Il libro
La fugacità della vita, la rarità di un animo sensibile, la maledizione dell’essere incompreso. Sono gli aspetti che tutti conosciamo del pittore “delle donne dai colli lunghi”, Amedeo Modigliani. Quello che ci è sfuggito finora è quanto questo artista fosse fragile, ma anche pieno di vitalità. È qui che Angelo Longoni riesce a entusiasmarci e rapirci: ci cattura con la sua scrittura scenografica, i suoi dialoghi pieni di naturalezza e le vivide ambientazioni. Siamo noi stessi a rivivere la vita dell’artista e a sentire le sue intime passioni: scappiamo da Livorno, ci incantiamo davanti a Firenze, riviviamo i primi giovani e potentissimi amori. Il legame esclusivo con la madre, poi le incomprensioni, la malattia che ritorna e lo slancio vitale che non lo abbandona mai. Con lui corriamo a Parigi, richiamati dal fermento bohémien: incontriamo Picasso e Soutine, ci addentriamo nei vicoli, nei cabaret e nelle alcove, ci innamoriamo follemente di ogni sua donna, di ogni sua musa: Anna Achmatova, Beatrice Hastings e poi la Diva Kiki de Montparnasse, fino alla dolce Jeanne. Il mondo straordinario di un uomo costantemente in lotta con i suoi demoni, sensibile, schivo, impenetrabile, ma sempre capace di ritrovare il coraggio di stare al mondo essendo a un passo dalla morte. Un vortice di emozioni ci trascina nella vita eccezionale di uno degli artisti più enigmatici di tutti i tempi. Un ritratto avvincente come il più appassionato dei romanzi, ma sempre centrato su una documentazione attendibile e su una rigorosa fedeltà alla verità della storia.
La mia lettura
Ho impiegato relativamente poco a leggere le 600 pagine (107 capitoli!) di “Modigliani il principe” perché Angelo Longoni ha ripercorso la vita dell’artista livornese dando voce a una molteplicità di persone che della sua vita hanno fatto parte e il risultato è un’opera coinvolgente nella quale spiccano sentimenti, paure, speranze, malattie e guarigioni che hanno segnato la vita di “Dedo”:
“Chiunque sarebbe morto con quelle malattie. Dedo le
ha superate. Mi sono domandata tante volte come sia stato possibile.
I medici, che lo avevano dato per spacciato più volte, hanno parlato
di una specie di resurrezione, di un miracolo. Io credo che il vero
miracolo sia stato il desiderio di vita. Non c’e niente di più magico e
sovrumano della pura bellezza dell’esserci.
– Mamma, sai, quando avevo la febbre alta ho visto delle persone
diverse da noi.
– Tesoro, erano sogni. Forse incubi.”
Longoni ci presenta modigliani in tutte le sue umane sfumature, la voce della madre, Eugénie Garsin, è quella “più forte”, quella che si alterna alla voce del protagonista e che contribuisce a farci conoscere i suoi maestri, gli amici, qualche amante … sentire nomi come Brancusi, Picasso, Cocteau, immaginarli insieme in una Parigi che ribolliva di idee, entusiasmo, desideri di emancipazione, esercita sempre un fascino a cui è difficile resistere.
Le donne di Modigliani sono iconiche e famosissime, Kiki de Montparnasse, Jeanne Hébuterne, Beatrice Hastings, ma la donna che più di tutte emerge è di certo sua madre, quella che ha contribuito a fargli prendere coscienza della sua identità di artista:
“Vuoi fare l’artista, no? Dimmi perche è bella l’arte.
La domanda di mia madre mi mette in crisi. Non riesco a
rispondere, lei mi incalza.
– Allora?
Mi rendo conto di non saper rispondere. Devo pensare, concentrarmi.
– Ho tutto il tempo.
Perché una domanda tanto semplice mi sta mettendo in crisi?
Forse perche me l’ha rivolta mia madre che è la persona che più
stimo al mondo? Oppure per il fatto che lei possa considerarmi,
con una mia risposta superficiale, velleitario, fallito ancor prima
di cominciare? Lei mi osserva impaziente.
– L’ arte è bella perche suscita emozione.”
Leggere della vita di Modì è leggere della vita di tanti altri artisti:
“Il segretario della Biennale, Fradeletto, ha invitato Picasso a
presentare due opere e poi, quando le ha viste le ha rifiutate perchè
non conformi al gusto della Biennale, troppo innovative. Vi rendete
conto? La persona più potente a Venezia e un nemico dell’arte
moderna.”
Apprendiamo, in queste pagine, di un Modigliani affascinato dalle statue di Michelangelo non ancora finite, grezze, graffiate, più materiche rispetto alla perfezione – seppure magnifica – delle opere di Canova, e il percorso che lo porterà a capire che artista vuole essere comincia nella bottega di un artigiano di Pietrasanta, Cecco.
E’ un romanzo questo di Longoni, un romanzo che ha Modigliani come protagonista, non immaginate “Modigliani il principe” come una classica biografia e non immaginate che i fatti narrati assumano toni voyeuristici, tra queste pagine c’è l’uomo, l’artista, con i suoi talenti, le sue debolezze, senza giudizi!
Non bisogna essere appassionati d’arte per farsi coinvolgere da questo libro, quando si arriva in fondo ecco il colpo di scena che Longoni inserisce rompendo l’incanto del racconto, ci riporta alla realtà destandoci dal sogno che una vita come quella di Amedeo Modigliani, nato a Livorno nel 1884 e morto a Parigi troppo presto, nel 1920, lasciandosi dietro quella allure che resiste ancora e ancora postuma.
Modigliani il principe – Angelo Longoni – Giunti Editore, 2019 – pp. 600 € 19,00 (cartaceo) € 9,99 (ebook)