Due o tre cose che so del mondoGalli della Loggia: «Ci servono nuovi partiti per rifondare la Nazione». Uno l’ho fondato, si chiama Patria italiana

«Mille segni di crisi – tra cui ultimo di queste ore la clamorosa confisca / cancellazione di fatto, ad opera della nuova partitocrazia, della carica di Presidente del Consiglio – indicano che orma...

«Mille segni di crisi – tra cui ultimo di queste ore la clamorosa confisca / cancellazione di fatto, ad opera della nuova partitocrazia, della carica di Presidente del Consiglio – indicano che ormai all’ordine del giorno va messa la Rifondazione della Repubblica.

Né più né meno. […] Ci servono nuove culture politiche, nuovi partiti, capaci innanzitutto di muoversi in una simile direzione».

Ernesto Galli della Loggia non figura nel novero degli scribacchini un tanto al rigo che anche il “Corriere” non si perita poi troppo di assoldare.

Però quando leggi cose pensate, colte, fattive e concrete, te lo ricordi che cosa dovrebbe essere il giornalismo.

Galli della Loggia parla della necessità di nuovi partiti che ricostituiscano la storia e l’identità e la dignità nazionale. Io ho fondato un partito che si chiama “Patria italiana” e non perché sono epigono di Chauvin ma esattamente per quanto scrive Della Loggia, come reazione a «un Paese che sembra non sapere più che cosa è né cosa vuole essere; senza idee, senza strategie, senz’anima, sempre più terra di diseguaglianze e povertà».

Credetemi, io non voglio parlare degli ammicchi televisivi di eletti che non hanno mai chiaramente letto né un libro di economia né di diritto né probabilmente di alcun genere, e che hanno capito che chiunque li intervisterà non riserverà loro che carezze ed encomi, io sono stufo di parlare di degrado. Tanto in questo resta insuperabile Petronio.

Io vorrei parlare di virtù civica e morale, di rigore e coraggio, di visione e fermezza.

Io credo che gli italiani siano il popolo con meno autostima al mondo. E allora se fai un partito, una scuola, un corso, un lavoro la prima cosa che devi fare è quella di dire loro: ricordatevi chi eravate. Prima che vi facessero dubitare financo della capacità di alzare gli occhi verso una meta ed iniziare il cammino.

Perché la meta esiste. È lontano da qui. È vicina a voi.

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