Storie di Medioevo e BisanzioIl caffè, invenzione veneziana

Non mi reputo un italiota medio che non riesce a vivere all’estero senza il mangiare italiano. Mi adatto, e di solito mangio e provo la cucina locale. L’unica cosa che mi manca veramente è il caffè...

Non mi reputo un italiota medio che non riesce a vivere all’estero senza il mangiare italiano. Mi adatto, e di solito mangio e provo la cucina locale. L’unica cosa che mi manca veramente è il caffè. Vivo a Parigi, forse la “capitale europea” del caffè, dove i tipici bar furono pure immortalati da grandi pittori francesi ed europei. Non me ne vogliano gli amici francesi, ma nessun caffè, pur essendo tra i migliori bevuti fuori confine, raggiunge la perfezione italica.

Sorprenderà, forse, che non sono originario del centro-sud, ma sono un veneziano. Dico questo perché, ormai in Italia, la tipicità del caffè italiano è legata, per una serie di ragioni, alle grandi città del centro e sud della penisola, specie Roma e Napoli.
Ma chi “inventò” o chi “importò” il caffè in Italia? Chi detiene le royalties virtuali del caffè italiano?

Nel XVI secolo, periodo in cui veniamo a sapere della sua esistenza, il caffè era largamente utilizzato dalle popolazioni mussulmane dell’oriente mediterraneo. Era arrivato nella penisola italica per vie traverse, ma era ben poco utilizzato per via del suo legame con le terre dell’Islam. Semplicemente non si beveva caffè perché era considerata la bevanda del diavolo. Vi era però un Papa, che governava in quel periodo, Clemente VIII, che adorava il caffè e lo voleva assaporare con continuità a discapito della proibizione imposta dalla religione cristiana. Decise così di battezzare la preziosa bevanda, affinché potesse essere gustata anche dalle papille gustative cristiane, senza che per questo incorressero nel peccato. A lui è stata attribuita una frase simpatica che dice “Questa bevanda del diavolo è così buona… che dovremmo cercare di ingannarlo e battezzarla”. Fu così “sdoganata” la preziosa bevanda, che non portava ancora il nome di caffè.

Fu Gianfrancesco Morosini, bailo veneziano, ossia ambasciatore della Serenissima presso Costantinopoli/Istanbul, a farne menzione in maniera più chiara nel 1585, nella sua “relazione della Porta Ottomana”. La relazione raccontava come i Turchi bevessero, sia per strada sia nei luoghi pubblici, un’acqua nera che era prodotta grazie ad un seme chiamato kahve (in turca “bevanda eccitante”). Si diceva, sempre secondo il Morosini, che i Turchi che bevevano questa sostanza rimanessero svegli per lungo tempo e che il sonno non coglieva mai il loro corpo.
Nel 1615, ossia trenta anni dopo, il botanico Prospero Alpini, nativo di Padova, al tempo medico del console di Venezia in Egitto, fece conoscere la scura bevanda a tutta la città lagunare, portandone alcuni sacchi dall’Oriente.
Il caffè fu venduto e torrefatto per la prima volta a Venezia ed è nella città lagunare che trovò il suo terreno più fecondo, essendo la città dei dogi naturalmente protesa verso le civiltà e le tradizioni del levante mediterraneo. I commerci con l’oriente, infatti, portavano novità, oltre che spezie e denari. Ecco che abbiamo i primi profumi e i primi orecchini da Bisanzio e appunto il caffè da Damasco e da Istanbul.
Nel 1653 la bevanda si diffuse rapidamente, ed è proprio a Venezia che prese il nome di caffè e fu venduta principalmente dai Musulmani, che erano residenti nella Repubblica, tramite il loro quartier generale situato nel Fondaco dei Turchi, nel Sestiere di Santa Croce.
All’inizio questa bevanda aveva delle proprietà medicamentose e per questo era consumata. I costi erano quasi proibitivi e solamente le persone facoltose potevano permetterselo. Qualcosa però cambiò. L’amore e l’interesse per il caffè a Venezia, apparirono chiarissimi da subito, tanto da aumentarne incredibilmente la richiesta. Dalle farmacie, dove il prodotto era venduto nella prima fase, si passò ad altri locali che vennero per la prima volta sperimentati proprio nella città lagunare. Nacquero così le prime “botteghe del caffè”, dove si poteva acquistare la preziosa bevanda scura a prezzi modici. La cosa creava così tanta concorrenza che il primo proprietario, colui che aveva inventato la vendita al dettaglio del caffè, fu costretto a pubblicare una sorta di brochure per pubblicizzare le capacità della bevanda. Anche in questo caso Venezia fu la prima città ad avere chiari esempi di pubblicità di un prodotto di largo consumo e siamo appena nel 1716!
Il 29 dicembre 1720, Valentino Floriano Francesconi aprì il primo Caffè al mondo. Lo intitolò “Alla Venezia trionfante”. Il nome ebbe poca fortuna; in pochi anni divenne per tutti i cittadini Floriàn, dalla venetizzazione del nome del proprietario. Il Floriàn, calamitò ben presto personaggi famosi da ogni luogo. Giacomo Casanova lo utilizzava per ammaliare le sue dame, Carlo Goldoni vi entrò quando era ragazzo, altri personaggi come Foscolo, Lord Byron, Goethe, Rousseau e D’Annunzio, ne furono degli assidui clienti.

E’ interessante ricordare che il già citato Francesconi, non fu mai il vero proprietario del Floriàn. La concessione, infatti, era data dallo stato veneziano che gli pagò lo stipendio per tutta la durata del periodo lavorativo. Francesconi divenne così il “caffeter” che in Veneziano significa “colui che vende il caffè” e il caffè rimase monopolio dello stato per lungo periodo. La Serenissima aveva individuato un buon prodotto da tassare con ingenti guadagni per l’erario.
Nel 1763, a Venezia la moda dal caffè si diffuse cosi largamente, che si contavano nella città lagunare ben 218 locali. La bottega del caffè, poi semplicemente caffè, seguendo la moda francese, divenne luogo di incontro tra innamorati e corteggiatori. Si usava a Venezia, infatti, inviare ai propri amati dei vassoi ricolmi di cioccolata e caffè per dimostrare il proprio affetto e il proprio amore.
Da Venezia poi il caffè si diffuse in tutto l’occidente divenendo una bevanda famosa e molto apprezzata. Ancora una volta la città lagunare aveva seguito la sua indole di cerniera tra Oriente e Occidente importando una bevanda orientale e trasformandola in caffè occidentale.

Sitografia

http://www.caffe.it/
http://www.chococlub.com/caffe/storia.html
http://venezia.myblog.it
http://www.ilpiaceredelcaffe.it/

Immagini da wikipedia

Immagine del Florian di

Le café Florian à Venise

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