foto di Roberto Cifarelli
Una delle personalità più belle che emersero
negli anni 70 dai lombi del quintetto di Horace Silver,
che in quel momento di grazia aveva nel gruppo lo straordinario
( e compianto ) tenorsassofonista Bob Berg, fu Tom Harrell.
Il giovanissimo trombettista dell’Illinois (classe 1946),
fu subito notato nell’ambiente ed ebbe un ruolo fondante nella serie
di dischi che Horace Silver realizzò all’epoca,
facendo incontrare il suo quintetto con gli ottoni,
le voci, le percussioni ed i legni …
In particolare, “Silver and Voices” é quello che preferisco.
Il solo di “Out of the night” di Harrell, fu subito trascritto da Pat Harbison
ed allegato ad un libro di studio molto importante per noi trombettisti,
una serie di soli “storici” che lo mettevano
al pari di Woody Shaw, Freddie Hubbard e Clark Terry…
Fu un successo incredibile per un poco più che ventenne.
Da allora la lista di colllaborazioni del trombettista si è estesa a 360 °,
arrivando a toccare tutte le propaggini del jazz contemporaneo,
dal compositore Charlie Haden all’altosassofonista Phil Woods
al baritonista bop Cecyl Payne.
Lo stile in cui i critici di jazz lo hanno confinato è il “Modern Mainstream“,
una sorta di Hard Bop memore della lezione degli anni 70 ed 80
e, tutto sommato, abbastanza snobbato dalla critica che preferisce ,
di solito, gusti più “pungenti”.
Il pubblico invece, rimane irretito dalla bellezza del suo suono
e della sua espressività che ricalca la morbidezza di suono di Art Farmer
ed il fuoco di Lee Morgan e Freddie Hubbard,
con punte di lirismo che si possono trovare in trombettisti ormai dimenticati
come Johnny Coles e Carmell Jones o anche Lonnie Hillyer o Ted Curson.
Penso che Harrell non sia inscrivibile in un bel niente.
E’ un enorme musicista che spazia in qualunque luogo musicale
con gusto e classe inarrivabili.
Chet Baker affermò a più riprese, che il suo vero successore ,
sarebbe stato lui.
Lo disse in pubblico (su Musica Jazz) ed in privato.
Si concretizza la possibilità di godere della bellezza della sua musica
in un grande Festival italiano, Ravenna Jazz,
che lo ospita con un quintetto di sicura classe ed eleganza il 18 Luglio.
Spero che il pubblico accorra in gran copia perché Harrell è rimasto
fra i pochi artisti che hanno una poetica profondamente legata alla tradizione
ed una complessità costruttiva di grande fascino,
che rimanda ad una contemporaneità mai scontata e fine a se stessa.
Dal 16 al 18 luglio il festival che porta sul palco i grandi nomi del jazz internazionale
E’ pronta a partire la trentanovesima edizione di Ravenna Jazz.
Il festival, che da quest’anno torna all’aperto presso la Rocca Brancaleone,
si svolge dal 16 al 18 luglio.
Star dell’edizione 2012 sono il pianista Brad Mehldau
che si esibisce il 17 luglio con il suo trio e la cantante israeliana Noa
che il 16 luglio inaugura la manifestazione con “Noapolis”,
omaggio alla musica partenopea.
Chiude il festival il 18 luglio Tom Harrell.
Anche in questa edizione sono previsti gli “Aperitifs”
tre concerti pomeridiani nel centro cittadino che precedono le esibizioni della sera.
On line il programma completo.
Cosa c’è in programma dal sito http://www.erjn.it/ravenna/
Già due volte ospite del festival (nel 1994 oltre che nel 1999), lunedì 16 Noa torna a Ravenna Jazz per presentare “Noapolis”, il suo omaggio alla musica partenopea, dalle villanelle del ’400 alle melodie di Roberto Murolo. Con lei il chitarrista Gil Dor e il Solis String Quartet. L’esibizione di Noa sarà preceduta da un set dei Quintorigo – con il cantante Moris Pradella come special guest -che propongono “Experience”, omaggio alle musiche di Jimi Hendrix, di prossima pubblicazione discografica.
Nella serata di martedì 17 è previsto un solo concerto: alla Rocca Brancaleone arriverà il trio del pianista Brad Mehldau (con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria) oggi ai vertici della scena jazzistica planetaria.
Mercoledì 18, per l’appuntamento conclusivo, si torna al format con doppio concerto. La serata sarà aperta dall’esibizione del trio del pianista Dino Rubino (con Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria). Rubino eseguirà le musiche del suo nuovo disco, Zenzi, dedicato a Miriam Makeba.
Il concerto principale è quello del quintetto del trombettista Tom Harrell
(Wayne Escoffery al sax tenore, Danny Grissett al pianoforte,
Ugonna Okegwo al contrabbasso e Adam Cruz alla batteria).
Prima dei concerti serali alla Rocca Brancaleone il festival proporrà ogni giorno un live pomeridiano: i tre concerti ‘Aperitifs’, ospitati nei locali del centro storico di Ravenna (con inizio alle 18.30), saranno tutti in forma di assolo.
Il 16 luglio il Gamba 7 Bar Pub ospiterà “Moderatamente solo”, performance del vibrafonista Pasquale Mirra, che ripercorrerà come un racconto narrativo la storia del jazz.
Martedì 17 ci si sposterà all’Alighieri Caffè con Luciano Titi,
mentre il 18 luglio l’ultimo ‘Aperitif’ sarà al Cabiria Wine Bar,
con Rocco Casino Papia: chitarra, voce e loop station.