Apologia di SocrateFenomenologia del Commento Ottuso

Chiunque abbia mai pubblicato qualcosa su internet, dai giornalisti di professione a quelli che mettono le foto delle vacanza o semplicemente una risposta sincera alla domanda di FB " a cosa stai p...

Chiunque abbia mai pubblicato qualcosa su internet, dai giornalisti di professione a quelli che mettono le foto delle vacanza o semplicemente una risposta sincera alla domanda di FB ” a cosa stai pensando?”, hanno sperimentato il commento ottuso.

Naturalmente si tratta di un fenomeno direttamente proporzionale al numero di utenti che possono accedere al contenuto e al livello di pubblicità degli stessi: se posti una foto in un gruppo chiuso di 5 persone, forse puoi sperare di sfuggire alla persecuzione.

Se però ti azzardi a postare un contenuto su un sito che abbia anche un minimo di visibilità non c’è speranza.

E’ un po’ l’equivalente di quando a una conferenza o convegno lasciano spazio alle domande e il solito ignoto, impossessatosi del microfono, monopolizza l’evento con una sintesi (talvolta poco sintetica) della sua visione del mondo, che tutto può dirsi, fuorchè una domanda. Uno di quei discorsi che, se fosse un tema di italiano alle medie, meriterebbe un giudizio negativo perchè l’allievo è “uscito fuori traccia”. Che a voler essere poco diplomatici si potrebbe chiedere: perchè non fai un post tutto tuo (o una conferenza se è per quello) invece di produrre rumore inutile nelle discussioni altrui?

Oltre al commento ottuso e inutile, perchè debordante, c’è poi quello spudoratamente fazioso, perchè per certe persone il mondo deve necessariamente dividersi in guelfi e ghibellini, necessariamente gli uni contro gli altri armati. Non è importante quel che abbiate detto o scritto, conta la categoria alla quale, per qualche fantasiosa associazione di idee è possibile assimilarvi. Ovviamente la dicotomia più gettonata è quella destra contro sinistra, alla quale con un po’ di buona volontà tutto si può ricondurre. Inutile discutere con chi è in grado di comunicare solo per scambi di insulti e cori da stadio, a questo proposito vale il monito Don’t Feed the Troll.

Dopo l’autoreferenziale e l’aggressivo unilaterale c’è la tipologia più insidiosa perchè mescola componenti delle altre 2 il commento ottuso che potrebbe sembrare sensato. Qui parliamo di uno che vuol raccontarci la sua e non sentire la nostra (come nel primo caso) oppure attaccare briga (come nel secondo), solo che lo fa con pseudo-argomenti quasi accettabili per cui ti da l’impressione che valga la pena rispondergli. Difficile riconoscerli al primo conto, perchè talvolta nascondono commenti genuini che meriterebbero una risposta. Così arriviamo al danno di fondo dei commenti ottusi: ostacolare la discussione libera e costruttiva.

Certo, se non è possibile nè politicamente corretto, tacciare di ottusità gli autori di commenti, a riflettere un attimo sulle conseguenze delle proprie bravate uno qualche domandina se la potrebbe pure fare.

In conclusione? I commenti ottusi si possono ignorare, combattere colpo su colpo (con funzione educativa, deterrente e per amore dei casi dubbi un cui qualcuno meritava risposta) oppure si può rispondere con ironia postando il link a questo post

@massimofamularo

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