Rewind su Roma. Ero ad un convegno sull’assicurativo e ascoltavo tante dotte riflessioni in tema di rapporti e relazione col cliente. Ma una parola ha guidato praticamente tutti gli speech: la velocità. Mi ha colpito molto questa cosa, anche perché recentemente ho letto tanto in tema di neuro marketing e processi cognitivi. Ho imparato che il cervello elabora i concetti partendo da pochissimi stimoli esterni, affidandosi in misura significativa alle primissime informazioni visive acquisite. Non sono certo un esperto, ma ho imparato che l’inconscio guida tante nostre scelte.
Su, non nascondiamocelo, dai grandi colossi dell’informatica alle medio e piccole aziende che si cimentano con la potenza del digital, tutti puntano ad una leggera ed effimera velocità. Perché? Perché mirano all’ impulso, al push più veloce possibile, a condizionare la parte inconscia del nostro cervello , insomma, in definitiva a non farci pensare.
Pensiamo al web e al digitale. Su, non nascondiamocelo, dai grandi colossi dell’informatica alle medio e piccole aziende che si cimentano con la potenza del digital, tutti puntano ad una leggera ed effimera velocità. Perché? Perché mirano all’ impulso, al push più veloce possibile, a condizionare la parte inconscia del nostro cervello , insomma, in definitiva a non farci pensare. Ci sarebbe da parlare per ore di queste cose, e non solo nel mio campo di lavoro. Per carità, non voglio criticare tout court l’innovazione ( e l’inondazione) web piovuta sulle nostre vite; il ‘si stava meglio quando si stava peggio ‘ lo lascio ai nostalgici, ma i dubbi, sulle meccaniche sottostanti, eh beh, quelli si, lasciatemeli.
In questi giorni, tutti a parlare di velocità nel conquistare le persone, tutti a sottolineare la necessità di parole semplici, immediate e efficaci, e allora vai: basta il click, e oplà, furbescamente, il pesce è dentro. Innanzitutto, permettetemi, se l’approccio è questo stiamo parlando di clienti non di persone
In questi giorni, tutti a parlare di velocità nel conquistare le persone, tutti a sottolineare la necessità di parole semplici, immediate e efficaci, e allora vai: basta il click, e oplà, furbescamente, il pesce è dentro. Innanzitutto, permettetemi, se l’approccio è questo stiamo parlando di clienti non di persone: le persone le guardi in faccia, ricordiamocelo. E allora aggiungo che si è parlato anche di fiducia, autonomia e sicurezza. Solo tre parole… se fossero solo tre parole. E se alla velocità ci aggiungiamo queste tre parole non stiamo parlando solo di business, perché se io parlo al padre di famiglia di protezione dei suoi cari o del suo patrimonio NON posso essere veloce e semplice, ma DEVO essere sicuro, sensibile e competente.
…se io parlo al padre di famiglia di protezione dei suoi cari o del suo patrimonio NON posso essere veloce e semplice, ma DEVO essere sicuro, sensibile e competente.
Per queste tematiche, così delicate, non è – e non deve essere- il prodotto ( dai, son tutti uguali) ma il servizio a fare la differenza, e la competenza il driver per il soddisfacimento dei bisogni della famiglia. E allora facciamo sì che le persone usino la mente coscia, quella, l’unica, che deve occuparsi della propria famiglia.
Per farlo, allora, affidiamoci alla ‘vecchia scuola’, quella che mette al primo posto correttezza e competenza. Lasciamo la velocità ai robot- advisor, perché se l’assicurazione è ‘una promessa’, la può fare solo una persona, ad un’altra persona.