Tante volte, negli ultimi anni, ho pensato di camminare accanto al fiume. Ora sono qui, l’osservo e scopro di non avere un pensiero profondo da offrirgli. Forse perché ho fatto tutto in modo veloce. Sono scappato dalla città quando tutti dormivano e sono arrivato fin qui senza essermi svegliato del tutto. Non sono solo, tengo per mano il bambino che ero e non mi annoio nel vedere l’acqua che scorre. Incontro un uomo che sta pescando, ha alti stivali, giacca e cappello impermeabili, mi accorgo che piove. Mentre il bambino che tengo per mano vorrebbe lasciare la presa, correre, rotolarsi nel fango e forse nuotare, pezzi di vita mi passano davanti, ma non si fermano abbastanza da farsi giudicare o leggere meglio. Così non mi danno né gioia, né tristezza. Sono io che guardo il fiume, o viceversa? Lo capirò, oggi mi fermo qui e non importa se piove.
25 Ottobre 2013