Succede che una mattina ti svegli e sei di buon umore, le voci provenienti dal cortile, sono il primo abbraccio del giorno e non ti sottrai. Tutto sembra normale, i gesti della colazione, la prima maledetta sigaretta. Eppure c’è qualcosa che ti fa esitare a buttarti nel mondo, non sai definire esattamente cos’è. Una sensazione agrodolce che attraversa il tuo corpo, si ferma un momento sul cuore, poi prosegue e ti metti a pensare. La vita ti chiama a una sorta di riassunto. Non serve voltarsi, hai tutto d’innanzi: presente, passato e futuro. Amori, parole e ricordi bisticciano tra loro, ma ti appaiono insieme. Con loro non devi essere un pacificatore, hanno sempre fatto così e tentare di condurli a un ordine sarebbe sbagliato, non sarebbero più loro, una crisi d’identità sul passato è sconsigliabile. E’ la vita scomposta che chiama, ti sembra bella, a suo modo, e la lasci così sbagli compresi, non certo per quello stupido principio per cui “se tornassi indietro, rifarei tutto”, ma solo perché errori e bellezza, istanti stupendi e giorni difficili, sono la contraddizione che ti ha formato. Saluto una folla di volti, prima di uscire e infilarmi in guardiola a sognare con le lettere.
21 Agosto 2013