Un assunto che sembra quasi scontato per tutti è che la presenza di piccoli partiti con “potere di ricatto” sia alla base della instabilità dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni e che la loro eliminazione o limitazione possa finalmente portare una salutare alternanza di governi finalmente stabili.
L’argomento è abbastanza semplice da comprendere: se per avere successo in una votazione occorrono 51 voti e una coalizione ne controlla solo 50, chi è in grado di portare anche un solo voto a condizioni accettabili per la coalizione ha il potere di condizionare le decisioni della maggioranza.
L’eccessivo potere di veto in mano ai piccoli partiti, che possono svolgere il ruolo di “ago della bilancia” determina il generale favore per le misure quali soglie di sbarramento volte a ridurne il numero.
In questo post di Michele Boldrin economista e coordinatore nazionale di Fare per Fermare il declino si propone una lettura differente che porta a risultati contro intuitivi.
Il primo aspetto da considerare è che per risolvere il problema è sufficiente introdurre un premio di maggioranza e l’esistenza di soglie di sbarramento è ininfluente*. Se si attribuisce alla coalizione vincente un premio, che le consente di avere la maggioranza assoluta, non rimane nessuno che possa esercitare alcun potere di veto. Nell’esempio precedente, una coalizione che ottenesse il controllo di 35 voti, con un premio di maggioranza di 16 o 17 voti, arriverebbe a 51-52, non avendo più bisogno di accordarsi con altre forze per governare stabilmente.
Le soglie di sbarramento influiscono sulla composizione dell’opposizione riducendo il numero dei suoi componenti, ma non rilevano affatto sulla stabilità dei governi che invece è determinata da quanto è omogenea e concorde la composizione della coalizione vincitrice: si pensi ad esempio al caso del primo governo Berlusconi in cui una parte rilevante della coalizione di maggioranza a un certo punto “si è accorta” di non concordare più con la linea dei propri alleati.
Dunque si può affermare che:
- la limitazione del potere di veto delle minoranze è assicurata dal premio di maggioranza
- detta limitazione non garantisce necessariamente la stabilità di governo (per quella occorre che le coalizioni non implodano come avvenuto ad esempio al primo governo Berlusconi)
- le soglie di sbarramento, influenzando esclusivamente la composizione dell’opposizione non sono rilevanti né ai fini del potere di veto delle minoranze né per la stabilità del governo
Considerato che introdurre dette soglie ha un costo in termini di democraticità del sistema, perché esclude dal parlamento anche forze politiche, che rappresentano una quota non irrilevante dell’elettorato, la loro opportunità andrebbe riconsiderata.
Ma c’è un effetto aggiuntivo, che potrebbe addirittura risultare paradossale e viene descritto nella parte conclusiva del post di Boldrin: polarizzando eccessivamente il sistema e plausibile che molte forze politiche, che in autonomia non riuscirebbero a superare le soglie di sbarramento, si trasformino in “componenti di minoranza” delle 2 coalizioni maggiori. In questo modo, il problema del potere di veto delle minoranze, eliminato a livello aggregato grazie al premio di maggioranza, si riproporrebbe all’interno delle singole coalizioni.
In conclusione è dunque plausibile, se non probabile, che l’Italicum, che è stato concepito (e venduto agli elettori come soluzione) per favorire la formazione di governi stabili possa portare a un sistema con due coalizioni prigioniere, o comunque fortemente condizionate, dalle proprie correnti minoritarie interne. Si noti che questo effetto è dovuto all’interazione combinata di premio di maggioranza ed elevate soglie di sbarramento: un partito di grandi dimensioni che volesse realmente governare in modo stabile, dovrebbe avere tutto l’interesse a non inglobare forze politiche troppo disomogenee e il modo migliore per farlo è offrirgli un ruolo all’opposizione con soglie di sbarramento meno elevate.
*La questione è illustrata in modo chiaro nel libro “Veto Players: How political institutions work“(Princeton UP, 2002)[] citato come riferimento nel post.
L’immagine utilizzata è tratta dal sito Formiche.net a corredo di questo articolo