Nella dichiarazione di indipendenza americana è scritto” che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono detentori di diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità: che allo scopo di garantire questi diritti sono stati creati i governi…” e durante un viaggio negli Stati Uniti che Matteo Ricci, presidente della provincia di Pesaro ed Urbino, ha trovato ispirazione per il suo libro “L’italia alla ricerca della felicità”, edito da Aiep Editore e scritto con il giornalista Francesco Nonni. Ne abbiamo discusso Lunedi 2 Dicembre a Milano, presso la Libreria Coop Statale, con l’ autore Matteo Ricci.
Una visita alla tomba di Robert Kennedy richiama il discorso che questi pronunciò il 18 Marzo del 1968, presso l’università del Kansas, un discorso nel quale evidenziava -tra l’altro- l’inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate. Da questi riferimenti “americani” comincia il percorso culturale e politico di Matteo Ricci, descritto in questo suo primo libro, che lo porta ad interrogarsi se la felicità, oltre ad essere un concetto personale e intimo, appartiene anche al dibattito pubblico e se scopo della politica non sia mettere al centro il benessere dei cittadini implementando politiche che rimuovano gli ostacoli che possano impedirlo.
E’ possibile misurare gli effetti sul benessere dei cittadini di politiche amministrative? Di scelte politiche? Studiosi in tutto il mondo parlano d’indici non economici per valutare il progresso ed il benessere di una società, di una comunità, e anche in Italia L’ISTAT ed il CNEL hanno un progetto che si propone di valutare statisticamente l’indice BES per la crescita ( BES è l’acronimo di benessere equo e sostenibile), che non considera solo parametri economici ma individua dodici aspetti del nostro vivere in una comunità, misurabili che, insieme, costituiscono il BES. Per un amministratore, avere a disposizione il BES significa passare dall’amministrazione del quotidiano ad una politica che progetta a lungo termine avendo come obiettivo l’incremento del benessere della propria comunità. Significa avere un indicatore dell’efficacia delle politiche implementate nelle dodici aree che costituiscono il BES e, quindi, sostenere i progetti politici che funzionano, cambiare quelli che non funzionano. Il BES è anche uno strumento nelle mani dei cittadini per valutare l’attività politica dei propri amministratori.
Nel suo libro Matteo Ricci ci racconta i tanti progetti, molti a costo zero, che ha sperimentato nella provincia da lui amministrata per incrementare il BES. Molti di questi davvero innovativi. Che hanno superato “l’esame BES” da parte dell’ISTAT.
Matteo Ricci quindi, parte dagli Stati Uniti per arrivare ad una politica che mette al centro il benessere e la ricerca della felicità dei cittadini. Non tutti sanno, però, che Benjamin Franklin il padre della dichiarazione d’indipendenza americana, non si attenne al consiglio del filosofo John Locke di introdurre nella dichiarazione d’indipendenza il “diritto alla proprietà” ma invio in Italia dei suoi emissari i quali contattarono il giurista, filosofo e patriota napoletano Gaetano Filangeri, che aveva introdotto il concetto di “diritto alla felicità” nella sua opera “La Scienza della Legislazione” e a questo Franklin si ispirò. La felicità quindi come diritto inalienabile è un concetto della tradizione culturale e giuridica Italiana, infatti, sempre nel 700 un progetto di costituzione del Gran Ducato di Toscana sanciva il diritto alla felicità.
L’articolo tre della costituzione è l’articolo che sancisce il diritto alla felicità nella nostra Costituzione? Mentre sono stati posti molti paletti all’art tre dalle interpretazioni della Corte, non bisognerebbe, invece, fare il percorso inverso, ed interpretarlo in modo esteso come diritto alla ricerca della felicità?: infatti il diritto alla felicità sembra essere la madre di tutti i diritti, se si è discriminati, se si è trattati come cittadini di serie B, se si è soggetti a violenza per quello che si è, per la propria condizione, se non si ha un reddito assicurato, non si potrà mai essere felici. Allora una politica che riscopre la sua vocazione di servizio ai cittadini, alla comunità, che progetta il futuro, che ritrova il senso del suo operare nelle radici della cultura Italiana, non può che avere al centro del suo agire il rimuovere gli ostacoli che impediscono a tutti di sentirsi cittadini pieni, di uguali diritti e di trovare, attraverso il proprio progetto di vita, la felicità.
Le 12 dimensioni del benessere :