InversamenteQuanto è matta la Mattel con le sue Creatable World

Sono cresciuta anche giocando a Barbie, come molte femmine degli anni Ottanta, Novanta, Settanta… Oggi pure mia figlia ci gioca, anche se preferisce (purtroppo) le Lol che le ho stupidamente regala...

Sono cresciuta anche giocando a Barbie, come molte femmine degli anni Ottanta, Novanta, Settanta… Oggi pure mia figlia ci gioca, anche se preferisce (purtroppo) le Lol che le ho stupidamente regalato il Natale scorso, di marketing.

Mia figlia gioca con le Barbie (o alle Barbie?) Non perché io glielo abbia imposto o proposto. Per altri nei suoi primi due anni di vita si organizza un gioco con i pupazzi e le macchinine del fratello maggiore. Ci gioca perché lo ha scelto. Oltre al nero le piace il rosa. L’azzurro mica tanto. Paolo, invece, preferisce il rosso, al massimo l’arancione, ma di rosa non si vestirebbe mai. Non è una questione cromatica. La persona di genere è una questione di identità. Anche sociale, certo, ma prima ancora antropologica.

I bambini si stanno formando in tutto, anche nella propria identità sessuale. Ergo se io genitore (mamma o papà) sto crescendo mio figlio o mia figlia in un contesto fluido, neutro, come posso aiutare la prole a identificarsi in se stessa o se stessa? Una barca senza remi lungo un fiume senza argini prima o poi si capotta.

Epperò il marketing non è d’accordo.
John Lewis e Disney Store hanno abolito la distinzione tra i reparti maschili e femminili.
Presto anche sui nostri smartphone avremo una disposizione le emoticon genere fluido.

Poi C’è il Mattel Che ha Lanciato Creatable World, una nuova linea di bambole di Genere fluido col plauso del movimento LGBT. Si tratta di sei varianti di bambole, totalmente neutre nei tratti fisici e differenti per colore di pelle, indumenti, lunghezze e stile di capelli. Niente seno generoso nè bicipiti in evidenza, anche, fin da piccoli, i bambini hanno la libertà di personalizzare le proprie bambole / alter ego anche vestendo un maschio da femmina e viceversa.

Mattel ha dichiarato di aver collaborato con medici ed esperti sull’identità di genere per realizzare questo prodotto di cui “si sente la necessità”. Mattel ha inoltre intervistato 250 famiglie, fra le quali alcuni bambini con “confusione di genere”.

Sul tema in Italia non è possibile dialogare serenamente. Quindi mi fermo qui. Dato che sono interessati al tema che riguarda sempre di più i nostri figli, ho fatto un’indagine tra gli amici dei miei nani mefistofelici di età compresa tra i 7 e 10 anni.

Ecco QUI cosa ho scoperto di sorprendente e ribaltante nei nostri presupposti ideologici.

Concludo semplicemente citando un media non italiano, l’ Economist , che è un periodico tutt’altro che conservatore. In un editoriale dell’aprile del 2018 dal titolo La dittatura della tolleranza si legge: L’ Economist ha sempre sostenuto l’idea della società aperta e continuerà a farlo. Tuttavia pensa sia giusto mettere in discussione gli eccessi di alcuni movimenti sociali, perché stanno mettendo a rischio il controllo e la tolleranza delle società in tutto il mondo. L’adesione forzata ai valori libertari può avere conseguenze pericolosamente illiberali. Un’attenzione sproporzionata a opzioni particolari può offuscare altre questioni, come la libertà individuale. Come bilanciare queste preoccupazioni con creare una società realmente tollerante è la domanda del momento.

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