Proverbio del 5 maggio Pietra dopo pietra puoi spianare una montagna
Numero del giorno: 85 Calo % passeggeri aerei a marzo in Italia
Vabbé: la fase 2 è cominciata e non è successo niente. Perciò è del tutto ovvio iniziare a spaventare il pubblico pensando alla fase 3: mica vorrete smontare il teatrino prima di fare una decina di repliche almeno.
Dai: alzi la mano chi non ha sentito/letto/scritto/detto una roba tipo: eh, ma il peggio deve ancora venire, vedrai il 18 maggio che caos.
I più lungimiranti, già vedono la fine del mondo spalancarsi su di noi il 1 giugno, quando – udite udite – potrebbero aprire persino i barbieri!!
E così, in questo crescendo di ansie e spauracchi, genialmente fomentato da un governo che finalmente può spendere tutti i (nostri) soldi che non ha senza sentirsi in colpa perché lo fa per il nostro (suo) bene, risuonano con straordinario nitore le voci rassicuranti dei veri protagonisti di questa pandemia: gli esperti.
Costoro sono il gioiello più bello della nostra corona pubblica, non a caso cooptati in svariate task force delle quali solo di recente hanno iniziato a circolare le perle di saggezza, che spero verranno studiate e imparate nelle scuole, ammesso che mai ce le faranno riaprire.
Per imparare dagli esperti ho iniziato a sfogliare il vasto tesoro raccolto nelle pagine esperte, fra le quali ho scovato questa primizia d’antan: “La necessità di garantire il distanziamento assieme alla difficoltà di svolgere il lavoro utilizzando protezioni (guanti, mascherine, etc.) suggeriscono una riduzione sostanziale dell’orario di lavoro”.
Ma ovviamente, “tale riduzione (dell’orario di lavoro, ndr) dovrebbe avvenire a salario invariato con un contributo dello Stato”.
E’ seguito un fragoroso applauso del noto sindacato. Ma non venitemi a dire che gli esperti sono comunisti. E’ il virus a essere cinese.
A domani.