Due o tre cose che so del mondoNo, non ho votato i tumulatori del Paese

Che questa legge elettorale, il Rosatellum bis, avrebbe prodotto l’ingovernabilità, è cosa nota da ancora prima di quel 3 novembre 2017 in cui la legge venne promulgata. Essa è il frutto, se voglia...

Che questa legge elettorale, il Rosatellum bis, avrebbe prodotto l’ingovernabilità, è cosa nota da ancora prima di quel 3 novembre 2017 in cui la legge venne promulgata. Essa è il frutto, se vogliamo essere benevoli, «dell’assoluta mancanza di un’idea di società, di una direttrice culturale di cui la legge elettorale dovrebbe essere strumento», per usare le parole del costituzionalista Michele Ainis, parole che io condivido appieno.

Se vogliamo essere malevoli oppure – ed è la cosa più probabile – semplicemente realisti, allora possiamo dire che questa legge è il frutto della volontà di accontentare un po’ tutti i vecchi soggetti politici e di danneggiare i nuovi, basti pensare alle soglie di sbarramento.

Se saremo fortunati, avremo un governo papocchio; se non lo saremo, avremo un governo tecnico, il che vuol dire eterodiretto, avremo un governo fantoccio in mani europee.

L’ipotesi di nuove elezioni a breve mi sembra alquanto peregrina, dal momento che gli eletti avevano la mira di essere eletti, e lo sono stati. E nessuno di loro avrà altre mire.

Di dover governare con i loro avversari non gliene importerà che formalmente. Come ora: mille dichiarazioni di identità e di intenti. Ma una volta spenti i microfoni avanti a combinare il diavolo e l’acqua santa.

Il problema è che i vincitori non hanno né identità né intenti, esattamente come i perdenti. E allora perché hanno vinto loro? Perché ancora non si sono sputtanati governando. E finché parli nessuno si accorgerà che stai vendendo fumo, anche perché nessuno in campagna elettorale lo evidenzia. Gli editori sono a libro paga, televisivi, giornalistici e radiofonici.

E la gente è abituata a non pensare, Prendete la storia del diritto di voto che diverrebbe poi di fatto un obbligo morale. «Bisogna votare, altrimenti non si ha il dritto di protestare». Follia.

Bisogna fingere di essere dei creduloni sprovveduti per avere il diritto di protestare, mentre quelli che hanno avuto il voto sprovveduto se la godono e se ne infischiano delle tue proteste.

A voi va bene così? A me no. Per questo non sono andato a votare. Per non essere correo di questo sfacelo. Ma così facendo ti sei disinteressato delle sorti del Paese! Per nulla: ho solo pensato che fondare un vero movimento politico di ispirazione liberalsocialista (rosselliana, per l’esattezza: www.patriaitaliana.org) avesse più senso che portare altra terra ai tumulatori del Paese.

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