L'ambulanteUn anno senza David Bowie? Frottole. Il Duca Bianco è vivo più che mai

Gli anniversari recriminano alla memoria l'assenza della fisicità. Persino l'arte ha la sua fisicità e l'eredità di David Bowie, scomparso il 10 gennaio di un anno fa, testimonia che il suo genio h...

Gli anniversari recriminano alla memoria l’assenza della fisicità. Persino l’arte ha la sua fisicità e l’eredità di David Bowie, scomparso il 10 gennaio di un anno fa, testimonia che il suo genio ha reso la musica la diagonale per fare del glam rock e della new wave l’abbraccio della libertà e l’arte specchio della nostra esistenza fragile, tra discese e risalite.

Un anno senza il Duca Bianco? Non ce ne siamo accorti perchè per tutto il 2016 è rimasto il re del buzzing sui social network; l’ultimo disco Blackstar è stato il vinile più venduto dell’anno scorso; la meravigliosa mostra David Bowie Is…, ospitata in Italia dal Mambo di Bologna, solo nel nostro Paese ha superato i 130 mila visitatori.

Il video inquietante di Lazarus, pubblicato qualche giorno prima della morte e che su YouTube ad oggi ha raggiunto quasi 40 milioni di visualizzazioni, resta la lucida testimonianza di come Bowie abbia sbeffeggiato la morte, nonostante il suo nichilismo lo renda per l’eternità una “stella nera” vagante per il cosmo.

 https://twitter.com/JonBoydon/status/811156454581424128 

David Bowie può fare a meno degli anniversari perchè ha aggredito il melanoma dell’omologazione, di cui siamo ammalati cronici, attraverso ogni forma d’arte della re-invenzione.
L’uomo caduto sulla terra in realtà non è mai morto perchè il midollo spinale della sua pittura musicale mescola avanguardismo, classicismo, street-art, fantascienza.

Sfogliando il catalogo della mostra David Bowie is… di Victoria Broackes o riascoltando la seconda sfornata di vinili restaurati del pregiato cofanetto Who Can I Be Now? (1974-1976), mi sono chiesto perchè sia stato l’ispirazione di tutti noi.
Ho trovato la risposta in quell’irrefrenabile trasformismo che va da Hunky Dori a Ziggy Stardust, residuo dell’impatto di Bowie sulla moda degli ultimi quarant’anni: attraverso la sua libertà individualista abbiamo ritrovato la nostra, senza smettere mai di cantare con gli occhi spalancati verso le nuvole:

We Can Be Heroes Just For One Day.

Lo facciamo oggi per l’ennesima volta, senza essere condannati alla solitudine del villaggio globale, perchè ogni scheggia d’arte sul nostro pianeta ha il riverbero di David Bowie.