Nuovo Centrodestra, vecchi trombati

«Anche il nome Nuovo centrodestra non mi sembra particolarmente efficace, pensando a chi lo compone». Dal palco del Consiglio Nazionale, ieri Silvio Berlusconi ha ironizzato più volte sulla nuova f...

«Anche il nome Nuovo centrodestra non mi sembra particolarmente efficace, pensando a chi lo compone». Dal palco del Consiglio Nazionale, ieri Silvio Berlusconi ha ironizzato più volte sulla nuova formazione di Angelino Alfano. Del resto quello del vicepremier sarà anche il “partito del futuro”, come lo ha definito il suo leader. Ma tra i suoi componenti c’è chi i piedi li ha ben piantati nel passato. Dirigenti come Fabrizio Cicchitto, Roberto Formigoni, Renato Schifani… 

Per carità, nessuna generalizzazione. Tra gli scissionisti di Nuovo Centrodestra ci sono anche tanti politici giovani e coraggiosi. Spicca poi un’altra categoria di aderenti. I trombati. Ex parlamentari usciti dal giro. Deputati e senatori non rieletti in Parlamento e in cerca di rilancio. Ieri sera alla conferenza stampa di Angelino Alfano era facile intravederne qualcuno. In piedi nella piccola sala dell’associazione stampa estera, meglio se a favore di telecamere. Quasi una sfilata di vecchie glorie. 

Impossibile non notare Mario Baccini, ad esempio. Già ministro, sottosegretario, deputato, senatore, protagonista indiscusso della componente Cristiano popolare. Ricandidato a Montecitorio al decimo posto in lista, lo scorso febbraio non è riuscito a farsi eleggere. Era stato candidato a Palazzo Madama, invece, Stefano De Lillo. Medico, volto noto del centrodestra della Capitale, già senatore berlusconiano. Anche lui ha mancato la rielezione in Parlamento, altro convinto sostenitore del nuovo movimento di Alfano.

Seduti davanti a tutti, salutavano gli ex colleghi Eugenio Minasso e Michele Scandroglio. Deputati pidiellini fino allo scorso febbraio, già coordinatore e vicecoordinatore del partito in Liguria. Entrambi fuori dal Palazzo dopo le ultime elezioni. Chiude la carrellata Marcello De Angelis. Ex An, un’esperienza alla Camera e una al Senato, direttore del Secolo d’Italia. Anche lui non rieletto, anche lui alfaniano.

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