Almutawassit è una giovane casa editrice italiana che pubblica libri in arabo, fondata a Milano nel 2015. Nasce dall’esperienza di un’associazione culturale nata pochi anni prima, sempre nel capoluogo lombardo, con lo scopo di promuovere il dialogo culturale fra l’Italia e il mondo arabo. Il suo nome è un riferimento al mare, al mare di mezzo, il Mediterraneo.
Il suo simpatico fondatore è Khaled Soliman Al Nassiry, un editore e poeta di 38 anni, di origini palestinesi, che viveva a Damasco e che è arrivato a Milano nel 2009 dove si è sposato. Noi, in città, lo conosciamo bene. Sin dai tempi in cui era caporedattore ad Al Jarida, una giovane rivista multietnica diretta da Marco Sergi, stampata in italiano ed arabo e distribuita gratuitamente – per un po’- alle uscite della metropolitana e in altri luoghi a Milano. Al Nassiry ha fornito un contributo importante anche alla realizzazione di Philastiniat, il festival della cultura palestinese organizzato nel 2012, sempre a Milano. La notorietà è arrivata subito dopo, con la realizzazione, insieme a Gabriele Del Grande e dal regista Antonio Augugliaro, del fortunato film documentario Io sto con la sposa.
Incontro Al Nassiry in un bar di Piazzale Lodi, a Milano, la settimana scorsa, per farmi spiegare il suo nuovo progetto editoriale questa volta destinato, principalmente, al mercato arabo. Mi piace l’attivismo culturale – forse un po’ radicale – delle nuove generazioni di arabi. Con Almutawassit, mi spiega Al Nassiry, “pubblichiamo traduzioni in arabo di autori europei, con un focus particolare sulla letteratura italiana”. Milano città davvero aperta al multiculturalismo, penso quindi io, divertita. Lui continua: “Troppo spesso capita che gli autori italiani siano tradotti in arabo passando da altre lingue. Il francese, per esempio, come è accaduto per i libri di Erri De Luca. E questo è un peccato!”. Al Nassiry pensa che i titoli tradotti dall’italiano, sia dei classici che dei contemporanei, sono ancora pochi e che per questo il suo progetto editoriale meriti sostegno. In uscita ci sono traduzioni dei libri di Alessandro Baricco.
I libri di Almutawassit vengono stampati (in arabo) a Beirut – tuttora il principale centro editoriale del mondo arabo – per essere distribuiti nelle librerie della regione. I suoi traduttori si trovano in Italia, Francia, Siria ed Egitto. La partecipazione alle fiere librarie regionali è indispensabile, non solo per la promozione ma anche per la vendita. Almutawassit ha partecipato all’ultima edizione dell’importante fiera del libro di Casablanca, in Marocco, si legge sul loro sito. “Siamo stati anche a quella di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti”, aggiunge Al Nassiry, un appuntamento chiave nella regione insieme a quella del Cairo e di Sharjah. Non solo. I titoli in catalogo si possono ordinare anche sul sito web, anche se le spese di spedizione possono essere molto alte se ci si trova in Italia: “Perchè i libri si trovano fisicamente a Beirut”, mi spiega Al Nassiry mentre finisce di bere il suo caffè, un po’ concitato, seduto al tavolo di un bar che lui ha scelto per l’incontro e che, manco a farlo apposta, si chiama Bar Italia. Mentre parla non tiene mai le mani ferme, attirando l’attenzione del tizio seduto al tavolo di fianco che ormai ci ascolta divertito.
All’origine di questo progetto, c’è anche una collaborazione con una casa editrice irachena, una iniziativa che è stata estesa anche ad altre imprese editoriali in Medio Oriente, e che di fatto si traduce anche nella promozione di alcuni autori arabi. Almutawassit pubblica sempre in arabo lo scrittore di origini irachene che vive in Finlandia Hassan Blasim, che in italiano, invece, è uscito per Editrice il Sirente.
Almutawassit non è l’unica casa editrice in Italia a pubblicare (in realtà a distanza) traduzioni in arabo di autori nostrani. Nel 2007 nasceva Sharq/Gharb (in italiano, Est/Ovest), una costola delle Edizioni E/O, che ha pubblicato una decina di titoli negli anni scorsi ma che al momento è ferma (le pubblicazioni dovrebbero riprendere il prossimo anno).
La distribuzione non rende il lavoro dell’editore di Almutawassit facile. Il mercato del libro nel mondo arabo si presenta molto eterogeneo e anche le frontiere tra i diversi paesi sembrano poco rassicuranti. Portare gli autori italiani contemporanei nel mondo arabo è complicato, anche a cause del piccolo numero di lettori in questi Paesi.
Per andare avanti servono soprattutto fondi stanziati per l’editoria, continua Al Nassiry, secondo il quale, “non sono accessibili, qui, per una piccola casa editrice indipendente che vuole pubblicare traduzioni in arabo”. Insomma bisogna ingegnarsi diversamente, mi pare di capire. Forse è per questo che Al Nassiry si sente un po’ un Don Chisciotte. Moderno. La figurina del cavaliere folle pronto a partire per nobili imprese, ma in sella ad una moderna bicicletta, strumento evoluto per la mobilità urbana, è il logo della sua casa editrice.