LogosE liberaci dal narcisismo

Fosse soltanto un passaggio rilegato alla mitologia, non ci sarebbe da preoccuparsi: stimolerebbe positivamente svariate forme di intrattenimento e fantasia nelle nostre pause di riflessione. La r...

Fosse soltanto un passaggio rilegato alla mitologia, non ci sarebbe da preoccuparsi: stimolerebbe positivamente svariate forme di intrattenimento e fantasia nelle nostre pause di riflessione.
La realtà che ci circonda dimostra, invece, il progressivo radicamento di un narcisismo dilagante, con effetti a dir poco drammatici per la nostra società.

Con l’avvento del consumismo di massa, capace di favorire la cosiddetta “società dell’abbondanza” e della ricchezza personalizzata, è progressivamente emerso l’individuo narcisista come soggetto tipico della nostra quotidianità. Caratterizzato da una identità fortemente diminuita e distaccata da qualsiasi ambiente e contesto associativo, politico o spirituale, il narcisista è il tipico esempio di un individualismo reale che indebolisce ogni contatto con tutto ciò che può essere riconducibile a concetti quali il “senso comune”, il sentirsi “comunità” e parte integrante di un qualcosa che va oltre il proprio “Io”.

Del resto, la letteratura sociologica di questi ultimi decenni mette in evidenza episodi di relativismo culturale, alienazione, disinteresse nei confronti dei temi spirituali e solidaristici, erosione di una morale/coscienza civica e via discorrendo.

Tutti elementi che, inevitabilmente e tragicamente, si ripercuotono come macigni sull’andamento delle logiche democratiche e sull’attività delle nostre istituzioni: fenomeni di assenteismo, corruzione, evasione fiscale, mancato rispetto dei valori e della Storia della propria Nazione e così via.

Assistiamo ogni giorno alla perdita di centralità della Politica (quella vera per lo meno) fatta di aspirazioni e prospettive a vantaggio dell’interesse comune. In una stupida lotta o competizione senza ritegno, si vuole con ostinazione far prevalere a più riprese l’interesse specifico di una parte, totalmente disinteressandosi del quadro economico e sociale comune. Un vizio pericoloso questo, che è ben visibile sia nelle condotte politicanti di chi oggi dovrebbe garantire un governo al Paese per il bene comune, e che invece si dedica ad un gioco per cui vige la regola alla milanese “chi vusa püse la vaca l’è sua”; sia nelle dinamiche locali e più a stretto contatto con la quotidianità, laddove prevalgono il materialismo e il mancato sforzo di pensare anche in una visione complessiva.

Il narcisismo porta a pensare e vivere in maniera distaccata, egoista. Il contrario insomma di quello che dovrebbe essere la vita da “cittadino” o, meglio ancora, da uomo politico, ovvero autore delle scelte collettive.

Cittadino vero è, infatti, colui che partecipa ai momenti di vita collettiva, che si sente ed è a tutti gli effetti parte integrante della propria comunità politica. Attivo, non rivendicatore presuntuoso soltanto di diritti, ma cosciente e rispettoso dei propri doveri.

Qualcuno ci liberi dal narcisismo, dunque. Non in forma populista e sciatta, bensì con azioni eticamente distinguibili, capaci di riportarci al soddisfacimento dell’interesse comune. Partendo, ovviamente, da ciascuno di noi.

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