito, non premia gli”eclettici”?
In Italia mi trovo come si trovano tutti i miei colleghi,
con molte difficoltà dato che l’interesse per la Musica
da parte di chi la dovrebbe gestire equivale a Zero.
Cerco comunque di non stare a frignare sulla situazione
e contrattacco sempre proponendo,
mai ritirandomi sull’Aventino (dannosissimo).
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3
Raccontaci di Sentieri Selvaggi..
che nasce da un’esigenza da te molto sentita..
Sentieri selvaggi nasce da un programma radiofonico che io,
Filippo del Corno e Angelo Miotto conducevamo
a Radio Popolare di Milano tanti anni fa.
Proponevamo musiche diverse da quelle che la radio trasmetteva di solito,
tra cui molta musica contemporanea.
L’interesse di moltissimi ascoltatori su questi compositori
che non conoscevano ci ha successivamente spinto a fondare un ensemble
per proporre molti di questi autori dal vivo,
e ora siamo a 15 anni di cammino, mica male.
4
Come si può portare avanti oggi,
con la crisi che sta devastando tutto,
un gruppo come Sentieri Selvaggi?
Proponendo, rilanciando, razionalizzando le spese,
stando sempre in avanti e non giocando di rimessa
( come fanno in troppi, magari facendo vittimismi
e dando la colpa delle proprie difficoltà a potenti gruppi massonici).
Lo spazio c’è, certo bisogna fare fatica per trovarlo e conquistarselo,
bisogna lavorare duro per dimostrare le proprie qualità ma questo in tutti i campi,
non solo in Musica.
Se non si è disposti a rischiare e si aspetta una mano dall’alto
è meglio lavorare alle Poste.
5
Raccontaci della tua formazione…
sei nato come molti, con il rock?
La mia formazione è molto varia:
ho cominciato a cinque anni con i Beatles, poi dal rock al jazz,
la classica è arrivata solo molto dopo, e questo è stato salutare,
ho imparato ad apprezzare subito qualcosa di diverso
da quello che sarebbe stato il mio lavoro.
Tantissimi Concerti come percussionista e pianista( oltre 20 anni),
successivamente composizione ecc.,
ho iniziato a dirigere per caso e non ho più smesso.
6
Tutino figura tra i tuoi Maestri.
Quanto è stato importante?
Quanto conta incontrare un Maestro
che ti guidi nelle scelte e nei percorsi?
A causa del turnover delle cattedre
ho avuto 8 insegnanti in 8 anni (dopo me ne sono giustamente andato dal Conservatorio).
Quindi il Maestro che ti guida in un percorso non so neanche cosa sia.
Tutino è stato uno degli 8, ma ho imparato molto di più da
Bruno Cerchio, Paolo Arata e Ivan Fedele dal punto di vista della tecnica accademica.
Le scelte stilistiche invece me le son decise da solo
senza alcuna imposizione da parte dei vari Maestri ( sia detto a loro merito)
7
Berio ti ha commissionato un lavoro per ragazzi..
hai un ricordo del Maestro?
Sono stato molto fortunato, perchè ho conosciuto Berio
negli ultimi cinque anni della sua vita, in cui il suo carattere
era diventato molto più accomodante e bonario,
quindi un certo suo lato polemico e intransigente
che appare in molte interviste mi è stato risparmiato.
Berio sapeva benissimo che le mie scelte stilistiche
di quegli anni erano all’opposto delle sue
( ero un compositore neoromantico e tonale, allora),
ma non glie ne importava nulla; con me è sempre stato gentilissimo,
molto affettuoso e generoso
(mi ha fatto arrivare in regalo dall’Universal Edition di Vienna
delle sue partiture costosissime che non mi sarei
mai potuto permettere di comperare)
e abbiamo passato diversi pomeriggi assieme chiaccherando di tutto
(talvolta io difendevo Philip Glass e Arvo Part con suo grande stupore).
Ricordo quando siamo andati a vedere assieme The Cave di Steve Reich,
lui era molto contento ed è stata una bellissima esperienza.
Purtroppo non ha fatto in tempo ad ascoltare l’opera
che mi ha commissionato dato che è scomparso mentre la componevo:
Ho la presunzione di credere, però, che non gli sarebbe dispiaciuta del tutto.
8
Ho letto Musica Coelestis.. cosa ti ha portato quel libro,
quali frutti ha prodotto?
Quel libro oggi è esaurito, ma ricevo ancora tanti messaggi
( anche su Facebook) di persone che mi ringraziano
per avergli fatto scoprire nuovi autori e una musica
che non avevano avuto la possibilità di approfondire,
quindi direi che i frutti sono stati e sono ancora molti.
Prima o poi conto di ripubblicarlo.
9
E come ti rapporti con il Jazz di oggi visto che lavori
con musicisti come Dulbecco e Tonolo?
Il jazz è una delle Musiche che amo di più,
non smetto mai di studiarla scoprendo cose nuove.
Ho un rispetto assoluto dei musicisti di Jazz
( mi piacerebbe saper improvvisare come loro ma non ho quel tipo di talento)
e l’amicizia sincera che ho con moltissimi di essi e’ un vero onore per me.
14
Il tuo rapporto con Louis Andriessen
Andriessen è una figura fondamentale per me,un autentico Genio;
è grazie anche lui e ai suoi consigli ( oltre a quelli di Michael Nyman e Philip Glass)
che Sentieri selvaggi è nato, e le sue composizioni sono capolavori
che resteranno per sempre nella Storia.
Purtroppo non lo vedo da qualche anno, ma ogni volta che lo incontro imparo qualcosa.
15
Dicci cosa stai preparando.
Ora sto preparando un buon caffè!
Progetti musicali: un balletto, musica da camera,
un concerto per Violoncello e orchestra, e altre piccole cose