BERLINO. S’è scordato del quarto comandamento – “Onora tuo padre e tua madre” – Ferdinando Camon (scrittore italiano, anni 81). Non può essere diversamente per uno che sul Messaggero Veneto scrive: «Se c’è un braccio di ferro tra famiglia e Stato, è giusto, per il bene di tutti, che lo Stato vinca, ed è giusto che il papà e la mamma perdano». E poi quando precisa che se c’è una norma dello Stato essa «va rispettata e fatta rispettare. Specialmente se riguarda i bambini: i bambini devono capire che quel che vuole lo Stato vale di più di quel che vuole il papà o la mamma».
Mi piacerebbe leggere un commento di papa Francesco al riguardo, poiché la Sacra Scrittura non concede spazio all’interpretazione, come si evince da questi due brevi ma emblematici passi: “Figlio mio, osserva il comando di tuo padre, non disprezzare l’insegnamento di tua madre” (Prv 6,20); “Figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore” (Col 3,20). Ma in questa vicenda non è la religione il punto.
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”
Mi suona strano invece che il Camon di professione scrittore, non conosca nemmeno l’articolo 32 della Costituzione che dice: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Evidentemente il Camon manco si è accorto che scrivendo: «se c’è un disaccordo è giusto che il papà e la mamma perdano, perché lo Stato prima di tutto!», ha buttato nel cesso la Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Non a caso un magistrato di alto profilo e di indiscussa onestà come Ferdinando Imposimato punta il dito contro i vaccini obbligatori in quanto, «atto illegittimo, che viola la libertà dei cittadini.». Lo ha dichiarato in un’intervista trasmessa da “Pandora Tv”. Perché i media mainstream “ignorano” personalità di chiara trasparenza e di indiscusso spessore professionale come Ferdinando Imposimato quando la “critica” si appunta su una legge che coinvolge troppi interessi. E anche questo è un indice di un clima poco sano.
In Germania non c’è l’obbligo di vaccinare i figli. Ai genitori si raccomanda di farlo. Un vaccino polivalente all’italiana? No, perché metterebbe a rischio i bambini di genitori previdenti che già li hanno vaccinati contro alcune malattie.
Non c’è dubbio che lo Stato ha il dovere di tutelare la salute collettiva, ma siccome i problemi sono collettivi, essi vanno esaminati collettivamente. Dopotutto questa vicenda, coinvolge interessi finanziari colossali, relativamente alle imprese produttrici dei vaccini, verso le quali – da sempre – c’è un’innata diffidenza. Pertanto c’è un forsennato desiderio di sapere su quale base il governo prende le sue decisioni sanitarie, e in che modo consulta i cittadini, perché il fatto che lo Stato abbia un dovere da assolvere, non lo esime dalla necessità di spiegare alle persone cosa sta facendo.
In Germania, spiega Roberto Giardina corrispondente da Berlino di lungo corso, «la scuola dipende dalle regioni, e ognuna fa a modo suo, ma nessuna prevede l’obbligo di vaccinare i figli. Ai genitori si raccomanda di farlo. Tutto qui.». Un super vaccino contro una dozzina di malattie come in Italia è ragionevole o meno? «Ne basterebbero alcuni, i tedeschi non vorrebbero esagerare. Inoltre, essi osservano, un vaccino plurivalente obbligatorio metterebbe a rischio i bambini di genitori previdenti che già li hanno vaccinati contro alcune malattie.», risponde Giardina.
Mi fermo qui con la cronaca, perché dopo la minaccia (“Stiamo cercando con Google e la Polizia postale di pulire la rete”), della ministra Lorenzin, non vorrei – con l’aria che tira – che mi rimuovessero il blog.