Portineria MilanoC’è chi vuole una Lega Nord indipendente….da Salvini

Fuoco e fiamme dentro la Lega Nord di Roberto Maroni in vista delle primarie del 7 dicembre, quando al popolo padano toccherà scegliere il nuovo segretario. Dopo la presentazione dei cinque candida...

Fuoco e fiamme dentro la Lega Nord di Roberto Maroni in vista delle primarie del 7 dicembre, quando al popolo padano toccherà scegliere il nuovo segretario. Dopo la presentazione dei cinque candidati entra nel vivo la battaglia che tra un mese incoronerà il nuovo leader leghista il 15 dicembre al Lingotto di Torino. In queste ore continuano le pressioni sul vecchio leader Umberto Bossi, su Manes Bernardini, Giacomo Stucchi e Roberto “Bossi” Stefanazzi per un ritiro dalla competizione, in modo da lasciare come candidato unico il segretario lombardo Matteo Salvini. Il motivo è fin troppo evidente: il rischio che il segretario lombardo non ce la faccia. Del resto “i fantastici dei quattro” non sembrano avere la minima voglia di fare un passo indietro. Salvini incassa l’appoggio di Maroni («Sono lieto che si sia candidato e spero che sia lui quello che la base indichera»), quello del governatore del Piemonte Roberto Cota (“Lo appoggerò perchè lo ritengo una persona in gamba”) e ha promesso che se diventerà segretario nominerà come presidente Giancarlo Giorgetti al posto di Bossi: una sponda quest ultima proprio ai più riottosi maroniani. Il problema però è che, al momento, data la divisione interna nelle varie correnti, Matteo rischia di non avere la maggioranza relativa del partito. E c’è chi come l’ex direttrice della Padania Stefania Piazzo lo dà già per «morto. «La prima, che è la notizia vera» si legge sul sito L’Indipendenza «è che Matteo Salvini, sempre che non subentrino accordi successivi, non sarà il segretario della Lega. La sua vittoria appare già morta. La seconda, è che qualche militante sul piede di guerra potrebbe portare il congresso in Tribunale, contestando le procedure delle primarie, per nulla regolamentate dallo Statuto. Servirebbe un congresso per cambiarle, e non, sostiene qualcuno, una segreteria politica».

Insomma un classico «casino in salsa padana», con Gianluca Pini, l’escluso dalla competizione, che si è visto rifiutare il ricorso proprio da Maroni. Finirà tutto in tribunale? Le polemiche sono diverse, anche perché questo congresso non cambierà l’assetto del consiglio federale, lasciando di fatto tutto intatto, tranne la segreteria. Ma quante possibilità ha Salvini di spuntarla? I “fantastici quattro” rischiano di sottrarre diverse preferenze all’euoparlamentare leghista e fermare i sogni di Maroni. In particolare di gettare il movimento in una guerra senza esclusione di colpi. A fare più paura sono il presidente del Copasir Stucchi – molto amato nella bergamasca – e Bernardini che ha lanciato un programma su cui potrebbero convergere gli indipendentisti del Veneto, che a quanto pare non vogliono nè Salvini nè Bossi. Il consigliere regionale dell’Emilia Romagna ha lanciato un nuovo simbolo e promette di coinvolgere anche diverse anime dell’indipendentismo di Varese nella sua battaglia. «Tutti i gruppi indipendentisti, uniti per una causa comune sotto il nuovo simbolo della Lega Nord, possono ottenere un grande risultato elettorale e puntare a una rappresentanza vera e autentica, che nasca da progetti condivisi e non da effimeri matrimoni per le poltrone» scrive in una nota. E come primo segnale di piena adesione alla causa indipendentista, Bernardini rilancia i referendum per l’indipendenza di Veneto e Lombardia. «L’obiettivo è scatenare un effetto domino anche nelle altre regioni». Insomma una Lega indipendente da Roma, ma forse anche da Salvini…