Non aprite quelle portePerché detestiamo Samantha Cristoforetti?

Non siamo mai contenti. Dire “Wow, che figata!”, senza se e senza ma, sembra diventato sinonimo di debolezza, come se ammirare senza distruggere ci trasformasse automaticamente in persone di serie ...

Non siamo mai contenti. Dire “Wow, che figata!”, senza se e senza ma, sembra diventato sinonimo di debolezza, come se ammirare senza distruggere ci trasformasse automaticamente in persone di serie B.
Prendiamo Samantha Cristoforetti, adesso che le acque dopo Sanremo si sono un po’ placate.



Un commento a un articolo del 15 febbraio di Aldo Grasso sul Corriere, in cui Cristoforetti veniva invitata dal critico a non diventare la prezzemolina dello spazio (argh!), recitava così (ed era in ottima compagnia):
«Non sono invidioso della Cristoforetti perché fa un lavoro come un altro e non capisco cosa vi è da meravigliarsi dato che è 40 anni che la gente va nello spazio e non è la prima Italiana. Quello che mi dà fastidio è che invece di fare esperimenti scientifici si atteggia a rockstar mediatica con show nello spazio tutto a spese di noi contribuenti. La Cristoforetti non è al Grande Fratello e si è mai visto fare da altri astronauti tutto questo cinema».
Rockstar, velina, showgirl, prezzemolina, ma che lavori, santo cielo, invece di trastullarsi con microfoni fluttuanti a spese dei contribuenti, che faccia il mestiere per cui è pagata! Come se un collegamento tv o una foto postata su Twitter minassero la serietà della scienza e impedissero a Samantha Cristoforetti di fare altro. Ci manca solo: Eh, ma Samantha con l’acca…

Samantha Cristoforetti è brava, preparata, garbata e negli occhi le si legge la passione per quello che fa. Se ci fosse una sit-com chiamata Casa Cristoforetti o se lei tutte le mattine si collegasse per darci il Buongiorno di Samantha, sarebbe solo tanto di guadagnato. Ha la faccia simpatica, i capelli buffi e delle competenze eccezionali; ha lavorato sodo per arrivare dove è; è intelligente, di quel tipo di intelligenza che non comporta solo saper risolvere integrali doppi o mettere in fila triangolini e cerchi, ma che permette anche a chi la possiede di provare gioia nel condividere con gli altri.
Eppure dà fastidio. E basta un collegamento tv per tirare fuori il peggio di noi stessi.
Il perché non si sa. C’è chi dice che è per invidia, chi per il gusto della polemica, chi perché è una donna.
E a quanti stanno per insorgere dopo aver letto “è una donna” voglio raccontare una cosa, perché il fatto che sia una donna e non un uomo conta, alla fine, anche se sembra solo uno stupido cliché.

Pranzo tra scienziati, qualche anno fa. Si discute di Nobel. La conclusione, quasi unanime, è una sola: “Eh, ma quello alla Montalcini è regalato, dai”. Detta da persone che a volte riescono a pubblicare le loro ricerche solo sull’equivalente dei giornalini della parrocchia. Lo racconto come dato di fatto, non per far polemica, perché quello delle donne nella scienza è un argomento spinoso che merita una trattazione approfondita e questa non è certo la sede per farla. È un argomento ricco di luoghi comuni, è vero, ma è anche un argomento ricco di piccole insinuazioni, che spesso comprendono le parole moglie di, amante di, incompetente e fellatio nei suoi sinonimi meno eleganti.

Le cose stanno un po’ cambiando, e meno male, ma in certi ambienti ancora no. E quindi ben vengano i collegamenti e i tweet di Samantha Cristoforetti, che è una scienziata coi fiocchi, un esempio positivo per adulti e bambini, uno stimolo per ragazzi e ragazze a fare bene.
E in televisione, come nella vita, di esempi positivi ce ne sono sempre meno.

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