Sulle stragi di Parigi nessuno ha perso l’occasione di stare zitto, né tutti noi sui social, né il fior fiore degli editorialisti nostrani, che hanno riempito le pagine dei rispettivi quotidiani di dotte analisi geopolitiche.
Su quelle non mi permetto di discutere. Qualche perplessità, però, mi permetto di sollevarla quando i nostri, increduli davanti alla possibilità di intrecciare la strage al Bataclan con l’apostasia e il satanismo, si imbattono nel rock, argomento che probabilmente non conoscono bene quanto la geopolitica internazionale.
Succede, come tutti ormai sapete benissimo, che sul palco del Bataclan la sera del 13 novembre c’erano gli Eagles of Death Metal. Una band che, nonostante il nome, con il metal non c’entra nulla. Solo che questo, i nostri, non lo sanno. Ignorano, per esempio, che il nome della band non deriva da fantomatiche aquile che volteggiano nel cielo del death metal. Bensì, alle aquile — decisamente meno inquietanti — della band di Hotel California. Gli Eagles, per l’appunto.
La storia, dietro al nome, è divertente: si narra infatti che una sera, un amico di Josh Homme — batterista degli EoDM, nonché fondatore della storica band stoner rock dei Kyuss e leader dei Queens of the Stone Age — cercò di convicerlo che il death metal fosse una figata. Ci provò con una canzone dei Poison, davanti alla quale Josh Homme, trattenendo le risate, gli disse qualcosa come: «Amico, non scherziamo… questi sono gli Eagles del death metal».
Niente a che vedere quindi né con le “Aquile del Metallo Mortale”, come vorrebbe la vulgata di Dell’Arti, né con l'”Aquila della Morte”, inventata dalla fervida mente di Aldo Cazzullo, né tantomeno con lo “spettacolo di heavy metal” che secondo l’elefantino Ferrara, avrebbe sostituito “le antiche chinoiseries dell’orientalismo musicale”.
Insomma, cari editorialisti, illuminateci pure sulla geopolitica mondiale. Ma quando vi avventurate nel rock, prima consultate quantomeno Wikipedia.