Ti ci abitui allo stereotipo. Siamo noi che spesso li avvaliamo. Gli stereotipi. Perchè cerchiamo, tutti, di essere accettati e nel momento in cui abbiamo il nostro marchio, questo diventa la nostra comfort zone. Io ho la disabilità. I ragazzi che incontro nelle scuole, per esempio, ne hanno altre: il secchione, il cazzone… Allora io domando loro: Ma a te piace? Diventare adulto significa anche scardinare lo stereotipo ed essere estremo, ma forse non ci piace diventare grandi ed è più facile rimanere infelici. La nostra testa ci riporta sempre a percorsi che abbiamo già fatto, anche quelli dolorosi, perché sappiamo dove andremo a finire. La felicità invece è un’incognita.
Così mi risponde l’amico Marco Rasconi, presidente UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), uno dei tanti che hanno contribuito al racconto degli stereotipi di cui sono vittime. Più o meno consenzienti e consapevoli.
QUI il video del racconto.
Eppure ci sono anche stereotipi che… non sono stereotipi. Opinioni che hanno dignità e buon senso, nonchè realismo, eppure vengono tacciate come odiosi stereotipi. Ma anche semplicemente “opinioni” che andrebbero confrontate, discusse, capite, magari corrette, in un clima di dialogo e comprensione reciproca. Ne azzardo qualcuna – di opinione travisata in stereotipo – in questo flusso d’incoscienza.
Se dici che non sei d’accordo con le adozioni da parte di una coppia di omosessuali, allora sei omofobo. Se invece, all’opposto della barricata, “liberi tutti” allora sei un odiatore della famiglia.
Se dici che i migranti vanno aiutati a casa loro, sei un razzista senza possibilità di appello (o peggio ancora un leghista), senza il tempo di chiarire che nessuno mai va lasciato morire in mare. In quel caso sei un comunista.
Se dici che Greta Thunberg adesso dovrebbe tornare a scuola e che gli studenti il Friday lo dovrebbero passare sui banchi in vista del loro Future, allora sei un nemico dell’ambiente, probabilmente fascista (che poi vorrei vedere quanti veri fascisti e veri comunisti ci sono ancora in giro). Se però esorti l’informazione sul cambiamento climatico avvalendoti degli scienziati che da anni ci dicono di salvaguardare il creato, allora sei un catastrofista (c’è sempre in effetti chi sostiene che la Terra sia piatta)
Se dici che stiamo permettendo ai nostri figli di venire risucchiati dal flusso digitale e che dovremmo educarci noi per primi all’uso corretto degli schermi per poi sostenerci in questa nuova sfida educativa, allora sei fuori dal mondo.
Eccetera eccetera eccetera… il resto nel video.
Ogni sensata integrazione è ben accetta.