Due o tre cose che so del mondoFatto il governo. Che festa! Che festa! Però quei due allato…

Io penso che i non pochi devoti della Lega che mi scrivono cose un tantinello poltically incorrect (la più bella è «servo del Pd») ogniqualvolta mi permetto di suggerire loro di considerare l’ipote...

Io penso che i non pochi devoti della Lega che mi scrivono cose un tantinello poltically incorrect (la più bella è «servo del Pd») ogniqualvolta mi permetto di suggerire loro di considerare l’ipotesi che tra Gesù Cristo e Salvini possa esserci uno scarto, penso che pure loro davanti a questa istituzionalizzazione di un partito, il loro, che è sempre stato fieramente antagonista, genuino e fiero della propria veracità, un piccolo dubbio lo avranno avuto.

E questo dubbio poi non è nemmeno tanto piccolo perché in fondo è la domanda che tutti gli scalatori si pongono raggiunta la vetta: ma sarà egualmente elettrizzante la discesa?

E la risposta, che solitamente si trattiene in cuore, è un sonoro «No». Cari leghisti, vorrei dirvi questo. Avete il dovere di essere felici per aver conquistato il governo.

Lo avete fato con compagni denigrati fino al giorno prima perché considerati pro immigrazione, pro lazzaroni, pro pauperismo, pro mondialismo e tante altre cose ancora. Ma l’importante era farlo. Così importante da spostare Savona, che fino poche ore prima doveva essere o ministro dell’Economia o morte, e mettendo alle infrastrutture e Trasporti un pentastellato, Danilo Tonnelli, storicamente avverso a Tav in Val di Susa e Pedemontana, che invece la Lega ha sempre dichiarato di voler fare.

A un certo punto la sola cosa che avesse importanza era fare questo governo. A tutti i costi. E devo dire che sarebbe stato per voi delittuoso non farlo.

Però, però. Guadate questa foto. E considerate che hanno voluto essere entrambi vice presidente del Consiglio. Quella del vice presidente dl Consiglio non è una figura essenziale. Il Governo Gentiloni non l’aveva. Egli è colui che deve coadiuvare o sostituire in emergenza il Presidente.

Gigetto e Matteo non ce l’hanno fatta a farsi da parte. E sono lì, per far capire che Conte è tanto bravo sì, ma perché ha di fianco loro. Come angeli custodi. O leoni stilofori. O becchini.

A presto.

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