Le considerazioni finali del Governatore di Banca d’Italia sono andate in scena quest’anno il 29 maggio, in un martedì di un maggio italiano, in piena, ahimè, crisi politica. Capisco che dal punto di vista mediatico non siano state proprio la finale di Champions League del sabato sera precedente, ma – come direbbe Einstein – tutto è relativo e, permettetemi, per la finanza italiana questo è, sicuramente, uno degli appuntamenti più importanti dell’anno.
Ho letto con partecipata attenzione le parole di Visco e – ovvio – la mia concentrazione si è focalizzata sui passaggi dedicati alla cooperazione di credito. E, in particolare, su un punto del discorso che, non posso negare, mi ha colpito. Visco ha detto che «per un settore come quello del Credito Cooperativo procedere con operazioni di aggregazione è una necessità urgente». Perché mi ha colpito? Beh, se sul percorso prospettato non posso che convenire, la scelta, però, di utilizzare un preciso aggettivo qualificativo mi ha lasciato, lo ammetto, un po’ perplesso. E poi, perché sono stato di fatto costretto, per uno strano e anche un po’ ironico gioco della sorte, a collegare quelle parole ad una mail infilatasi nella mia casella di posta proprio quella mattina, nei minuti antecedenti la lettura della relazione del governatore (ma sul cui contenuto lascio un po’ di suspense).
La Riforma «consentirà alle Bcc di continuare a sostenere con efficacia le economie locali anche nel nuovo contesto regolamentare, mantenendo allo stesso tempo lo spirito mutualistico che le contraddistingue». I.Visco
Lo avete capito, il sincero stupore venutosi a creare in me per la dichiarazione del governatore muove ovviamente dal peso da dare al termine “urgente”. Pressante, impellente, al più presto … sono i sinonimi che la Treccani restituisce alla mia mente perplessa mentre, con rammarico, si chiede dove si palesi il motivo di tanta fretta. Perché, se guardo al contesto e ai numeri, so che il maggior numero di imprenditori dell’Unione Europea a 28 si concentra in Italia (3,8 milioni). E so anche che le Bcc hanno sostenuto le pmi e le mpmi ben più dei grandi colossi finanziari in questi anni di crisi (per la serie le banche sono tutte ponti, ma le Bcc sono anche parafulmini e per questo hanno assorbito i fulmini della crisi … scusate se è poco). D’ altronde lo ha ribadito lo stesso governatore parlando della Riforma in atto, la quale, «consentirà alle Bcc di continuare a sostenere con efficacia le economie locali anche nel nuovo contesto regolamentare, mantenendo allo stesso tempo lo spirito mutualistico che le contraddistingue».
…per la serie le banche sono tutte ponti, ma le Bcc sono anche parafulmini e per questo hanno assorbito i fulmini della crisi … scusate se è poco…
Quindi, non mi voglio certo nascondere: anche nel mondo Bcc ci sono state e ci sono banche in difficoltà evidenti e note, ma tutte le situazioni per cosi dire a “rischio” sono state gestite con vigorosa energia e solidale prontezza da risorse interne (sì, proprio di vil denaro parliamo) del mondo cooperativo, senza nulla – NULLA!- pesare sul contribuente italiano. Scusatemi, siamo alle solite, sempre una questione di dimensioni? Beh, allora, per provare a dare una risposta torno alla mail di cui sopra: mentre prendevo appunti sulla relazione del governatore ho riaperto un messaggio arrivato la mattina: era la richiesta alla mia Bcc dell’ennesimo, significativo contributo economico, da liquidare al Fondo di Risoluzione Nazionale, quello aperto per risolvere la crisi delle 4 banche popolari, vicenda che tanto ha fatto discutere nel 2016.
Il collegamento tra le due cose viene spontaneo, perché poi ci aggiungo le tante cose dette e scritte sulle drammatiche vicende del Monte dei Paschi e delle Popolari venete. E allora, permettetemi se insisto: le dimensioni non sono la metrica più corretta o il requisito sufficiente per giudicare e certificare la sana e prudente gestione di una banca. Inciso importante : io credo che i percorsi aggregativi debbano essere perseguiti, ma i buoni piani industriali e la sana e prudente gestione poco hanno a che fare con il carattere d’urgenza.
«Il mondo cambia velocemente … bisogna cambiare. Ma non sarà il pesce grande a mangiare il pesce piccolo, bensì quello veloce a superare quello lento». – R. Murdoch
Insomma, eccomi qua. Mentre scrivo queste semplici righe rivedo lo schermo del mio pc di martedì mattina: da un lato avevo la richiesta di coprire con risorse Bcc i disastri di altre banche (ben più grandi della mia), dall’altro ascoltavo di un carattere di urgenza richiesto al mio mondo. Credo sia comprensibile ed umano, concedetemelo, un po’ di confusione in testa: pago per gli altri e devo darmi “urgentemente” da fare … ? Sul “da fare”, come detto, da uomo pratico sono d’accordo, ma continuo a ritenere corretta, senza drammatizzare le urgenze, la “profezia” del tycoon Murdoch : «Il mondo cambia velocemente … bisogna cambiare. Ma non sarà il pesce grande a mangiare il pesce piccolo, bensì quello veloce a superare quello lento».