C’è sempre la tendenza del media mainstream ad offrire scenari apocalittici con i dati dell’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), dimenticando (volutamente?) le ragioni vere che fanno ad essi da fondale.
Non è un quadro a tinte allegre quello che l’Ocse ha tracciato per le giovani generazioni, in Italia soprattutto poiché più che altrove: saranno messe peggio di quelle che le hanno precedute, almeno dal punto di vista economico e del lavoro.
Il rapporto dell’Ocse “Preventing Ageing Unequally“, che vuole prevenire l’aumentare delle diseguaglianze con l’invecchiamento, dice che negli ultimi 30 anni il gap tra le vecchie generazioni e i giovani in Italia si è allargato. Il tasso di occupazione, tra il 2000 e il 2016 è cresciuto del 23 per cento tra gli anziani di 55-64 anni, dell’ 1 per cento tra gli adulti di età media (54-25 anni) ed è crollato dell’11 per cento tra i giovani (18-24 anni).
E’ colpa degli anziani se, “le ineguaglianze tra i nati dopo il 1980 sono già maggiori di quelle sperimentate dai loro parenti alla stessa età”, come rivela l’Ocse?
E’ colpa degli anziani se, “le ineguaglianze tra i nati dopo il 1980 sono già maggiori di quelle sperimentate dai loro parenti alla stessa età”, come rivela l’Ocse? Credo che la vera colpa sia del neoliberalismo, cioè la versione più anti-sociale del capitalismo del XX secolo, che dopo la caduta del Muro di Berlino e l’implosione dell’Urss, con una velocità sorprendente si è consolidato globalmente sviluppandosi: “nella versione più rapace di accumulo capitalista, cioè il capitale finanziario”, scrive Boaventura de Sousa Santos, economista di spicco. Rincara: “ Il capitalismo è ritornato alla sua follia rapace di concentrare la ricchezza, intrappolato nel suo desiderio di creare e distruggere successivamente, la massiccia ricchezza, compresa la ricchezza umana”. Fortunatamente, le conquiste dei lavoratori non sono state ancora eliminate con i mezzi democratici, ma sono moltissimi i segnali che ne confermano l’ intenzione.
Se questo è il fondale, vuol dire che i veri artefici delle diseguaglianze tra i giovani e i vecchi hanno ben altra origine, e che questo conflitto tra le generazioni enfatizzato dalle moderne tecnologie di comunicazione, è incoraggiato e subentra ad ogni altra informazione, poiché esso diventa la tomba di ogni analisi e di ogni ponderazione, che possa contribuire a far emergere una credibile alternativa al capitalismo.
In Italia sul fronte dell’inserimento lavorativo la distanza rispetto agli altri paesi europei è colossale, anche perché il costo del lavoro per i contratti a tempo indeterminato è fra i più alti del mondo
Intanto le cronache narrano che, nelle nostre scuole si fa pochissimo orientamento, soprattutto nello snodo cruciale fra medie inferiori e superiori. Sicché sul fronte dell’inserimento lavorativo la distanza rispetto agli altri paesi europei è colossale. Infatti, in Italia la quota di studenti che riescono a trovare un impiego dopo la maturità o la laurea è inferiore al 50 per cento. E soltanto a un terzo di costoro viene offerto un contrato stabile, anche perché il costo del lavoro per i contratti a tempo indeterminato è fra i più alti del mondo.
Pertanto tutto fa pensare che la situazione in Europa dei lavoratori, dei poveri, degli emigranti, dei pensionati, delle classi medie che sono sempre sull’orlo di cadere nella povertà, non migliorerà in modo significativo nel prossimo futuro. Ma in Italia – considerate le premesse – sarà peggio ancora.