L'ambulanteElezioni Amministrative nella Terra dei Fuochi: diritto alla salute? Epidemia di tumori al fegato, stomaco e polmone

Ingoiato il boccone amaro dopo il ping pong elettorale delle amministrative di domenica 11 giugno, il Movimento 5 Stelle cede al Centro Sinistra e Centro Destra il turno dei ballottaggi. Sfrecciand...

Ingoiato il boccone amaro dopo il ping pong elettorale delle amministrative di domenica 11 giugno, il Movimento 5 Stelle cede al Centro Sinistra e Centro Destra il turno dei ballottaggi.
Sfrecciando sull’Asse Mediano della Terra dei Fuochi, l’arteria a scorrimento veloce che unisce i comuni a nord di Napoli, si vede ciò che resta delle maxi affissioni con “i santoni elettorali”, mendicanti dell’ultimo voto con liste civiche che camuffano le vecchie glorie dei partiti e slogan sotto forma di hashtag ridicoli senza far riferimento al sacrosanto diritto alla salute in Campania.

Vincitori o no, ballottaggi o no, non si potrà far finta di niente di fronte ai dati recenti diffusi dall’Asl Napoli 2 Nord che rilanciano l’allarme di mortalità nell’hinterland napoletano: boom di tumori per entrambi i sessi rispetto alla media al Sud e all’Italia per stomaco, fegato, polmone, vescica, registrato nel triennio 2010-2012.

I social network, avanti le bacheche di Facebook, fanno da megafono all’epidemia attuale e al dolore di chi si vede strappare incessantemente una madre, un figlio, una sorella, un amico di vecchia data. Più che il faccione di chi finirà al ballottaggio, vorremmo vedere appiccicati sulle affissioni i volti di uomini e donne che non hanno esercitato il diritto di voto, perché sono deceduti prima di queste elezioni comunali.
Lo slogan potrebbe essere in vista del 25 giugno: “Grazie per aver barattato ai tempi con la criminalità il diritto alla salute di una comunità intera”.

La meglio gioventù delle liste elettorali, chi più chi meno, è erede di coloro che svendettero il diritto alla vita e alla salute in cambio di potere, poltrone, incarichi, posti di lavoro. Gli spargimenti di veleno in Campania, in particolare nell’hinterland napoletano, oggi generano morte senza pietà, ​pagando una cambiale agli usurai della malavita e di una microeconomia sviluppata sul business della munnezza.

Nella Terra dei Fuochi si continua a morire e non abbiamo bisogno di ritagliare necrologi per deunciare questo obitorio del Mezzogiorno. I morti non fanno paura, come ricordava Eduardo De Filippo. Gli assassini in giacca e cravatta invece ci spaventano.