Web FactoryIl vero problema della maestra di Torino

Il caso di Lavinia Flavia Cassaro, insgnante di Torino che ha gridato minacce di morte alle Forze dell'ordine durante una manifestazione, è interessante perché vede un moto di indignazione partire ...

Il caso di Lavinia Flavia Cassaro, insgnante di Torino che ha gridato minacce di morte alle Forze dell’ordine durante una manifestazione, è interessante perché vede un moto di indignazione partire verso una persona con idee di sinistra, invece che, come accade spesso, con idee di destra (razziste, xenofobe o presunte tali.)

Il caso (e le reazioni delle tifoserie) ricordano quello dell’insegnante che fece il dito medio a Trump.

La differenza è che quella ricevette il plauso della sinistra USA (ma le variabili in gioco sono diverse.) Qui ha ricevuto la condanna di una parte della sinistra (quella di area PD) dato che è stata scaricata dallo stesso Renzi.

Ma qui il PD è al Governo e siamo in campagna elettorale, è fisiologico.

Dunque: premetto che non voglio né demonizzarla né santificarla.

NON PENSO che debba perdere il posto (e non credo che accadrà.)

PENSO che abbia arrecato un danno d’immagine al Ministero però.

Il problema sta (anche) lì. Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma di solito la sinistra chiede il licenziamento sulla base di lesione di immagine (che poi sia una giustificazione che nasconda tifo politico è un altro discorso.)

E sicuramente nessun genitore vorrebbe che lei insegnasse ai suoi figli. Se lavorasse nel privato sarebbe un licenziamento per giusta causa.

Poi ovvio, è finita in mezzo a una trappola mediatica e la sua reazione è stata ingigantita, distorta, esasperata dai media.

Poi è stata attaccata da Renzi e dalla macchina comunicativa del PD e dei media.

(Poi però è stata difesa dalla tifoseria di sinistra. Che per me le ha fatto più male che bene. In pratica una beatificazione inopportuna sulla base di “aveva ragione perché i fascisti non potevano manifestare”, “E allora il G8 di Genova?”, “E allora i femminicidi?”

Che è un po’ come dire “E allora i marò?”. Due torti non si giustificano tra loro.)

Il vero problema però per me è che lei è un’ottusa.

A 37 anni non puoi essere ancora così cretina da pensare che scendere in piazza contro l’antifascismo con la birra in mano a gridare slogan sia una forma di protesta sensata. non nel 2018 almeno, non così.

“Essere antifascista” non esime dall’essere cretini.

Forse essere giovani è l’unica cosa che esime dall’essere cretini. A 20 anni puoi essere scema, a 37 no.

E un genitore ha tutto il diritto di non affidare i figli a una cretina o un cretino.

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