Tina esce da casa con la prima luce del mattino, ha l’aria di chi sogna nel suo passo veloce. E’ una donna molto bella, l’età non saprei dirla, vive con sua figlia da poco diplomata; del marito nessuno ha mai saputo niente, forse nemmeno lei. Prima di varcare la soglia del cortile, volge lo sguardo verso la sua finestra: è il saluto silenzioso alla bambina, così la chiama ancora lei, che sta dormendo. Avrà una giornata difficile, come sempre; uffici da pulire, un’anziana a cui badare, camicie da stirare da una famiglia che abita in centro. Eppure, quando rincasa la sera non sembra mai stanca, pare che torni da una festa e sorride alla “bambina” che l’aspetta, scherzando con gli amici. Talvolta la figlia la provoca affettuosamente: “Mamma quando ti fidanzi?” e Tina, con le borse piene di camice, le risponde maliziosa di preoccuparsi dei suoi di fidanzati. Cesare esce da casa quando il cielo è ancora scuro, sembra inseguire i sogni che non ricorda nelle sue poche ore di sonno. In altri periodi, lui, che vive solo, a quest’ora cerca un lavoro giornaliero, adesso no, è l’abitudine che lo porta fuori di casa. E’ sempre preoccupato, ma sa ridere di sé: “Visto che non trovo niente da fare in questi giorni -mi dice- potrei dipingere il cielo quando non mi piace”, poi s’incammina verso mete che conosce solo lui. La luce radente del mattino rischiara la nostra periferia.
9 Agosto 2013