Chapeau al giornalista di lungo corso Robert Fisk, il quale con il suo ultimo reportage in Siria dimostra che a Douma non c’è stato nessuno attacco chimico. Dopotutto non lo si può affatto definire un simpatizzante di Assad, come si evince dalla lettura del suo articolo sul quotidiano inglese Indipendent. Perché non credere a un giornalista di lunga esperienza e comprovata credibilità che da quattro decenni scrive dai campi dai vari fronti di guerra? Perché è l’abitudine di credere che s’è smorzata.
Infatti, basta aprire un canale qualsiasi della televisione, anche quelle locali, per capire come la “libertà d’informazione e di critica” e “l’obbligo inderogabile del rispetto della verità sostanziale dei fatti” vengano violati di continuo. Le notizie proliferano, ma le garanzie di affidabilità sono quasi inesistenti, è sempre più difficile essere informati, è sempre più difficile capire ciò che sta accadendo perché le scarse notizie chiarificatrici quasi sempre vengono nascoste dietro un gigantesco gioco di contraddizioni.
Un ultimo esempio, il mainstream ha preferito non soffermarsi sul fatto che i governi di USA, Francia e Gran Bretagna hanno attaccato la Siria sulla base delle informazioni sull’uso di gas da parte dell’esercito siriano, raccolte dai social network. E’ il reportage di Robert Fisk [classe 1946] che le smentisce.
Ecco cosa scrive Fisk: STEP BY STEP