Non ho visto Celentano ma ho notato grande fermento sulla rete.
Adriano era una star quando io non ero neanche un filamento di cellule
organizzato da un dna.
Mi chiedo come sia possibile che non ci siano alternative a questi personaggi,
come sia possibile che non vi siano giovani artisti che gli si possano affiancare
nell’immaginario collettivo, a pari livello.
Forse l’unico “giovane” che ha una forza simile e che comunque la sta acquisendo,
potrebbe essere Jovanotti… ma certo è che Celentano, Morandi etc.,
hanno goduto di una serie di elementi estremamente favorevoli,
che hanno spinto la loro carriera e che gli hanno fatto acquisire l’aura del Mito.
Tale condizione fortunata, è stata determinata dal remotissimo periodo storico
in cui si sono manifestati, e cioè agli inizi degli anni Sessanta.. quindi,
più di 50 anni fa..la tv in bianco e nero dell’epoca, specchio di un’Italia rurale
e poco avanzata, appena toccata dal consumismo, li ha fatti diventare icone assolute.
Di certo gli giovò la riproposizione continua delle loro canzoni, che, all’epoca era possibile in forma capillare attraverso 5 canali, due televisivi e tre radiofonici; un fattore importante era anche la quantità contenuta di artisti che le case discografiche “lanciavano” sul mercato rispetto ad oggi.
Va notato però che, proporzionalmente, gli artisti che avevano una “chance”,
erano molti di più ed avevano organizzazioni capillari come la RCA,
che lavoravano giorno e notte per loro.
Oggi la carriera di un cantante, non è più stabile come quella di questi anziani personaggi,
visto che nessuno investe più come si è investito al tempo su di loro.
Sergio Bardotti, poeta e autore eccelso, che fu produttore di Vanoni e tantissimi altri
mi raccontò che Dalla non piaceva e non interessava a nessuno
e che ci misero un sacco di tempo per “imporlo” al mercato dell’epoca.
Fecero di tutto.
Ad un certo punto gli fecero fare il presentatore televisivo per una serie ,
gli Eroi di Cartone, che ancora ricordo perfettamente.
Poi esplose.
Ora, un ragazzo viene bruciato in due stagioni.
Non è solo talento. E’ che in italia ed in tutti i campi, manca la figura del PRODUTTORE.
Anche in altri settori, chi ha cominciato all’epoca, ancora ha ruoli importanti come Pagnotta,
l’uomo che ha inventato Umbria Jazz e Giampiero Rubei, il direttore della Casa del Jazz.
La figura del produttore ha avuto un ruolo chiave anche nel jazz ed infatti furono produttori
come Alberti e molti altri, ormai dimenticati,
che ebbero la forza di imporre dei nomi, che ancora oggi vanno per la maggiore.
Alberti
Forse sarebbe auspicabile che qualcuno “studiasse” per diventare produttore.
Quella, in tutti i campi, Musica, Cinema, Teatro, sembra essere la figura che manca oggi.
Gli artisti sono lasciati soli. Celentano, Morandi, Dalla, Mina, oltre al talento,
avevano grandissimi figure alle loro spalle. Ora c’é solo la Caselli e pochissimi altri.
E’ anche vero che i giovani produttori sono altrettanto soli, non avendo alcun sostegno
da case discografiche potenti e da televisioni con il monopolio.
Un tema su cui riflettere.
La solitudine, per un artista, non porta a diventare un numero primo .