Il governo Monti regala un palazzo d’epoca alla Lituania

Il ministro Giulio Terzi di Sant’Agata l’aveva promesso al capo di Stato lituano Dalia Grybauskaité poche settimane fa. È stato di parola. Questa mattina il Consiglio dei ministri ha ratificato e r...

Il ministro Giulio Terzi di Sant’Agata l’aveva promesso al capo di Stato lituano Dalia Grybauskaité poche settimane fa. È stato di parola. Questa mattina il Consiglio dei ministri ha ratificato e reso esecutivo l’accordo stretto il 21 febbraio scorso tra il governo italiano e quello di Vilnius. L’Italia dona alla piccola repubblica baltica «una sede diplomatica di prestigio a Roma, collocata in una delle zone più belle della città, all’interno di palazzo Blumenstihl».

I diplomatici lituani potranno usufruire dell’immobile per almeno un secolo. L’accordo prevede infatti la concessione del Palazzo in comodato d’uso gratuito «per un periodo di 99 anni». Buon per loro. Il comunicato di Palazzo Chigi sottolinea il pregio della nuova sede diplomatica. Un palazzo storico nel centro della Capitale, sul Lungotevere dei Mellini. «Un immobile – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – che è anche di rilevante valore culturale. L’edificio risale al 1890 ed è stato progettato da Luca Carimini, uno dei maggiori protagonisti dell’architettura romana della seconda metà del XIX secolo».

L’accordo chiude una controversia vecchia quasi settant’anni. Era il 1940 quando il governo italiano – in seguito all’invasione russa del piccolo paese baltico – consegnò all’Unione Sovietica “Villa Lituania”: l’ambasciata di Vilnius a Roma. Nonostante il ritorno all’indipendenza nel 1990, fino a stamattina l’ex sede diplomatica era rimasta l’ultimo territorio lituano ancora occupato dai russi.

Nel recente passato il governo italiano ha inutilmente provato a risolvere la questione, offrendo per una cifra simbolica l’affitto dei seicenteschi Casali Strozzi, nel quartiere Prati della Capitale. Proposta mai accettata: «Dopo aver ringraziato per la prova di buona volontà fornita dall’Italia – scriveva qualche anno fa l’ambasciatore di Vilnius – la Lituania ha deciso di cercare comunque una soluzione che preveda il pagamento di un indennizzo in denaro o la cessione di un immobile. Per la Lituania è irrinunciabile il principio del ripristino della sua proprietà, che è ben diverso dal baratto con un affitto a lungo termine».

Il governo Monti, seppure alla fine del suo mandato, chiude la questione. Oltre all’amicizia degli alleati lituani, il nostro Paese ci guadagna qualcosa? Non ancora. «Il governo lituano – spiega l’accordo – si è impegnato a sua volta a facilitare il governo italiano, se necessario, nell’identificazione e nell’acquisizione di spazi idonei ad ospitare la sede delle rappresentanze diplomatiche italiane a Vilnius».

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