Apologia di SocrateDue miti da sfatare sul movimento 5 stelle

Rispondendo ai commenti al mio ultimo post mi sono fatto l'idea che Grillo e molti aderenti al movimento 5 stelle abbiano almeno 2 convinzioni discutibili che andrebbero messe in discussione: Lo s...

Rispondendo ai commenti al mio ultimo post mi sono fatto l’idea che Grillo e molti aderenti al movimento 5 stelle abbiano almeno 2 convinzioni discutibili che andrebbero messe in discussione:

  1. Lo stato è o può essere buono e imparziale
  2. La maggioranza sceglie sempre per il meglio

Il punto 1, condiviso da molti esponenti di sinistra, presuppone uno stato che possa controllare le banche e l’economia in generale, indirizzarle per il meglio verso il bene comune; essere al di sopra delle parti e non abusare di posizioni di monopolio o di privilegio.
Questo stato non esiste e non può esistere e tutta l’evidenza disponibile, non solo in Italia, va nella direzione opposta.

L’apparato statale è costituito da uomini con debolezze, interessi e imperfezioni. A parte la religione ideologica, non c’è motivo per il quale un politico o un funzionario pubblico dovrebbero avere a cuore il bene comune più di un qualsiasi altro privato cittadino.
Fuori dalla retorica e dalle favole lo stato è composto da:

  1. politici che si sono “indebitati” per essere eletti (anche solo facendo delle promesse e impegnandosi su dei programmi)
  2. burocrati interessati al mantenenimento miglioramento della propria posizione individuale

Tra queste 2 categorie c’è un rapporto ineliminabile perché i primi possono determinare il destino professionale dei secondi e i secondi hanno infuenza sull’elettorato dei primi.

Questo avviene ovunque e nella norma e prima di qualunque degenerazione patologica a cui abbiamo assistito nel nostro paese.
Cosa può succedere se aggiungiamo a questa miscela pericolosa maggiori poteri per l’amministrazione pubblica e una più ampia infuenza nell’economia?

La banca controllata dallo stato, dovendo decidere se distruggere il denaro dei risparmiatori (e in second ordine dei contribuenti) finanziando una grande impresa tecnicamente fallita cosa sceglierà?

Che effetto avranno le pressioni dei cittadini elettori sui politici?

Quanto aumenterà il costo per la collettività del rinvio della conclusione inevitabile?

La via dello stato dirigista l’abbiamo provata e ha prodotto MPS, Alitalia, le cattedrali industriali morte o moribonde nel sud etc etc mantenere fede nello stato imparziale o migliore dei privati vuol dire abbracciare un dogma religioso a prova di smentite.

Se prendiamo atto che lo stato non è mai un abritro imparziale, ma è una delle parti in causa, l’intera prospettiva cambia. Nessuno ci può garantire, allora che il dirigismo dello abbia effetti positivi o comunque migliori rispetto alla sua assenza. Se tutti gli uomini (anche i funzionari pubblici) sono fallibili e corruttibili invece di vagheggiare di uno stato banchiere, imprenditore etc dovremmo dedicarci a costruire, mantenere e migliorare una serie di istituzioni che possano bilanciarsi a vicenda e meccanismi di trasparenza che consentano un controllo diffuso. Dunque regole certe e semplici, trasparenza, autorità indipendenti dal potere politico con poteri sanzionatori e bilanciamento in modo che nessuno abbia poteri tanto ampi da poterne abusare.

La storia della maggioranza è più sottile.
Se dobbiamo decidere della manutenzione del condominio votare a maggioranza è efficace perché lascia scontento il minor numero possibile di soggetti interessati. Anche su temi come il divorzio, l’aborto, l’eutanasia è accettabile che tutti i cittadini esprimano un’opinione.
Ma non si può votare su tutto e farlo sull’Euro sarebbe un grave errore.
Galileo era in minoranza eppure aveva ragione: accade di frequente nelle questioni di tipo tecnico.
Il voto a maggioranza non può risolvere tutti i problemi e funziona particolarmente male sulle tematiche tecniche.

L’Economist, rivista indipendente e sicuramente non filo-Euro, in un editoriale dello scorso agosto ha provato ad analizzare la convenienza per la Germania dell’uscita di uno o più paesi dall’euro. Il risultato è che l’autorevole giornale britannico, potendo consultare i migliori esperti del mondo e non avendo interessi in conflitto ha concluso che non è possibile sapere con un grado ragionevole di confidenza quali sarebbero gli esiti di una “rottura” dell’ Euro.
Che risultati può portare allora chiedere alla gente comune di pronunciarsi su un tema per il quale anche i maggiori esperti non hanno risposte soddisfacenti?

Se con le mie tasse vengono già pagati profumatamente dei sedicenti esperti, perché dovrei assumermi io la responsabilità di decidere, per dire, sugli OGM (prendo un tema sul quale, a differenza dell’euro, non ho competenze tecniche)?

La democrazia funziona bene in condominio, sui temi di coscienza e, ovviamente, nella selezione dei nostri rappresentanti. Non è salutare impiegarla per temi tecnici che richiedono competenze ben al di là di quelle normalmente possedute dal cittadino medio.

@massimofamularo

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