“SI… PUO’… FARE”.
Pensavo ad alto voce mentre ridevo da solo sul treno. ‘Si può fare’ …chi non ricorda la folgorante battuta di Gene Wilder – urlata- nel geniale Frankenstein Junior di Mel Brooks? Risuonava davvevero in me, mentre leggevo quanto emerso dal recente convegno biennale del Centro Studi Confindustria. È stato detto che si può cambiare prospettiva. Gli imprenditori a Verona hanno posto d’attualità il tema della sostenibilità. Concetto che parte dal presupposto che ogni azione che viene compiuta ha inevitabilmente delle conseguenze sul piano sociale, ambientale ed economico. In questo senso, dicono, la globalizzazione ha provocato errori, ha creato troppi scompensi. Ed è ora di rimediare. “È sempre più rischioso vivere e fare impresa in un mondo con profondi cambiamenti climatici e disuguaglianze sociali”, scrive la giornalista Nicoletta Picchio venerdì 16 febbraio.
…la globalizzazione ha provocato errori, ha creato troppi scompensi. Ed è ora di rimediare.
“È sempre più rischioso vivere e fare impresa in un mondo con profondi cambiamenti climatici e disuguaglianze sociali”, scrive la giornalista Nicoletta Picchio
In un clima squilibrato e di squilibrio, serve una bussola. Confindustria la chiama sostenibilità. Ovvero, “la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”, come la definisce lo stesso Centro Studi. Il che significa, ha spiegato il direttore del Centro Studi, operare su tre assi: “Il territorio, inteso come paesaggio e deposito di saperi e competenze; il patrimonio culturale, come attrazione turistica e soprattutto fonte inesauribile di creatività; gli imprenditori, attivatori dello sviluppo e traghettatori verso il futuro”.
Sostenibilità Ovvero, “la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”
Ma quindi fatemi capire, stiamo dicendo, finalmente, che non è la dimensione a determinare la sostenibilità? Perché se la sostenibilità è il risultato di precise scelte di campo, beh, è un elemento che le Bcc hanno nel loro DNA: il Credito Cooperativo, fatto di piccole banche, è sostenibile da sempre. E la mia Bcc lo è da 120 anni insistendo proprio su quegli stessi elementi che Confindustria ha rimarcato: territorio, cultura e sostegno vero a tutte le imprese (ovvero l’economia reale). Mi piacciono queste cose, e chi lo nega, ma mi rattristo subito quanto mi tocca poi leggere che la dimensione – ancora- conta nelle scelte di qualcuno. Eh si, è scritto nero su bianco nell’ultimo rapporto di Banca d’Italia: in un contesto di sostanziale ripresa, “per le aziende di medie e grande dimensione i prestiti hanno ripreso a crescere in quasi tutti i settori di attività […] le imprese di minore dimensione incontrano invece ancora vincoli rilevanti nell’accesso al credito, che continua a ridursi anche per quelle con bilanci equilibrati”. O, come dice la Cgia di Mestre: “Le grandi imprese continuano a ricevere la quasi totalità dei prestiti bancari, sebbene presentino livelli di insolvenza allarmanti“.
Perché se la sostenibilità è il risultato di precise scelte di campo, beh, è un elemento che le Bcc hanno nel loro DNA: il Credito Cooperativo, fatto di piccole banche, è sostenibile da sempre
Che significa? Ve lo dico io, ma lo avete già capito, per i gruppi bancari grandi la dimensione delle imprese continua a contare, più del merito creditizio. Tutti parliamo di ripresa, di cambio di passo e di attenzione alle regole e poi, scopriamo, che le regole d’ingaggio per taluni rimangono viziate e negative, anzi per alcuni punti di vista peggiorate. Ma non per la mia Bcc che il suo lavoro l’ha fatto ed ha erogato finanziamenti alle famiglie ed alle imprese del suo territorio, aumentando gli impieghi rispetto all’anno precedente del 5 per cento (tra l’altro praticamente tutto alle PMI).
Che l’invito alla sostenibilità non sia filosofia buona per convegni! Perché il fatto che siamo sul mercato da 120 anni dimostra tutta l’efficacia di un determinato modo di essere, prima ancora che un determinato modo di far banca. Tutte le Bcc sono emblema fattuale di come la sostenibilità paghi. Da oltre un secolo.
L’abbiamo fatto, lo stiamo facendo e lo faremo. E non sto ridendo.