Pisapia ha annunciato che non si ricandiderà a sindaco di Mlano. Quel 2011 ci appare ora un’altra epoca della politica rispetto alla situazione attuale. A quel tempo Berlusconi era ancora fortissimo ed imperversava nella politica nazionale, credevamo che saremmo dovuti morire tutti berlusconiani. Formigoni regnava incontrastato in Lombardia ed anche il suo regna sembrava interminabile. La Lega governava gran parte dei comuni della provincia di Milano e della Lombardia. A Milano il regno della Moratti sembrava solido ed imbattibile sostenuto da forti interessi ed ingenti risorse economiche. Soprattutto avevano una sinistra fiaccata e debole per non essere mai stata capace di rappresentare un’alternativa credibile al governo della destra con il fallimento di tutti i tentativi di riconquistare la città succedutesi nel tempo e quindi rimasta sempre opposizione per decenni. Con il progetto del PD, nella città dove più avrebbe dovuto trovare spazio e consenso, attecchire, che invece mostrava tutta la sua debolezza derivante dalle sue contraddizioni di non essere percepito come quel partito nuovo ed innovativo per cui tanti avevano lavorato. A tutto questo aggiungiamo l’incalzare dell’antipolitica, la sfiducia crescente nei partiti. Insomma sembrava impossibile poter conquistare il governo della città. E per questo dobbiamo davvero ringraziare con forza e convinzione il sindaco Pisapia che seppe mobilitare e dare speranza di vittoria a tutte le forze, tutti i cittadini elettori del centrosinistra milanese che si sentirono investiti della missione storica di conquistare e cambiare Milano per poi conquistare e cambiare l’Italia, come poi avvenuto. L’impossibilità sulla carta della vittoria per tutte le ragioni sopra descritte, esalta ancor più il ruolo, storico potremmo dire, di Pisapia nel determinare le condizioni di quella vittoria. Senza però dimenticare che quella vittoria dipese anche dal risultato straordinario in termini di consenso che ottenne il PD, ben al di sopra della media nazionale. Nonostante la gestione maldestra delle primarie per il candidato sindaco. Consenso dovuto alla straordinaria mobilitazione di tutta la sua base che si prodigo per la vittoria in perfetta sintonia e fusione con le forze della società mobilitate da Pisapia.
Un grazie va anche al PD metropolitano di Milano ed al suo segretario Pietro Bussolati che ha saputo gestire con equilibrio e sapienza questi mesi delicati che hanno preceduto la decisione di Pisapia, nonostante alcune critiche pervenute, prive di fondamento ed ingiustificate, se non per fini altri. Infatti il PD milanese ha ribadito la piena fiducia in Pisapia e l’auspicio di una sua ricandidatura e nel contempo il PD si è posto in rispettosa attesa della sua decisione senza esercitare nessuna pressione nonostante le condizioni politiche richiedessero l’inizio, al più presto, del percorso politico che ci porterà alle elezioni del 2016. Nel contempo è stata fatta un’analisi politica indiscutibile e una doverosa presa di responsabilità. Come ho scritto sopra, le condizioni politiche in cui maturò la vittoria del 2011 appartengono ad un’altra era. Oggi non c’è più il dominio nè di Berlusconi né Formigoni. In tutte le tornate amministrative che si sono succedute dal 2011 ad oggi in provincia, ha vinto il PD, con il risultato che gran parte dei comuni metropolitani sono governati dal PD e dal centrosinistra. Il vento dell’antipolitica si è spento e la politica i partiti sono tornati centrali. Cosi come si è spento il mito dei “tecnici” al governo ed il mito della “società civile” opposta a chi fa politica nei partiti. La società civile, tutti noi, fa politica nei partiti e soprattutto nel PD che di certo non è più il partito di apparati. Ultimo ma non ultima, alle elezioni Europee del 2014, il PD ha raggiunto in città dei risultati straordinari in termini di consenso: ha quasi raggiunto il 45%, addirittura al di sopra del pur straordinario risultato nazionale. Un consenso di questa portata richiede un’assunzione di responsabilità del Pd di fronte ai cittadini milanesi. Assunzione di responsabilità a cui il PD non si sottrae. Pur nella doverosa continuità e nell’ambito della coalizione politica che ha sostenuto la giunta Pisapia fin ora, e indipendente dal candidato sindaco, che ora sappiamo non sarà Pisapia, una fase politica si è chiusa ed un’altra si apre. In questa nuova fase il PD si fa carico pienamente della responsabilità di guidare la coalizione assumendo uno spazio centrale. Nel determinare gli obiettivi del programma con cui ci si presenterà agli elettori e quindi gli obiettivi della prossima giunta; la linea politica della coalizione, e la conduzione della campagna elettorale, cosi come nel determinare gli assetti della prossima giunta che dovrà avere un forte connotato politico. Insomma assume a se, in pieno, la responsabilità di condurre alla vittoria la coalizione nella prossima scadenza elettorale. Questa assunzione di responsabilità non dovrebbe essere vista come un’imposizione del Pd ma dovrebbe essere richiesta da tutti i soggetti interessati perché garanzia di successo e serietà politica. Solo interloquendo con il PD si potranno definire gli obiettivi della prossima sfida.
Se i soggetti della coalizione politica rimangono, oltre al PD e ad una parte della sinistra radicale, anche i civici, non si apprezza a pieno come questi pensano di organizzarsi e muoversi per rafforzare la coalizione. Recentemente si è tenuto un incontro dei cosiddetti “arancioni” che ebbero un ruolo centrale nell’organizzare quel movimento di cittadini al di fuori dei partiti che si mobilitarono per la vittoria del centrosinistra e di Pisapia. In quell’incontro si sono posti come forza politica, come interlocutore, potremmo dire, partitico. Seppure in questi anni non abbiano avuto la capacità di coltivare e mantenere quel radicamento tra i cittadini milanesi che li avevano caratterizzati, dai partiti sembrano aver preso quelli che proprio loro considerano “vizi” e criticano nel PD: la costituzione di “apparati”, più interessati a futuri posizionamenti che ha mantenere vivo l’interesse dei cittadini attivi nel sostenere l’amministrazione di centrosinistra, e la divisione in correnti spesso in conflitto tra loro. Per la futura vittoria, che non sarà facile, è bene invece che tutte le componenti della coalizione politica, invece di criticare il PD spaventati dal suo ruolo guida, richiamino il PD alle sue responsabilità ed interloquiscano con esso nell’interesse di tutti a continuare nel buon governo del centrosinistra a Milano.